Ancora Leao:"Gli inizi, il futuro, Il Milan, il libro, il razzismo...".

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Leao a Sky:"Quello all'Atalanta è un gol che volevo fare perché non segnavo da 5 mesi in Serie A. Farlo in una partita come quella, davanti ai nostri tifosi a San Siro è stato diverso per me". L’esultanza un po’ polemica? "La critica mi spinge. La critica costruttiva, chiaramente. Il calcio però è così, l’importante è come va la squadra". Che gli ha detto Pioli dopo domenica? "Si aspetta sempre che io faccia grandi partite, conosce le mie qualità. Mi ha abbracciato dopo la partita perché ha sentito che ho fatto una grande partita". Pochi dubbi sul futuro: "Dove mi vedo? Al Milan".


Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

"Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".
 

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Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

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"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

"Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".

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Leao a Sky:"Quello all'Atalanta è un gol che volevo fare perché non segnavo da 5 mesi in Serie A. Farlo in una partita come quella, davanti ai nostri tifosi a San Siro è stato diverso per me". L’esultanza un po’ polemica? "La critica mi spinge. La critica costruttiva, chiaramente. Il calcio però è così, l’importante è come va la squadra". Che gli ha detto Pioli dopo domenica? "Si aspetta sempre che io faccia grandi partite, conosce le mie qualità. Mi ha abbracciato dopo la partita perché ha sentito che ho fatto una grande partita". Pochi dubbi sul futuro: "Dove mi vedo? Al Milan".


Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

"Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".

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Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

"Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".

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Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

"Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".
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Ancora Leao, alla presentazione del suo libero Smile. Ecco tutte le dichiarazioni:"L'arrivo allo Sporting? Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. È stato un momento difficile per me quando i tifosi dello Sporting ci attaccarono. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

"Il passaggio al Lille? Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abituarmi ad un nuovo paese. I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

"L'addio al Portogallo? È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

"Il razzismo? Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

"Il surf? Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

"La causa con lo Sporting? È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini? Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

"Ibra? Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

"Lo scudetto? Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole. Quando potrà riaccadere? Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

"Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Non potevo lasciarli. Li amo tanto".

"La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

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