Abate:"I miei obiettivi col Milan primavera".

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Ignazio Abate sugli obiettivi alla guida della prima vera del Milan:"È stato bellissimo varcare questi cancelli, sapete cosa rappresenta questo Club per me, cosa ha rappresentato e rappresenta questo centro sportivo: sono contentissimo. Speriamo di meritarcelo tutti insieme”.

"Sono orgoglioso che la scelta sia ricaduta su di me. Ringrazio la società, da Paolo , a Ricky (Massara, ndr) e Danzè. Soprattutto Angelo Carbone che l’anno scorso è stato il primo a credere in me e offrirmi questa opportunità. È una categoria molto importante, è un’avventura che va affrontata con grande serenità”.


"Con i ragazzi dell'U16 sono cresciuto tantissimo nel quotidiano a rapportarmi con loro, sono un libro aperto con le loro ansie e le loro paure. Mi hanno arricchito molto. È stato un anno determinante ma soprattutto dal punto di vista umano, del campo e tecnico, dove mi è stato permesso di sperimentare, di provare, di conoscere. Non si finisce mai di imparare mai. Sono molto curioso di capire e di imparare. A livello giovanile veramente c’è una struttura che è di alto livello, dall’area medica all’area video. I ragazzi crescono in un ambiente sano e all’avanguardia”.

"Obiettivi? Abbiamo il calendario pressocchè uguale alla prima squadra, dove in due-tre mesi ci saranno tantissime partite e pochissime pause. L’obiettivo reale in questo momento è creare una mentalità, quel senso di appartenenze e trasmettere quei valori importanti ai ragazzi. L’aspetto tecnico o tattico secondo me subentra in un secondo momento, adesso bisogna gettare le basi e creare un’anima che nei momenti di difficoltà aiuta e uscirà fuori. Senza cuore e senza anima si farà fatica. Lotteremo per vincere e convincere, questa società è abituata e richiede un calcio di un determinato livello. Ci sono dei valori, soprattutto in questa società e nello sport, che bisogna mettere nella testa dei ragazzi. Già se iniziamo a capire dove siamo e che maglia indossiamo allora getteremo delle buone basi. È una maglia prestigiosa che va rispettata e onorata non ogni domenica ma nel quotidiano. Poi penso che la squadra rispecchi sempre il proprio allenatore. Io sento un senso di responsabilità molto forte nei confronti della società. I ragazzi sono in un’età molto importante, ad un bivio della loro carriera dove decidere cosa voler fare da grandi. Per intraprendere questa professione, la più bella del mondo, bisogna fare dei sacrifici, essere professionali e soprattutto bisogna meritarselo, perché non siamo in una prima squadra, con i ragazzi cercherò di essere il più sincero possibile, e di dargli una mano in qualsiasi momento. Troveranno un amico e un compagno su cui fare affidamento, però su determinati valori non si transige”.


 

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Ignazio Abate sugli obiettivi alla guida della prima vera del Milan:"È stato bellissimo varcare questi cancelli, sapete cosa rappresenta questo Club per me, cosa ha rappresentato e rappresenta questo centro sportivo: sono contentissimo. Speriamo di meritarcelo tutti insieme”.

"Sono orgoglioso che la scelta sia ricaduta su di me. Ringrazio la società, da Paolo , a Ricky (Massara, ndr) e Danzè. Soprattutto Angelo Carbone che l’anno scorso è stato il primo a credere in me e offrirmi questa opportunità. È una categoria molto importante, è un’avventura che va affrontata con grande serenità”.


"Con i ragazzi dell'U16 sono cresciuto tantissimo nel quotidiano a rapportarmi con loro, sono un libro aperto con le loro ansie e le loro paure. Mi hanno arricchito molto. È stato un anno determinante ma soprattutto dal punto di vista umano, del campo e tecnico, dove mi è stato permesso di sperimentare, di provare, di conoscere. Non si finisce mai di imparare mai. Sono molto curioso di capire e di imparare. A livello giovanile veramente c’è una struttura che è di alto livello, dall’area medica all’area video. I ragazzi crescono in un ambiente sano e all’avanguardia”.

"Obiettivi? Abbiamo il calendario pressocchè uguale alla prima squadra, dove in due-tre mesi ci saranno tantissime partite e pochissime pause. L’obiettivo reale in questo momento è creare una mentalità, quel senso di appartenenze e trasmettere quei valori importanti ai ragazzi. L’aspetto tecnico o tattico secondo me subentra in un secondo momento, adesso bisogna gettare le basi e creare un’anima che nei momenti di difficoltà aiuta e uscirà fuori. Senza cuore e senza anima si farà fatica. Lotteremo per vincere e convincere, questa società è abituata e richiede un calcio di un determinato livello. Ci sono dei valori, soprattutto in questa società e nello sport, che bisogna mettere nella testa dei ragazzi. Già se iniziamo a capire dove siamo e che maglia indossiamo allora getteremo delle buone basi. È una maglia prestigiosa che va rispettata e onorata non ogni domenica ma nel quotidiano. Poi penso che la squadra rispecchi sempre il proprio allenatore. Io sento un senso di responsabilità molto forte nei confronti della società. I ragazzi sono in un’età molto importante, ad un bivio della loro carriera dove decidere cosa voler fare da grandi. Per intraprendere questa professione, la più bella del mondo, bisogna fare dei sacrifici, essere professionali e soprattutto bisogna meritarselo, perché non siamo in una prima squadra, con i ragazzi cercherò di essere il più sincero possibile, e di dargli una mano in qualsiasi momento. Troveranno un amico e un compagno su cui fare affidamento, però su determinati valori non si transige”.


Scelta inspiegabile.
 
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Scelta inspiegabile.
Ha vinto il campionato con l’under16, titolo giovanile che mancava da secoli.
Non é una patente di fenomeno, ma mi sembra il miglior biglietto da visita possibile.

Rimango comunque dell’idea che sia sbagliato giudicare il lavoro delle giovanili dai risultati.
Anche nell’intervista parla di dare prioritá a senso di appartenenza e mentalitá.

Per me andrebbero curatem

1) Tecnica
2) Tecnica
3) Tecnica.

Il resto si fará diventando grandi.
 
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Ha vinto il campionato con l’under16, titolo giovanile che mancava da secoli.
Non é una patente di fenomeno, ma mi sembra il miglior biglietto da visita possibile.

Rimango comunque dell’idea che sia sbagliato giudicare il lavoro delle giovanili dai risultati.
Anche nell’intervista parla di dare prioritá a senso di appartenenza e mentalitá.

Per me andrebbero curatem

1) Tecnica
2) Tecnica
3) Tecnica.

Il resto si fará diventando grandi.
concordo in pieno.
 
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Ignazio Abate sugli obiettivi alla guida della prima vera del Milan:"È stato bellissimo varcare questi cancelli, sapete cosa rappresenta questo Club per me, cosa ha rappresentato e rappresenta questo centro sportivo: sono contentissimo. Speriamo di meritarcelo tutti insieme”.

"Sono orgoglioso che la scelta sia ricaduta su di me. Ringrazio la società, da Paolo , a Ricky (Massara, ndr) e Danzè. Soprattutto Angelo Carbone che l’anno scorso è stato il primo a credere in me e offrirmi questa opportunità. È una categoria molto importante, è un’avventura che va affrontata con grande serenità”.


"Con i ragazzi dell'U16 sono cresciuto tantissimo nel quotidiano a rapportarmi con loro, sono un libro aperto con le loro ansie e le loro paure. Mi hanno arricchito molto. È stato un anno determinante ma soprattutto dal punto di vista umano, del campo e tecnico, dove mi è stato permesso di sperimentare, di provare, di conoscere. Non si finisce mai di imparare mai. Sono molto curioso di capire e di imparare. A livello giovanile veramente c’è una struttura che è di alto livello, dall’area medica all’area video. I ragazzi crescono in un ambiente sano e all’avanguardia”.

"Obiettivi? Abbiamo il calendario pressocchè uguale alla prima squadra, dove in due-tre mesi ci saranno tantissime partite e pochissime pause. L’obiettivo reale in questo momento è creare una mentalità, quel senso di appartenenze e trasmettere quei valori importanti ai ragazzi. L’aspetto tecnico o tattico secondo me subentra in un secondo momento, adesso bisogna gettare le basi e creare un’anima che nei momenti di difficoltà aiuta e uscirà fuori. Senza cuore e senza anima si farà fatica. Lotteremo per vincere e convincere, questa società è abituata e richiede un calcio di un determinato livello. Ci sono dei valori, soprattutto in questa società e nello sport, che bisogna mettere nella testa dei ragazzi. Già se iniziamo a capire dove siamo e che maglia indossiamo allora getteremo delle buone basi. È una maglia prestigiosa che va rispettata e onorata non ogni domenica ma nel quotidiano. Poi penso che la squadra rispecchi sempre il proprio allenatore. Io sento un senso di responsabilità molto forte nei confronti della società. I ragazzi sono in un’età molto importante, ad un bivio della loro carriera dove decidere cosa voler fare da grandi. Per intraprendere questa professione, la più bella del mondo, bisogna fare dei sacrifici, essere professionali e soprattutto bisogna meritarselo, perché non siamo in una prima squadra, con i ragazzi cercherò di essere il più sincero possibile, e di dargli una mano in qualsiasi momento. Troveranno un amico e un compagno su cui fare affidamento, però su determinati valori non si transige”.


Spero solo maldini l'abbia messo dove l'ha messo solo per fargli seguire delle linee guida dettate dall'alto.

Nelle giovanili non è importante vincere i campionati di categoria ma diventare calciatori.
Devono allenarsi a stretto contatto della prima squadra e una volta a settimana giocarci contro.
All'antica.
 
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