Ancora Kalulu:"Esordio a centrocampo. Ibra mi ha aiutato".

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Nuova intervista rilasciata da Kalulu questa volta a City Stade:"Ero convinto che non era importante dove stessi andando - ammette - a causa del Covid ero bloccato da un grande dilemma per quanto riguardava il mio futuro professionale e non solo. La quarantena mi faceva abbastanza paura, si fermò ogni tipo di attività. Quando svolsi le visite mediche mi chiedevo cosa stessi facendo lì in quel momento, ma appena hai i documenti davanti e firmi non ci pensi più. Prima di arrivare al Milan non avevo mai firmato un contratto da professionista".

"Avevo un piano di adattamento fisico e tattico di qualche mese: è un gioco molto diverso dalla Francia. Pioli riteneva ci fossero giocatori migliori di me e lì ho dovuto stringere i denti". E alla prima in rossonero non giocò al centro della difesa: "Durante un allenamento il mister mi chiese se avessi mai giocato come centrocampista o ala destra e ho risposto di sì, ma avrei risposto alla stessa maniera se mi avesse chiesto di giocare al centro quando non giochi non hai diritto ad essere felice, sei tu che devi inseguire i tuoi obiettivi. Io fatico e sudo. All'esordio mi sono impegnato così tanto che non sentivo la pressione".

Al Lione Ci allenavamo per essere i migliori in ogni ruolo, anche a centrocampo. Quella generazione ha fatto notizia ma io non ero il più atteso. Fino a qualche anno fa non ero il più promettente, ma un buon giocatore: giocavo ottime partite e altre non così buone. Il difensore non è l'elemento che spicca di più in una partita. Però sono stato sempre consapevole del mio lavoro ed ero certo del fatto che avrei potuto arrivare in alto. Conta sempre la prospettiva: sta a te inseguire i tuoi obiettivi"

Ibra? Nei quattro mesi di adattamento lui era spesso con me. Mi ha incoraggiato molto, mi ha supportato, mi ha chiesto cose sulla vita privata. E poi ha notato che lavoravo sodo, gli è piaciuto il mio atteggiamento".
 

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Nuova intervista rilasciata da Kalulu questa volta a City Stade:"Ero convinto che non era importante dove stessi andando - ammette - a causa del Covid ero bloccato da un grande dilemma per quanto riguardava il mio futuro professionale e non solo. La quarantena mi faceva abbastanza paura, si fermò ogni tipo di attività. Quando svolsi le visite mediche mi chiedevo cosa stessi facendo lì in quel momento, ma appena hai i documenti davanti e firmi non ci pensi più. Prima di arrivare al Milan non avevo mai firmato un contratto da professionista".

"Avevo un piano di adattamento fisico e tattico di qualche mese: è un gioco molto diverso dalla Francia. Pioli riteneva ci fossero giocatori migliori di me e lì ho dovuto stringere i denti". E alla prima in rossonero non giocò al centro della difesa: "Durante un allenamento il mister mi chiese se avessi mai giocato come centrocampista o ala destra e ho risposto di sì, ma avrei risposto alla stessa maniera se mi avesse chiesto di giocare al centro quando non giochi non hai diritto ad essere felice, sei tu che devi inseguire i tuoi obiettivi. Io fatico e sudo. All'esordio mi sono impegnato così tanto che non sentivo la pressione".

Al Lione Ci allenavamo per essere i migliori in ogni ruolo, anche a centrocampo. Quella generazione ha fatto notizia ma io non ero il più atteso. Fino a qualche anno fa non ero il più promettente, ma un buon giocatore: giocavo ottime partite e altre non così buone. Il difensore non è l'elemento che spicca di più in una partita. Però sono stato sempre consapevole del mio lavoro ed ero certo del fatto che avrei potuto arrivare in alto. Conta sempre la prospettiva: sta a te inseguire i tuoi obiettivi"

Ibra? Nei quattro mesi di adattamento lui era spesso con me. Mi ha incoraggiato molto, mi ha supportato, mi ha chiesto cose sulla vita privata. E poi ha notato che lavoravo sodo, gli è piaciuto il mio atteggiamento".
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"Avevo un piano di adattamento fisico e tattico di qualche mese: è un gioco molto diverso dalla Francia. Pioli riteneva ci fossero giocatori migliori di me e lì ho dovuto stringere i denti". E alla prima in rossonero non giocò al centro della difesa: "Durante un allenamento il mister mi chiese se avessi mai giocato come centrocampista o ala destra e ho risposto di sì, ma avrei risposto alla stessa maniera se mi avesse chiesto di giocare al centro quando non giochi non hai diritto ad essere felice, sei tu che devi inseguire i tuoi obiettivi. Io fatico e sudo. All'esordio mi sono impegnato così tanto che non sentivo la pressione".

Al Lione Ci allenavamo per essere i migliori in ogni ruolo, anche a centrocampo. Quella generazione ha fatto notizia ma io non ero il più atteso. Fino a qualche anno fa non ero il più promettente, ma un buon giocatore: giocavo ottime partite e altre non così buone. Il difensore non è l'elemento che spicca di più in una partita. Però sono stato sempre consapevole del mio lavoro ed ero certo del fatto che avrei potuto arrivare in alto. Conta sempre la prospettiva: sta a te inseguire i tuoi obiettivi"

Ibra? Nei quattro mesi di adattamento lui era spesso con me. Mi ha incoraggiato molto, mi ha supportato, mi ha chiesto cose sulla vita privata. E poi ha notato che lavoravo sodo, gli è piaciuto il mio atteggiamento".
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