Totalmente dalla parte di Totti.
Peccato che molta gente ragioni come il PD.
Manco se nel calcio bisogna essere per forza dei pariolini per poterci stare.
Concordo.
Per gestire una società, ma anche solo per avere voce in capitolo, ci vuole competenza. Se tu fossi il CEO di Apple per decidere le strategie chiameresti me perché sono bravo a mandare messaggi con l'IPhone?
Mi spiace, ma è una visione fredda, senza anima, e come tale destinata all'insuccesso.
Esiste qualcosa che va aldilà della managerialità da foglio excel e dalla laurea a pieni voti in economia. Un club di calcio deve trascendere da questi aspetti, benché importanti.
Visto che siamo a parlare di Apple, le aziende nascono e prosperano perché hanno un filo conduttore che lega le persone, i creatori e quelli che ci hanno messo la loro passione e vita. Le persone a capo sono quelle con esperienza, e che hanno vissuto in prima persona dall'interno tutte le fasi evolutive dell'azienda (o del club che dirsivoglia).
Nel momento in cui decidi di effettuare la transizione a un rigido modello, perdi l'aspetto emotivo, ti trasformi in multinazionale, e devi porti in modo diverso sul mercato. Devi sottostare a logiche imprenditoriali che mal si sposano con lo spirito iniziale. Cominci a venire odiato. Riesci a sostentarti solo grazie a politica, accordi sottobanco, prepotenze, e dirittti acquisiti. Ma lentamente vai verso l'estinzione.
Analoga cosa per un club di calcio. Non è vero che i club di calcio sono aziende. Lo sono solo superficialmente. Ma il dentro deve essere una cosa diversa. E tu lo sai bene, perché altrimenti, nello stesso momento in cui te ne accorgi, smetteresti immediatamente di tifare.