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La Stampa ha intervistato Bill Gates in questa sua veste di filantropo-investitore in attività farmaceutiche:
"Nessun donatore è interessato a rimpiazzare semplicemente i fondi sottratti, perciò certamente incoraggerò gli Usa a restare membri dell’Oms e continuare il sostegno che forniscono
Sono in corso molte conversazioni tra il Congresso e l’esecutivo sul ruolo degli Usa nell’aiutare altri Paesi ad avere il vaccino
il finanziamento ha due componenti: una parte riguarda la ricerca e i trial, che beneficiano tutto il mondo, l’altra è la manifattura, e qui c’è una certa priorità data alle forniture agli Usa.
La Biomedical Advanced Research and Development Authority ha dato più fondi di tutti gli altri Paesi messi insieme ma prima bisogna preparare il terreno
c’è bisogno di un dialogo, e speriamo che si possa arrivare ad una soluzione costruttiva
la chiave è la scala, e avere fabbriche in tutto il mondo per produrre i vaccini che superano la Fase tre.
Se riusciamo, ad esempio, ad avere 1 o 2 miliardi di dosi all’anno, l’allocazione non è più un problema acuto.
Se ne facciamo solo100 milioni, allora diventa un rompicapo impossibile: quale Paese viene prima? Lo diamo al personale sanitario? La gente paga per competere?
Noi vediamo un ibrido, in cui alcune fabbriche daranno una percentuale di priorità al Paese in cui si trovano"
"Nessun donatore è interessato a rimpiazzare semplicemente i fondi sottratti, perciò certamente incoraggerò gli Usa a restare membri dell’Oms e continuare il sostegno che forniscono
Sono in corso molte conversazioni tra il Congresso e l’esecutivo sul ruolo degli Usa nell’aiutare altri Paesi ad avere il vaccino
il finanziamento ha due componenti: una parte riguarda la ricerca e i trial, che beneficiano tutto il mondo, l’altra è la manifattura, e qui c’è una certa priorità data alle forniture agli Usa.
La Biomedical Advanced Research and Development Authority ha dato più fondi di tutti gli altri Paesi messi insieme ma prima bisogna preparare il terreno
c’è bisogno di un dialogo, e speriamo che si possa arrivare ad una soluzione costruttiva
la chiave è la scala, e avere fabbriche in tutto il mondo per produrre i vaccini che superano la Fase tre.
Se riusciamo, ad esempio, ad avere 1 o 2 miliardi di dosi all’anno, l’allocazione non è più un problema acuto.
Se ne facciamo solo100 milioni, allora diventa un rompicapo impossibile: quale Paese viene prima? Lo diamo al personale sanitario? La gente paga per competere?
Noi vediamo un ibrido, in cui alcune fabbriche daranno una percentuale di priorità al Paese in cui si trovano"