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Barbara Berlusconi, AD del Milan intervistata dalla rivista inglese FourFourTwo, spiega le strategie del Milan per il futuro. L'intervista è stata effettuata due mesi fa ma rilasciata, integralmente, solo oggi. Ecco, di seguito, le parole di Barbara:
"Il confronto con Galliani? E' stato duro ma costruttivo. I risultati sul campo sono fondamentali, ma non sono tutto. Alla fine degli anni Novanta molti club hanno investito gli introiti dei diritti tv negli ingaggi senza rinnovare le strutture e creare valore. Ma così nulla è rimasto per gli impianti e per lo sviluppo. In questo senso una società come l'Arsenal ha seguito una filosofia opposta: meno risultati sportivi, più spettacolo e risultati commerciali. Può piacere o meno ma è un modello a cui si deve guardare con interesse. Seedorf? Mio padre lo ha sempre stimato come professionista e come uomo. Le donne sono sempre più presenti nel calcio perché è un vero e proprio business. Non si può fare finta che questo sport sia un intrattenimento come un altro. Nel nostro Paese genera un indotto di circa 8 miliardi di euro. Stiamo valutando soluzioni alternative a San Siro. Ma decisioni non sono state ancora prese anche perché il tema è molto complesso. Il Fair Play Finanziario? E' l'unico orientamento possibile. Vedremo se è solo uno slogan o sarà applicato veramente. Il Milan sta affrontando una profonda riorganizzazione, puntiamo molto sui giovani, su una struttura di osservatori in grado di scovare nuovi talenti in tutto il mondo. L'obiettivo è ingaggiarli prima che diventino top player e il loro costo diventi difficile da sostenere. Ma questo senza rinunciare ai grandi acquisti, ai grandi top player. Aumentare i ricavi è una sfida centrale. Solo così potremmo autofinanziarci e permetterci qualche top player in più. Una sfida che darà i primi risultati nel medio periodo. Siamo chiamati a vincere la sfida della modernità
"Il confronto con Galliani? E' stato duro ma costruttivo. I risultati sul campo sono fondamentali, ma non sono tutto. Alla fine degli anni Novanta molti club hanno investito gli introiti dei diritti tv negli ingaggi senza rinnovare le strutture e creare valore. Ma così nulla è rimasto per gli impianti e per lo sviluppo. In questo senso una società come l'Arsenal ha seguito una filosofia opposta: meno risultati sportivi, più spettacolo e risultati commerciali. Può piacere o meno ma è un modello a cui si deve guardare con interesse. Seedorf? Mio padre lo ha sempre stimato come professionista e come uomo. Le donne sono sempre più presenti nel calcio perché è un vero e proprio business. Non si può fare finta che questo sport sia un intrattenimento come un altro. Nel nostro Paese genera un indotto di circa 8 miliardi di euro. Stiamo valutando soluzioni alternative a San Siro. Ma decisioni non sono state ancora prese anche perché il tema è molto complesso. Il Fair Play Finanziario? E' l'unico orientamento possibile. Vedremo se è solo uno slogan o sarà applicato veramente. Il Milan sta affrontando una profonda riorganizzazione, puntiamo molto sui giovani, su una struttura di osservatori in grado di scovare nuovi talenti in tutto il mondo. L'obiettivo è ingaggiarli prima che diventino top player e il loro costo diventi difficile da sostenere. Ma questo senza rinunciare ai grandi acquisti, ai grandi top player. Aumentare i ricavi è una sfida centrale. Solo così potremmo autofinanziarci e permetterci qualche top player in più. Una sfida che darà i primi risultati nel medio periodo. Siamo chiamati a vincere la sfida della modernità