- Registrato
- 28 Agosto 2012
- Messaggi
- 3,346
- Reaction score
- 1,243
Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.
Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.
I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):
"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi
Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?
Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"
Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%
Lucia Azzolina però resiste stoicamente:
"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.
Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"
Ripeto un mio commento che feci un mesetto fa. Sono giovane, ma a memoria non ricordo un Ministro più incompetente di questa qua, e dire che di pagliacci ne abbiamo avuti negli ultimi 30 anni di politica.
Come ha già detto qualcuno in questo topic, buona parte dei morti e contagiati della seconda ondata sono sulla sua coscienza e sulla sua idiozia nell'aprire a tutti i costi a settembre.