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Asti: parrucchiera riapre salone:"Se non lavoro non mangio".
Come riportato da La Stampa, una parrucchiera di Asti ha alzato la saracinesca del proprio negozio, riaprendolo in segno di protesta contro il Governo. Le parole della donna, esasperata dalla situazione che stiamo vivendo:"Ho preso questa decisione dopo che ho sentito che il governo ha deciso di riaprire le librerie. Perchè noi parrucchieri invece non possiamo lavorare? Io da febbraio facevo entrare le clienti una per volta e mi ero dotata di mascherine e gel igienizzanti . Ho fatto un investimento per me sostanzioso che si è tradotto in una spesa inutile in pochi giorni, perchè ci hanno fatto chiudere. Questa emergenza mi sta umiliando. Ogni volta che mio padre e mia madre oppure uno dei miei figli mi aiuta portandomi del cibo per me o per i miei animali, mi sento morire. Com’è possibile che dopo 40 anni di lavoro, una vita di sacrifici, ci si possa ridurre così? Sono in ginocchio, ma non voglio inginocchiami davanti allo Stato. Per questo protesto. Vorrei riprendere a lavorare riducendo il numero dei clienti. Sarebbe una boccata d’ossigeno che mi permetterebbe di vivere come ho sempre fatto, con dignità. Ovviamente fornirei tutte le protezioni necessarie per la sicurezza di tutti".
Come riportato da La Stampa, una parrucchiera di Asti ha alzato la saracinesca del proprio negozio, riaprendolo in segno di protesta contro il Governo. Le parole della donna, esasperata dalla situazione che stiamo vivendo:"Ho preso questa decisione dopo che ho sentito che il governo ha deciso di riaprire le librerie. Perchè noi parrucchieri invece non possiamo lavorare? Io da febbraio facevo entrare le clienti una per volta e mi ero dotata di mascherine e gel igienizzanti . Ho fatto un investimento per me sostanzioso che si è tradotto in una spesa inutile in pochi giorni, perchè ci hanno fatto chiudere. Questa emergenza mi sta umiliando. Ogni volta che mio padre e mia madre oppure uno dei miei figli mi aiuta portandomi del cibo per me o per i miei animali, mi sento morire. Com’è possibile che dopo 40 anni di lavoro, una vita di sacrifici, ci si possa ridurre così? Sono in ginocchio, ma non voglio inginocchiami davanti allo Stato. Per questo protesto. Vorrei riprendere a lavorare riducendo il numero dei clienti. Sarebbe una boccata d’ossigeno che mi permetterebbe di vivere come ho sempre fatto, con dignità. Ovviamente fornirei tutte le protezioni necessarie per la sicurezza di tutti".