Giocano in una squadra in cui è stato creato un gruppo solido e nel quale apparentemente gli ingranaggi girano ancora molto bene, panchina compresa. Sanno inoltre di essere ben protetti dal loro mastermind a livello arbitrale, possono fare quasi tutto quel che vogliono in campo. E hanno ambizioni, sono primi in classifica, ancora in corsa in CL. Per quanto si possa odiare l'Inda, riconoscere la triste realtà è inevitabile.
Che poi non è che bisognava inventarsi nulla di nuovo, son bastate tre condizioni: stabilita, senso di appartenenza ed uno zoccolo duro di gente con le palle.
Ricordiamoci da dove veniva questa Inter e chi l'ha risollevata, gente come Conte e Marotta che hanno creato subito un forte senso di appartenenza al club e le colonne di quella prima Inter, incluso Barella così come Lautaro, sono tuttora i leder della squadra, dopo Conte hanno preso Inzaghi avendo la pazienza per aprire un ciclo anche quando al primo hanno non ha portato trofei e la tentazione di cambiare era alta. In questo modo crei sinergie, affiatamento, coesione, spirito di appartenenza tutte cose che da noi sono utopiche, d'altronde cosa vuoi creare se gestisci la rosa come un grande magazzino e i giocatori come figurine, quelli che compri in estate e che dovevano essere leader (penso ad esempio a Morata) li rivendi a gennaio creando e trasmettendo incertezza, cambi tre allenatori da un anno all'altro pretendendo che questi facciano i miracoli senza nemmeno poter incidere sul modo di stare in campo, vendi e licenzi le figure che più di ogni altra avevano dentro e sapevano trasmettere all'ambiente quello che noi definiamo milanismo, i nomi è inutili farli tanto sono noti a tutti.
Questo, oltre al fatto di aver messo figure competenti e non improvvisate nei posti di comando, mettendo AD una piovra della Lega qual è Marotta ed un allenatore serio e con idee chiare e comprovate nel nostro campionato quale Inzaghi, ha fatto sì di saper reggere l'urto anche di fronte ad un terremoto societario tra la vicenda Zhan-Oaktree in cui l'abilità non da poco è stata isolare il gruppo squadra da queste faccende e oleare gli ingranaggi di media e stampa affinché tenessero lontano lo stillicidio di notizie giornaliere, come avviene al Milan in cui ogni giorno si riportano notizie di rotture tra Ibra e Furlani, tra Elliot e Cardinale, tra Conceicao e Ibra, trai giocatori e l'allenatore.
Insomma, in fin dei conti per creare un gruppo vincente a medio-lungo termine basta esattamente fare l'opposto di quello che abbiamo fatto noi negli ultimi due anni.