Azzolina:"A settembre solo alcuni a scuola"

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La mia critica ha nulla a che vedere col momento attuale, è un mio pensiero convinto e 'assoluto'.
Fare buona scuola credo sia una missione impossibile per molti docenti perché sono proprio inadeguati al ruolo.
Il professore 'ideale' deve essere preparato ma non deve essere troppo 'classico ' nel modo di porsi e nel modo di trasmettere il sapere. Non mi sorprendo affatto quindi che in questa fase si faccia una fatica tremenda a portare avanti i programmi didattici, visto che ora si che servirebbero fantasia, capacità riassuntiva , stimolazione con quadri sinottici e tanti altri aspetti per sopperire alla mancanza della presenza in classe.
Sono troppi i personaggi che si improvvisano docenti solo perché ingositi dallo stipendio fisso e poi i disastri sono solo l'ovvia conseguenza.
Sui genitori stendo un velo pietoso , sono i primi artefici dei disastri.

Non lavoro a scuola ma sono anche istruttore di base di calcio e mi sono spesso trovato in mezzo tra docenti, genitori e pure i preti di turno e conosco bene certe realtà.

Piccola, ma doverosa premessa: ho preso spunto dal tuo intervento per poi addentrarmi in una discussione più ampia, ma le critiche che ho mosso non erano in alcun modo rivolte a te.
Messe in questi termini, concordo con le tue parole. Secondo me, bisognerebbe ripensare la preparazione stessa della figura del docente a partire dalle università. Come saprai, per accedere a una classe di concorso occorre aver acquisito un determinato numero di crediti in alcune discipline ben precise. Porto un esempio relativo alla mia classe di concorso (A-13): l'insegnamento del latino e del greco viene certificato in seguito all'acquisizione di almeno 24 cfu per disciplina, numero che corrisponde a due annualità. Naturalmente, le due letterature costituiscono il cuore della facoltà e attorno a esse ruota una serie di discipline ausiliarie che hanno una maggiore o minore importanza a seconda del curriculum prescelto. Alcune di queste discipline sono obbligatorie, altre opzionali ed è qui che si crea il primo "pasticcio": alcuni ragazzi, svogliati e attratti dalle rendite derivanti dall'occupazione, scelgono discipline morbide che richiedono minor applicazione e impegno, tralasciando altre che per me sono imprescindibili per il nostro lavoro - trovo sconcertante che un professore di lettere classiche abbia nel suo bagaglio solo 6 cfu di filologia (classica, bizantina o neotestamentaria che sia). Secondo "pasticcio": due annualità di latino e greco sono poche. Ne servono almeno quattro ed è per questo che ho scelto di reiterarle per altri due anni, così da avere la prova di essere davvero in grado di poter svolgere l'incarico desiderato. Affideresti la preparazione classica di un ragazzo a un docente che ha alle spalle due sole annualità di latino e greco, magari passati con un 18 al quarto/quinto tentativo, e un esame da 6 cfu di filologia? Io no. Eppure di docenti così ce ne sono, docenti che hanno scelto percorsi semplificati dimostrando scarsa applicazione e confidando unicamente nel fatto che quegli esami sarebbero stati sufficienti a tutelarli. Questo è frustrante e non ha nulla a che vedere con la "buona scuola". Ho parlato unicamente del settore che meglio conosco, ma problematiche simili sono rintracciabili in ogni ambito.
Scusami se mi sono dilungato e grazie per questi scambi di vedute molto proficui.
 
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Piccola, ma doverosa premessa: ho preso spunto dal tuo intervento per poi addentrarmi in una discussione più ampia, ma le critiche che ho mosso non erano in alcun modo rivolte a te.
Messe in questi termini, concordo con le tue parole. Secondo me, bisognerebbe ripensare la preparazione stessa della figura del docente a partire dalle università. Come saprai, per accedere a una classe di concorso occorre aver acquisito un determinato numero di crediti in alcune discipline ben precise. Porto un esempio relativo alla mia classe di concorso (A-13): l'insegnamento del latino e del greco viene certificato in seguito all'acquisizione di almeno 24 cfu per disciplina, numero che corrisponde a due annualità. Naturalmente, le due letterature costituiscono il cuore della facoltà e attorno a esse ruota una serie di discipline ausiliarie che hanno una maggiore o minore importanza a seconda del curriculum prescelto. Alcune di queste discipline sono obbligatorie, altre opzionali ed è qui che si crea il primo "pasticcio": alcuni ragazzi, svogliati e attratti dalle rendite derivanti dall'occupazione, scelgono discipline morbide che richiedono minor applicazione e impegno, tralasciando altre che per me sono imprescindibili per il nostro lavoro - trovo sconcertante che un professore di lettere classiche abbia nel suo bagaglio solo 6 cfu di filologia (classica, bizantina o neotestamentaria che sia). Secondo "pasticcio": due annualità di latino e greco sono poche. Ne servono almeno quattro ed è per questo che ho scelto di reiterarle per altri due anni, così da avere la prova di essere davvero in grado di poter svolgere l'incarico desiderato. Affideresti la preparazione classica di un ragazzo a un docente che ha alle spalle due sole annualità di latino e greco, magari passati con un 18 al quarto/quinto tentativo, e un esame da 6 cfu di filologia? Io no. Eppure di docenti così ce ne sono, docenti che hanno scelto percorsi semplificati dimostrando scarsa applicazione e confidando unicamente nel fatto che quegli esami sarebbero stati sufficienti a tutelarli. Questo è frustrante e non ha nulla a che vedere con la "buona scuola". Ho parlato unicamente del settore che meglio conosco, ma problematiche simili sono rintracciabili in ogni ambito.
Scusami se mi sono dilungato e grazie per questi scambi di vedute molto proficui.

Ma ci mancherebbe, per me è un piacere confrontarmi su tematiche come queste.
Se poi lo si fa con uno come te che conosce bene questo mondo tanto meglio.
Ecco, hai tirato fuori una delle tante incongruenze che vengono fuori e che non aiutano a realizzare una 'buona scuola'.

Ma del sostegno poi ne vogliamo parlare?? Un settore talmente delicato e importante gestito..... in maniera disastrosa.

Comunque io credo che, al di là delle preparazione del docente e della sua formazione , tre dovrebbero essere le qualità imprescindibili per formare un buon docente :

1- un docente deve amare il suo lavoro e la sua materia. Non si possono trasmettere sapere e valori se chi lo fa lo fa solo per garantirsi uno stipendio e non ama ciò che fa. E si vede lontano un miglio quando un docente non ama il suo lavoro;

2- metodo. Un docente deve avere un buon metodo che non necessariamente collima coi soliti schemi;

3-personalità. Ma ci rendiamo conto cosa voglia dire mettere un maestro in mezzo a dei bambini o buttarlo in pasto a dei ragazzi??
Se va male i ragazzi lo ignorano o lo rispettano solo per timore, se va male se lo sbranano.
Consentimi la forzatura/cattiveria ma credo possa essere efficace : uno sfigato non può fare il professore. Il professore deve aprire menti , non chiuderle definitivamente.
 
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Ma ci mancherebbe, per me è un piacere confrontarmi su tematiche come queste.
Se poi lo si fa con uno come te che conosce bene questo mondo tanto meglio.
Ecco, hai tirato fuori una delle tante incongruenze che vengono fuori e che non aiutano a realizzare una 'buona scuola'.

Ma del sostegno poi ne vogliamo parlare?? Un settore talmente delicato e importante gestito..... in maniera disastrosa.

Comunque io credo che, al di là delle preparazione del docente e della sua formazione , tre dovrebbero essere le qualità imprescindibili per formare un buon docente :

1- un docente deve amare il suo lavoro e la sua materia. Non si possono trasmettere sapere e valori se chi lo fa lo fa solo per garantirsi uno stipendio e non ama ciò che fa. E si vede lontano un miglio quando un docente non ama il suo lavoro;

2- metodo. Un docente deve avere un buon metodo che non necessariamente collima coi soliti schemi;

3-personalità. Ma ci rendiamo conto cosa voglia dire mettere un maestro in mezzo a dei bambini o buttarlo in pasto a dei ragazzi??
Se va male i ragazzi lo ignorano o lo rispettano solo per timore, se va male se lo sbranano.
Consentimi la forzatura/cattiveria ma credo possa essere efficace : uno sfigato non può fare il professore. Il professore deve aprire menti , non chiuderle definitivamente.

Hai perfettamente ragione e qui torniamo alla tua prima osservazione: quanti scelgono questo lavoro per passione? Per molti è un ripiego o un modo per lavorare senza competenze e qualifiche. Andrebbe riformato tutto fin dalle fondamenta: i ragazzi meritano di avere persone che li possano indirizzare sulla retta strada, in piena sintonia e collaborazione con le famiglie. Dobbiamo fare del nostro meglio per evitare che anche solo un alunno vada perdendosi, ma si ha davvero bisogno di genitori disponibili al dialogo: per fortuna, esistono ancora persone di questo tipo.
Hai poi toccato il tema delicatissimo del sostegno: spesso si scelgono ragazzotti bravi e volenterosi, ma senza nessuna reale competenza in materia. Aggiungici che gli psicologi, che dovrebbero guidarli, spesso non fanno alcunché e ti trovi un quadro da brividi.
 
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