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L'assessore Martina Riva sul nuovo stadio di Milan e Inter ad Affaritaliani:"Ci sono stati undici incontri in cui sono stati trattati profili urbanistici, ambientali, viabilistici e di pubblica sicurezza. Per quanto non sia semplice partecipare senza competenze tecniche, dal dibattito sono emerse alcune criticità che consentiranno una migliore perimetrazione del progetto. Il Comune sta ora formulando alle squadre alcune specifiche richieste che sono emerse dal dibattito per poi esprimersi. In definitiva le soluzioni realistiche sono due: realizzare il nuovo stadio, perfezionando il progetto delle squadre in base alle principali risultanze emerse dal dibattito pubblico; oppure dire no al nuovo stadio, ma in questo caso vi sarebbe la possibilità che le squadre se ne vadano da Milano. Una conclusione che, da cittadina prima che da amministratrice, ritengo vada evitata. Onestamente penso che il pericolo di fuga di Milan e Inter esista. È troppo importante per le squadre moderne, oramai, ottimizzare la loro gestione. E credo sia proprio uno degli aspetti che da milanesi dobbiamo scongiurare".
"Ristrutturare San Siro? Lo studio presentato ci dice che non è possibile. Ci dice che ci sono alcune criticità originarie a cui non si potrebbe porre rimedio con una semplice ristrutturazione: problematiche di barriere architettoniche, ambientali, acustiche, di deflusso dei tifosi. Entro l’inizio di gennaio poco tempo il Comune dovrà dire sì o no. O si conferma l’interesse pubblico sul progetto delle squadre, cioè il nuovo stadio, oppure no. Io tengo sempre bene a mente, però, che se le squadre non vogliono ristrutturare San Siro, nessuno le può obbligare a farlo. E per il Comune sarebbe economicamente insostenibile ristrutturarlo e poi mantenerlo senza il supporto economico di un altro soggetto. Il rischio sarebbe quello di ritrovarci con uno stadio enorme, molto gravoso da mantenere, e che potremmo poi trovarci a dover demolire a nostre spese in quanto inutilizzato, e senza avere avuto nemmeno il vantaggio di una riqualificazione dell’area intorno allo stadio. Penso che il destino del calcio milanese sia anche nelle nostre mani e che Milano debba continuare a giocare un ruolo da protagonista. E se a volte è doloroso abbandonare le proprie certezze, il futuro lo si affronta solo guardando avanti. Non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione di fare un salto di qualità: dal punto di vista sportivo e dal punto di vista della riqualificazione urbanistica".
"Ristrutturare San Siro? Lo studio presentato ci dice che non è possibile. Ci dice che ci sono alcune criticità originarie a cui non si potrebbe porre rimedio con una semplice ristrutturazione: problematiche di barriere architettoniche, ambientali, acustiche, di deflusso dei tifosi. Entro l’inizio di gennaio poco tempo il Comune dovrà dire sì o no. O si conferma l’interesse pubblico sul progetto delle squadre, cioè il nuovo stadio, oppure no. Io tengo sempre bene a mente, però, che se le squadre non vogliono ristrutturare San Siro, nessuno le può obbligare a farlo. E per il Comune sarebbe economicamente insostenibile ristrutturarlo e poi mantenerlo senza il supporto economico di un altro soggetto. Il rischio sarebbe quello di ritrovarci con uno stadio enorme, molto gravoso da mantenere, e che potremmo poi trovarci a dover demolire a nostre spese in quanto inutilizzato, e senza avere avuto nemmeno il vantaggio di una riqualificazione dell’area intorno allo stadio. Penso che il destino del calcio milanese sia anche nelle nostre mani e che Milano debba continuare a giocare un ruolo da protagonista. E se a volte è doloroso abbandonare le proprie certezze, il futuro lo si affronta solo guardando avanti. Non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione di fare un salto di qualità: dal punto di vista sportivo e dal punto di vista della riqualificazione urbanistica".

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