Azzolina:"Pronta a tutto per la scuola"

Andris

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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?

Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"
 

bmb

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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore? Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"

Meglio perderle che non averle mai avute come te.

Ma, al solito, la colpa non è tua. E' di chi ti ci ha messo e ti tiene ancora lì.
 

Darren Marshall

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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?

Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"

Che vuol dire tutto il resto non ha rilevanza?! Ma come ragiona questa?
La scuola dovrebbe continuare la DAD quest'anno, ma possibile che non capiscono niente?
 
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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?

Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"

Questa signora è davvero imbarazzante
 

Andris

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Che vuol dire tutto il resto non ha rilevanza?! Ma come ragiona questa?
La scuola dovrebbe continuare la DAD quest'anno, ma possibile che non capiscono niente?

questa vuole vederci tipo una zona di guerra dove si muore in casa ma si prova ad andare a scuola.
l'economia di guerra sta per arrivare e in parte c'è già,con la scuola saremmo tipo Sarajevo assediata
 

Albijol

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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?

Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
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Azzolina è la causa principale dei morti da covid da ottobre in poi, tutto il resto non ha rilevanza
 

gabri65

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Io non l'ho certo votata.

Se ne assumano la responsabilità i fanatici PD/5S.

Onestamente di eventuali scuse e ravvedimenti (ma ne vedo pochi, anzi vedo insistenze) non me ne faccio niente, preferirei avere sottomano coloro che hanno dato la preferenza a queste bestie oscene.
 

Swaitak

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Lucia Azzolina non vuole sentire ragioni, persino i rigoristi del governo e i presidi frenano così come vari governatori.

Il 7 gennaio si torna in aula almeno al 75% di capienza, tutto il resto non ha rilevanza.

I presidi iniziano a far di conto e qualcosa non va sulle linee guida (entrate scaglionate di due ore in ingresso e uscita):

"È una richiesta irreale e impossibile per diversi motivi, a cominciare dalla complessità nell'organizzare gli orari per i docenti che insegnano su più classi

Che cosa accadrebbe a quelle classi che entrano alle 10 e devono stare a lezione per 6 ore?

Innanzitutto resterebbero a digiuno perché nelle scuole superiori non ci sono i locali della mensa. Senza contare che uscire alle 16 significherebbe veder dimezzato il pomeriggio, senza tempo per studiare"


Veneto, Campania, Puglia, Lombardia, Piemonte chiedono di ridurre almeno al 50%

Lucia Azzolina però resiste stoicamente:

"Non fa niente che il 7 sia un giovedì
non possiamo perdere nemmeno un'altra ora.

Se lasciamo i nostri studenti a fare solo didattica a distanza è il Paese che un giorno perderà competenze.
La scuola è anche motore di sviluppo economico del Paese.
Non si può dire a un negozio: è giovedì, resta chiuso.
Perché perderebbe l'incasso: ecco, anche la scuola ha il suo incasso"

scambiamola con Zaki
 

malos

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Non pesavo fosse possibile ma ho nostalgia di quelli della prima repubblica e anche di quelli della seconda. Raccappriciante sta gentaglia, incompetenti e pericolosissimi.
 
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