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Ministro dello Sport difende Gravina a La Stampa:
«In pieno stile italiano ora muove una caccia al colpevole ed è un tema che non mi appassiona.
Faccio fatica a pensare che i comportamenti dei singoli calciatori e il tema della ludopatia possano essere responsabilità della Federazione.
Mi risulta che la FIGC, così come l’Associazione calciatori, abbiano investito in formazione sia per i professionisti che, soprattutto, per i giovani
«Deve essere chiara la differenza tra gioco legale e illegale. Il gioco legale è trasparente, ha dei limiti alle somme che si possono spendere e i pagamenti sono tracciati. Il gioco illegale non ha nulla di tutto questo.
Si deve contrastare la ludoptia, che è espressione di un disagio sociale, ma non si può rendere clandestino un settore economico che è regolato dallo Stato e dal quale lo Stato trae benefici
Il calcio vale l’1,37% del PIL nazionale.
Il PIL non misura l’impatto sociale dello sport, che è di molto superiore a qualsiasi dato riportato.
Ovviamente il governo farà qualcosa.
Anche in passato mi aspettavo che da ogni inciampo si prendesse spunto per aumentare il grado di impegno ed evidentemente, ma così non è stato».
Sarebbe mortificante se l’educazione dovesse essere frutto di un vincolo del governo. Interverrò, semmai, con una moral suasion per chiedere, attraverso la Federazione, che tutte le leghe e le componenti tecniche inseriscano negli Statuti, quindi tra gli obblighi, la formazione dei ragazzi».
«In pieno stile italiano ora muove una caccia al colpevole ed è un tema che non mi appassiona.
Faccio fatica a pensare che i comportamenti dei singoli calciatori e il tema della ludopatia possano essere responsabilità della Federazione.
Mi risulta che la FIGC, così come l’Associazione calciatori, abbiano investito in formazione sia per i professionisti che, soprattutto, per i giovani
«Deve essere chiara la differenza tra gioco legale e illegale. Il gioco legale è trasparente, ha dei limiti alle somme che si possono spendere e i pagamenti sono tracciati. Il gioco illegale non ha nulla di tutto questo.
Si deve contrastare la ludoptia, che è espressione di un disagio sociale, ma non si può rendere clandestino un settore economico che è regolato dallo Stato e dal quale lo Stato trae benefici
Il calcio vale l’1,37% del PIL nazionale.
Il PIL non misura l’impatto sociale dello sport, che è di molto superiore a qualsiasi dato riportato.
Ovviamente il governo farà qualcosa.
Anche in passato mi aspettavo che da ogni inciampo si prendesse spunto per aumentare il grado di impegno ed evidentemente, ma così non è stato».
Sarebbe mortificante se l’educazione dovesse essere frutto di un vincolo del governo. Interverrò, semmai, con una moral suasion per chiedere, attraverso la Federazione, che tutte le leghe e le componenti tecniche inseriscano negli Statuti, quindi tra gli obblighi, la formazione dei ragazzi».