Concordo.
Da velista (poca roba, eh), si perde molto delle emozioni di una volta. Le barche "classiche" richiedono una maestria ed una esperienza mai pienamente sufficienti per dominare il mezzo, e il fattore umano è fondamentale. Puoi sopperire alle carenze dell'imbarcazione con il tuo ingegno e la tua bravura, e il "manico" viene fuori. Come al solito, prima era tutto molto più romantico.
Purtroppo è un fenomeno generalizzato, quando entra di mezzo la tecnologia si vedono sì performances incredibili, ma nel caso della vela si diventa più scienziati che navigatori. Probabilmente qualcuno si ricorderà i tattici che salivano in cima all'albero per scrutare il vento all'orizzonte. Non parliamo dei duelli in match race.
Adesso si vedono solo dei tizi che se ne stanno in gattabuia a premeri bottoni. Prendere in mano una scotta o agire manualmente sulla vela non esiste più, dentro la pancia queste astronavi sono ormai una poltiglia di meccatronica ed impianti idraulici automatizzati.
Per me la VERA America's Cup è terminata nel 1988, quando, dopo l'incredibile edizione a Perth West Australia, con ben 17 contendenti e regate da brivido con vento a 30 nodi e onde oceaniche che spezzavano le vele e gi alberi come fazzoletti di carta, ci fu il ribaltone con grane legali che decretò il passaggio alla formula delle barche sempre più tecnologiche. Chi è interessato recuperi del materiale e i video in rete, veramente emozionante.
Anche gli IACC degli anni '90 non erano male, ma già del sapore si stava perdendo, troppi soldi e sindacati di potenza finanziaria esuberante.
Solita sorte, giustamente osservato, per la Formula 1. Infatti è da tempo che l'ho abbandonata.
Comunque, questo è quello che abbiamo adesso. Prendere o lasciare.