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Uno studio su 600 pazienti ospedalieri tra Italia e Grecia, pubblicato in pre-print su medRxiv, ha dato un utile risultato parziale sulla bontà dell'uso precoce di anakinra, un farmaco antinfiammatorio di uso comune.
Alla ricerca hanno partecipato l'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l'IRCCS Humanitas, l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l'IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l'Ospedale di Jesolo e l'Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.
"Con una somministrazione precoce e mirata del farmaco, in associazione con lo standard terapeutico attuale, si è registrata una riduzione del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave nei pazienti con Covid-19 ricoverati con prognosi sfavorevole, riducendo di 4 giorni il tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva.
Il trattamento, inoltre, ha aumentato il numero di dimissioni dall'ospedale senza evidenza di infezione, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo"
Entusiasta il direttore di infettivologia dello Spallanzani:
"Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus.
Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid"
Adnkronos
Alla ricerca hanno partecipato l'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l'IRCCS Humanitas, l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l'IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l'Ospedale di Jesolo e l'Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.
"Con una somministrazione precoce e mirata del farmaco, in associazione con lo standard terapeutico attuale, si è registrata una riduzione del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave nei pazienti con Covid-19 ricoverati con prognosi sfavorevole, riducendo di 4 giorni il tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva.
Il trattamento, inoltre, ha aumentato il numero di dimissioni dall'ospedale senza evidenza di infezione, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo"
Entusiasta il direttore di infettivologia dello Spallanzani:
"Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus.
Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid"
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