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Andrea Pirlo
Nato il: 19 maggio 1979
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 177 cm
Peso: 68 kg
Ho ammirato un giocatore fantastico che fa quello che vuole con il pallone tra i piedi e aiuta la squadra anche in copertura. Questo giocatore è Pirlo.
Johan Cruyff
È il più brasiliano dei giocatori europei. Ritmo, tecnica, senso della posizione, geometrie. Fantastico. E’ il primo giocatore che vorrei nella mia squadra dei sogni
Carlos Dunga
Uno Zico piazzato davanti alla difesa
Carlos Alberto Parreira
Al mondo non esiste nessuno forte come lui
Carlo Ancelotti
Andrea Pirlo nasce a Flero, Brescia, il 19 maggio 1979. Dopo aver mosso i primi passi in piccole società del bresciano, come il Flero e la Voluntas, a tredici anni entra nel settore giovanile del Brescia. Con le rondinelle Pirlo vince il torneo di Viareggio nel 1996. Quella è probabilmente una delle migliori nidiate di sempre del settore giovanile del Brescia, in quella squadra infatti trovavano spazio anche Diana (13 presenze in nazionale) Baronio e Bonazzoli (una presenza a testa con la nazionale maggiore)
Pirlo fa il suo esordio in prima squadra, e in Serie A, il 21 maggio 1995, due giorni dopo aver compiuto sedici anni, nel corso di Reggiana 2-0 Brescia, sostituendo Marco Schenardi a dieci minuti dal termine della gara.
Nella stagione successiva non colleziona alcuna presenza, mentre nella stagione 1996-97 gioca 17 partite segnando due reti, il Brescia viene promosso in Serie A.
Alla sua prima vera stagione nella massima serie, Pirlo gioca con continuità, anche se partendo spesso dalla panchina nella prima parte di stagione. Alla sesta giornata realizza il suo primo gol in serie A, in un Brescia 4-0 Vicenza, suo l'ultimo gol della gara. A fine stagione saranno 29 le presenze di Pirlo condite da 4 gol.
Nonostante la retrocessione del Brescia, Pirlo è comunque riuscito a mettere in mostra il suo talento e a fine stagione viene acquistato dall'Inter per 11 miliardi di lire. In estate sembra destinato a passare in prestito al Bologna nell'operazione che porterà Baggio all’Inter, ma alla fine resta a Milano nonostante l’Inter concluda comunque positivamente l’acquisto del divin codino.Nonostante qualche buona prestazione iniziale, Pirlo fatica a trovare spazio da protagonista e chiude la stagione con 32 partite ufficiali giocate, ma con soli 979 minuti giocati.
Nella stagione 1999/2000, i nerazzurri decidono quindi di trovare una soluzione che possa garantire un impiego più continuo per il giovane trequartista bresciano, che viene mandato in prestito alla Reggina.
La squadra calabrese è una formazione neopromossa alla sua prima storica stagione in Serie A.
A Reggio Pirlo ritrova l’amico Baronio, anche lui rimbalzato dal primo vero grande approccio con il grande calcio, nella Lazio, e bisognoso di giocare.
La Reggina nona a quattro giornate dal termine, si salverà con un paio di turni di anticipo, guidata dalle prestazioni di giovani come Pirlo e Kallon, ma soprattutto da uno straordinario Baronio in mezzo al campo.
In estate Pirlo e Baronio sono grandi protagonisti anche nell'Europeo Under 21 in Slovacchia, a decidere la finale con la Repubblica Ceca sarà proprio una doppietta di Pirlo, che così consegna il titolo agli azzurrini allenati da Marco Tardelli. Pochi mesi più tardi lo stesso gruppo proverà a conquistare una medaglia alle Olimpiadi di Sydney, ma l’Italia dovrà fermarsi ai quarti contro gli spagnoli grandi favoriti, che alla fine però conquisteranno l’argento sconfitti in finale dal Camerun di Eto’o e Mboma.
Dopo la stagione alla Reggina e l’affermazione con l’Under, Pirlo sembra pronto a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche con l’Inter, ma per i nerazzurri sarà una stagione tutta in salita, che inizia con la clamorosa eliminazione nei preliminari di Champions League ad opera dei modesti svedesi dell’Helsingborg, la sconfitta nella supercoppa italiana con la Lazio per 4-3, e la sconfitta per 2-1 a Reggio Calabria costano la panchina a Marcello Lippi.
Il presidente dell’Inter Moratti decide di affidare la panchina a Marco Tardelli, l’allenatore che soli pochi mesi prima aveva affidato la sua Under 21 proprio a Pirlo, sembra quindi il momento giusto per il talento bresciano per poter trovare più spazio, in realtà sarà l’inizio della fine della sua esperienza nerazzurra.
Tardelli infatti preferisci affidarsi a giocatori più esperti, e i numeri di Pirlo quando arriva la sosta invernale sono impietosi, con 8 partite giocate per un totale di 326 minuti. L’Inter decide quindi di mandare nuovamente il giocatore in prestito, e Pirlo fa ritorno nella sua Brescia.
In realtà anche nella squadra allenata da Carletto Mazzone, sembra esserci come possibilità solo quella di fare da vice di quel Roberto Baggio che già aveva incontrato all’Inter, e che ora ha 34 anni. Nelle prime partite infatti, complice l’assenza di Baggio infortunato, Pirlo gioca da seconda punta al fianco di Dario Hübner.
Con il rientro di Baggio, non volendo rinuncia alla qualità di Pirlo, Mazzone decide di provare il giovane trequartista bresciano in una nuova posizione, da regista davanti la difesa.
Pirlo nel nuovo ruolo convince, e proprio da un suo lancio nasce lo splendido gol di Baggio che all'86° consentirà al Brescia di pareggiare in casa della Juventus. Ad inizio aprile però un infortunio chiuderà la sua stagione con un paio di mesi di anticipo.
Nell'estate del 2001, non credendo più nel giocatore, l’Inter cede il giocatore al Milan per 35 miliardi di lire, in quella che sembra più un operazione per aggiustare i bilanci delle due società, che un operazione con un utilità tecnica. Il Milan, comunque, per bocca dell’amministratore delegato Adriano Galliani, smorza subito ogni voce su una possibile nuova partenza dell’ormai 22enne Pirlo, annunciando che il giocatore resterà a disposizione del nuovo allenatore Terim.
Partendo con il posto di vice Rui Costa, Pirlo fatica a trovare spazio, la situazione migliora con l’arrivo sulla panchina del Milan di Carlo Ancelotti, ma Pirlo continua comunque ad essere una seconda scelta.
La stagione 2002/03 sarà quella della svolta per Pirlo, che in estate, complice anche la partenza di Albertini, chiede al mister Ancelotti di provarlo nella posizione in cui l’aveva provato Mazzone a Brescia, Ancelotti acconsente.
Pirlo nel nuovo (vecchio) ruolo si trova subito a proprio aggio, e sarà una grande fortuna per il Milan di Ancelotti, che con Pirlo in cabina di regia in cinque anni conquisterà: due Champions League, due Supercoppe Europee, un campionato, una Supercoppa italiana, un Mondiale per Club e una coppa Italia.
Non sono mancanti anche “dolori” dal punto di vista sportiva, come la finale di Istanbul, l’Intercontinentale con il Boca, e la disfatta di La Coruña.
Nel frattempo Pirlo si afferma anche in nazionale. Nel 2004 prende parte al suo primo grande torneo internazionale partecipando all’Europeo. Trapattoni commissario tecnico dal 2000, dopo le dimissioni di Dino Zoff, inizialmente non sembra molto convinto delle prestazione del bresciano, decide comunque di provarlo a pochi mesi dall'Europeo e alla fine lo convoca. Rimasto in panchina nella prima partita con la Danimarca, Pirlo diventa titolare dopo la squalifica di Totti in seguito allo sputo a Poulsen. Sfortunatamente la spedizione azzurra terminerà la propria avventura nella fase a gironi.
Sarà il Mondiale del 2006 a consacrare Pirlo e gli altri grandi giocatori italiani della sua generazione, con la vittoria in finale ai rigori sulla Francia di Zidane, il primo rigore dell’Italia lo calcerà e realizzerà proprio Pirlo.
Soprattutto è di Pirlo l’assist per il gol di Grosso che sbloccherà la grande semifinale con i padroni di casa della Germania.
Le ultime stagioni rossonere di Pirlo si rivelano opache, per una squadra che disgraziatamente non viene rinnovata dalla dirigenza, e che non mette i propri campioni nella possibilità di esprimersi al meglio.
Alcune scelte tattiche si rivelano poco fortunate, come quella di Leonardo di schierare Pirlo come mediano nel suo 4-2-fantasia.
Al termine della stagione 2010-11, Pirlo conquista il suo secondo scudetto in rossonero, ma in una stagione che lo vede per molto tempo costretto ai box.
A fine stagione, non trovando l’accordo economico e di durata del contratto con la società, che probabilmente per lui non vede un futuro ad alti livelli, Pirlo e il Milan si separano di comune accordo.
Sorretto da un sistema di gioco capace di esaltarne le caratteristiche, Pirlo a trentatré anni torna ad essere decisivo, e la Juventus conquista lo scudetto battendo nella volata finale proprio il Milan. Nell'estate del 2012, Pirlo si rende protagonista anche di un grande Europeo, che però alla fine vede l’Italia soccombere per 4-0 in finale contro la Spagna campione del Mondo e d’Europa in carica.
Andrea Pirlo è stato uno dei centrocampisti più forti della sua generazione, forse il più forte nel suo ruolo, capace come pochi altri di saper alternare il gioco corto al gioco lungo. Uno dei veri fuoriclasse italiani della sua generazione, diventato tale nel Milan.