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Il dottor Zangrillo interrompe il suo silenzio stampa che si era autoimposto dopo le polemiche seguite dal suo ultimo intervento di luglio.
Ha preferito dedicarsi unicamente ai suoi pazienti,ora però ritorna a parlare non riconoscendosi ancora una volta in questa narrazione di terrore covid:
"Io lavoro e osservo: le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza.
Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di 4 pazienti Covid al giorno.
I medici sul territorio fanno la loro parte e purtroppo continuano a morire molte persone indipendentemente dall'infezione virale
Io sono un povero medico ospedaliero che si preoccupa di gestire con tempestività e qualità la diagnosi e la terapia della patologia.
Ma credo che la mitigazione dell'incidenza di patologie gravi da infezione virale dipenda nell'ordine: da cure corrette e tempestive, dalla responsabilità di ognuno e solo in casi estremi si debba applicare la misura coercitiva su base cromatica
Un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un'emergenza sanitaria.
Convivere con i virus, non con il virus richiede: nervi saldi, grande attenzione ai numeri della clinica, profilassi vaccinale con un piano realistico e non utopistico, credere nell'azione di un sistema sanitario che si occupi con tempestività e rigore di tutte le patologie.
Basta con i titoli ad effetto dei media che servono solo a disorientare, spaventare e proporre banalità"
Adnkronos
Ha preferito dedicarsi unicamente ai suoi pazienti,ora però ritorna a parlare non riconoscendosi ancora una volta in questa narrazione di terrore covid:
"Io lavoro e osservo: le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza.
Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di 4 pazienti Covid al giorno.
I medici sul territorio fanno la loro parte e purtroppo continuano a morire molte persone indipendentemente dall'infezione virale
Io sono un povero medico ospedaliero che si preoccupa di gestire con tempestività e qualità la diagnosi e la terapia della patologia.
Ma credo che la mitigazione dell'incidenza di patologie gravi da infezione virale dipenda nell'ordine: da cure corrette e tempestive, dalla responsabilità di ognuno e solo in casi estremi si debba applicare la misura coercitiva su base cromatica
Un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un'emergenza sanitaria.
Convivere con i virus, non con il virus richiede: nervi saldi, grande attenzione ai numeri della clinica, profilassi vaccinale con un piano realistico e non utopistico, credere nell'azione di un sistema sanitario che si occupi con tempestività e rigore di tutte le patologie.
Basta con i titoli ad effetto dei media che servono solo a disorientare, spaventare e proporre banalità"
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