Una gestione anglosassone del Milan: conseguenze

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Le prime mosse della gestione Elliott mi hanno indotto a queste considerazioni: che il vero proprietario sia ancora Berlusconi o qualcun altro o che sia effettivamente Elliott, la sostanza non cambia perchè il fine di questa gestione all'anglosassone è quello della rivendita a medio termine.
Per essere rivendibile, e con gran profitto, il Milan dovrà presentare innanzitutto un bilancio pluriennale in attivo e sostenibile, cioè che non richieda interventi diretti dell'azionista. Il modo più veloce di riportare il bilancio in attivo, come in tutte le società col bilancio in rosso, è il taglio dei costi del personale: quindi attendiamoci una prosecuzione delle politiche stile-Higuain; tutti quelli che guadagnano troppo saranno ceduti, e il prossimo della lista è Donnarumma.
Oltre al taglio dei costi, c'è l'incremento dei ricavi: da questo punto di vista, l'aumento degli sponsor richiede tempi non compatibili con il "medio termine" cui guarda il "progetto-Elliott" (cinque anni?). Devi prima entrare in Champions League per più anni, poi eventualmente gli sponsor verranno a bussare alla tua porta. Qui non ci sarà nulla di tutto questo. L'incremento dei ricavi passerà, necessariamente, per il "player trading": si ottiene lo stesso risultato (che, ricordatevelo sempre, è il miglioramento dei conti in vista della futura rivendita a prezzo maggiorato) in minor tempo. Quanti sponsor devi trovare prima di assicurarti i 40 milioni di Euro che potrebbe garantirti, se ben venduto, la cessione di un Suso acquistato a parametro zero? All'incirca, un'ottima cessione dello spagnolo vale un terzo del nostro passivo di bilancio: fatevi due conti su cosa convenga di più alla società Milan. Fatto? Bene, ora immaginate i 40 di Suso e altri 40 di Donnarumma...
Ciò che dobbiamo metterci in testa è che delle vittorie sportive interessa solo a noi tifosi: se fosse importato qualcosa anche alla/e società di calcio, avreste visto proteste contro l'arbitraggio di Banti e investimenti per giocatori di sicuro affidamento nel breve termine; eppure non avete visto nè le une nè gli altri. E questo ha un perché: le società di calcio, ormai, perseguono la vittoria sportiva come un obiettivo secondario e non necessario. L'obiettivo primario sono i profitti, a maggior ragione nel caso del Milan dove il gestore punta alla rivendita.
Se leggete le nostre vicende sotto quest'ottica, capirete benissimo come mai i nomi altisonanti che avrebbero alzato il rendimento della squadra sono spariti: perchè costano troppo rispetto all'obiettivo della società. Al contrario, si punta a riduzioni dei costi (dentro Piatek, fuori Higuain: a proposito, a giugno malediremo anche il primo, oltre al secondo, e quando capiremo che il problema è doppio, cioè il centrocampo e l'impostazione che Gattuso dà alla partite sarà sempre troppo tardi), a minori esborsi sul mercato (Grondaia, Ginepro, bailarAbamba e CiagoGiallo, che si spera di rivendere tra due/tre anni ai futuri prezzi gonfiati del mercato).
Tuttavia la riduzione dei costi, pura e semplice, porterebbe a un crollo delle prestazioni della prima squadra, quindi, a compensazione della linea ultra-verde, ecco Paquetà, il quale, anche lui, non sfugge alla ferrea legge del profitto: spesi circa 35 se non sbaglio, ma se fra due anni questo si conferma, state tranquilli che lo salutiamo almeno a 70 verso il Manchester City o il Paris Saint-Germain.
Per completare il quadro, quel che manca è un allenatore in grado di valorizzare i giovani: do per scontato che Gattuso finisca la stagione ma sono pronto a scommettere che a giugno arriva qualcuno in grado di svolgere il lavoro richiesto dalla gestione Gazidis: giovani talenti da assemblare, farli rendere giocando bene, per poi rivenderli a peso d'oro. Il prossimo allenatore del Milan sarà uno alla Gasperini o alla Jardim.
 

Pit96

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Tutto condivisibile, d'altronde la società ha fatto intendere queste cose. Compriamo giovani e li rivendiamo a prezzi più alti.
Ormai i dubbi che non si ritornerà veramente ad essere competitivi diventano sempre più grandi. Spero non diventino tutte certezze.
Unica cosa positiva: Gattuso ci saluterà a fine stagione. Dovesse arrivare Gasperini sarei soddisfatto. Jardim non lo conosco, ha fatto un anno splendido col Monaco, poi però non granché (forse perché hanno sbaraccato la squadra).
Certo, se dovessimo raggiungere la CL rinascendo con un vero gioco allora sarei contento anche con Gattuso. Ma dubito finirà così
 
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Le prime mosse della gestione Elliott mi hanno indotto a queste considerazioni: che il vero proprietario sia ancora Berlusconi o qualcun altro o che sia effettivamente Elliott, la sostanza non cambia perchè il fine di questa gestione all'anglosassone è quello della rivendita a medio termine.
Per essere rivendibile, e con gran profitto, il Milan dovrà presentare innanzitutto un bilancio pluriennale in attivo e sostenibile, cioè che non richieda interventi diretti dell'azionista. Il modo più veloce di riportare il bilancio in attivo, come in tutte le società col bilancio in rosso, è il taglio dei costi del personale: quindi attendiamoci una prosecuzione delle politiche stile-Higuain; tutti quelli che guadagnano troppo saranno ceduti, e il prossimo della lista è Donnarumma.
Oltre al taglio dei costi, c'è l'incremento dei ricavi: da questo punto di vista, l'aumento degli sponsor richiede tempi non compatibili con il "medio termine" cui guarda il "progetto-Elliott" (cinque anni?). Devi prima entrare in Champions League per più anni, poi eventualmente gli sponsor verranno a bussare alla tua porta. Qui non ci sarà nulla di tutto questo. L'incremento dei ricavi passerà, necessariamente, per il "player trading": si ottiene lo stesso risultato (che, ricordatevelo sempre, è il miglioramento dei conti in vista della futura rivendita a prezzo maggiorato) in minor tempo. Quanti sponsor devi trovare prima di assicurarti i 40 milioni di Euro che potrebbe garantirti, se ben venduto, la cessione di un Suso acquistato a parametro zero? All'incirca, un'ottima cessione dello spagnolo vale un terzo del nostro passivo di bilancio: fatevi due conti su cosa convenga di più alla società Milan. Fatto? Bene, ora immaginate i 40 di Suso e altri 40 di Donnarumma...
Ciò che dobbiamo metterci in testa è che delle vittorie sportive interessa solo a noi tifosi: se fosse importato qualcosa anche alla/e società di calcio, avreste visto proteste contro l'arbitraggio di Banti e investimenti per giocatori di sicuro affidamento nel breve termine; eppure non avete visto nè le une nè gli altri. E questo ha un perché: le società di calcio, ormai, perseguono la vittoria sportiva come un obiettivo secondario e non necessario. L'obiettivo primario sono i profitti, a maggior ragione nel caso del Milan dove il gestore punta alla rivendita.
Se leggete le nostre vicende sotto quest'ottica, capirete benissimo come mai i nomi altisonanti che avrebbero alzato il rendimento della squadra sono spariti: perchè costano troppo rispetto all'obiettivo della società. Al contrario, si punta a riduzioni dei costi (dentro Piatek, fuori Higuain: a proposito, a giugno malediremo anche il primo, oltre al secondo, e quando capiremo che il problema è doppio, cioè il centrocampo e l'impostazione che Gattuso dà alla partite sarà sempre troppo tardi), a minori esborsi sul mercato (Grondaia, Ginepro, bailarAbamba e CiagoGiallo, che si spera di rivendere tra due/tre anni ai futuri prezzi gonfiati del mercato).
Tuttavia la riduzione dei costi, pura e semplice, porterebbe a un crollo delle prestazioni della prima squadra, quindi, a compensazione della linea ultra-verde, ecco Paquetà, il quale, anche lui, non sfugge alla ferrea legge del profitto: spesi circa 35 se non sbaglio, ma se fra due anni questo si conferma, state tranquilli che lo salutiamo almeno a 70 verso il Manchester City o il Paris Saint-Germain.
Per completare il quadro, quel che manca è un allenatore in grado di valorizzare i giovani: do per scontato che Gattuso finisca la stagione ma sono pronto a scommettere che a giugno arriva qualcuno in grado di svolgere il lavoro richiesto dalla gestione Gazidis: giovani talenti da assemblare, farli rendere giocando bene, per poi rivenderli a peso d'oro. Il prossimo allenatore del Milan sarà uno alla Gasperini o alla Jardim.

Tutto giusto... Purtroppo.
Vorrei anche far notare come fino a poco tempo fa veniva deriso chi auspicava uno sceicco o comunque qualcuno che investisse pesantemente sul mercato, e gli veniva risposto che lo stesso risultato si poteva ottenere anche con un progetto serio, un mercato oculato ed una politica di autofinanziamento.
Ebbene, oggi più che mai abbiamo davanti le prospettive derivanti da concetti del genere.
 
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Le prime mosse della gestione Elliott mi hanno indotto a queste considerazioni: che il vero proprietario sia ancora Berlusconi o qualcun altro o che sia effettivamente Elliott, la sostanza non cambia perchè il fine di questa gestione all'anglosassone è quello della rivendita a medio termine.
Per essere rivendibile, e con gran profitto, il Milan dovrà presentare innanzitutto un bilancio pluriennale in attivo e sostenibile, cioè che non richieda interventi diretti dell'azionista. Il modo più veloce di riportare il bilancio in attivo, come in tutte le società col bilancio in rosso, è il taglio dei costi del personale: quindi attendiamoci una prosecuzione delle politiche stile-Higuain; tutti quelli che guadagnano troppo saranno ceduti, e il prossimo della lista è Donnarumma.
Oltre al taglio dei costi, c'è l'incremento dei ricavi: da questo punto di vista, l'aumento degli sponsor richiede tempi non compatibili con il "medio termine" cui guarda il "progetto-Elliott" (cinque anni?). Devi prima entrare in Champions League per più anni, poi eventualmente gli sponsor verranno a bussare alla tua porta. Qui non ci sarà nulla di tutto questo. L'incremento dei ricavi passerà, necessariamente, per il "player trading": si ottiene lo stesso risultato (che, ricordatevelo sempre, è il miglioramento dei conti in vista della futura rivendita a prezzo maggiorato) in minor tempo. Quanti sponsor devi trovare prima di assicurarti i 40 milioni di Euro che potrebbe garantirti, se ben venduto, la cessione di un Suso acquistato a parametro zero? All'incirca, un'ottima cessione dello spagnolo vale un terzo del nostro passivo di bilancio: fatevi due conti su cosa convenga di più alla società Milan. Fatto? Bene, ora immaginate i 40 di Suso e altri 40 di Donnarumma...
Ciò che dobbiamo metterci in testa è che delle vittorie sportive interessa solo a noi tifosi: se fosse importato qualcosa anche alla/e società di calcio, avreste visto proteste contro l'arbitraggio di Banti e investimenti per giocatori di sicuro affidamento nel breve termine; eppure non avete visto nè le une nè gli altri. E questo ha un perché: le società di calcio, ormai, perseguono la vittoria sportiva come un obiettivo secondario e non necessario. L'obiettivo primario sono i profitti, a maggior ragione nel caso del Milan dove il gestore punta alla rivendita.
Se leggete le nostre vicende sotto quest'ottica, capirete benissimo come mai i nomi altisonanti che avrebbero alzato il rendimento della squadra sono spariti: perchè costano troppo rispetto all'obiettivo della società. Al contrario, si punta a riduzioni dei costi (dentro Piatek, fuori Higuain: a proposito, a giugno malediremo anche il primo, oltre al secondo, e quando capiremo che il problema è doppio, cioè il centrocampo e l'impostazione che Gattuso dà alla partite sarà sempre troppo tardi), a minori esborsi sul mercato (Grondaia, Ginepro, bailarAbamba e CiagoGiallo, che si spera di rivendere tra due/tre anni ai futuri prezzi gonfiati del mercato).
Tuttavia la riduzione dei costi, pura e semplice, porterebbe a un crollo delle prestazioni della prima squadra, quindi, a compensazione della linea ultra-verde, ecco Paquetà, il quale, anche lui, non sfugge alla ferrea legge del profitto: spesi circa 35 se non sbaglio, ma se fra due anni questo si conferma, state tranquilli che lo salutiamo almeno a 70 verso il Manchester City o il Paris Saint-Germain.
Per completare il quadro, quel che manca è un allenatore in grado di valorizzare i giovani: do per scontato che Gattuso finisca la stagione ma sono pronto a scommettere che a giugno arriva qualcuno in grado di svolgere il lavoro richiesto dalla gestione Gazidis: giovani talenti da assemblare, farli rendere giocando bene, per poi rivenderli a peso d'oro. Il prossimo allenatore del Milan sarà uno alla Gasperini o alla Jardim.


Non sono esperto, ma non mi convince tanto.
Spiego.
Se dovessi comprare un Milan con Messi lo pagherei 1 mln il valore attuale della rosa più 200ml quello di Messi.
Se dovessi comprare solo il Milan senza Messi lo pagherei 1 mln.
Il valore dei giocatori incide sul valore del Club.
Eliot quindi non dovrebbe mirare a fare plusvalenze per vendere i giocatori, ma fare "plusvalenze" per aumentare il valore dei giocatori del Milan e quindi del Club.
Deve necessariamente ridurre il monte ingaggi ed avere incassi tali da coprire la gestione del club
 
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Non sono esperto, ma non mi convince tanto.
Spiego.
Se dovessi comprare un Milan con Messi lo pagherei 1 mln il valore attuale della rosa più 200ml quello di Messi.
Se dovessi comprare solo il Milan senza Messi lo pagherei 1 mln.
Il valore dei giocatori incide sul valore del Club.
Eliot quindi non dovrebbe mirare a fare plusvalenze per vendere i giocatori, ma fare "plusvalenze" per aumentare il valore dei giocatori del Milan e quindi del Club.
Deve necessariamente ridurre il monte ingaggi ed avere incassi tali da coprire la gestione del club

Esatto, per vendere un'azienda, qualunque essa sia la devi rendere appetibile, ed un Milan da costante 6° posto non lo è. Per vendere il Milan ad un prezzo più alto di quanto è stato comprato servono anche risultati sportivi e quindi una rosa all'altezza. Se il Milan sarà stabilmente in Champions e sarà competitivo anche il valore dei giocatori aumenterà, arriveranno sponsor, insomma si creerà un circolo virtuoso. Con il solo player trading non si va da nessuna parte, se non fosse così squadre come la Fiorentina sarebbero già state acquistate dallo sceicco di turno.
 

Butcher

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Bhe allora, addio.
Io volevo tifare calcio, non finanza.
Di nuovo addio.
 

Lineker10

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Le prime mosse della gestione Elliott mi hanno indotto a queste considerazioni: che il vero proprietario sia ancora Berlusconi o qualcun altro o che sia effettivamente Elliott, la sostanza non cambia perchè il fine di questa gestione all'anglosassone è quello della rivendita a medio termine.
Per essere rivendibile, e con gran profitto, il Milan dovrà presentare innanzitutto un bilancio pluriennale in attivo e sostenibile, cioè che non richieda interventi diretti dell'azionista. Il modo più veloce di riportare il bilancio in attivo, come in tutte le società col bilancio in rosso, è il taglio dei costi del personale: quindi attendiamoci una prosecuzione delle politiche stile-Higuain; tutti quelli che guadagnano troppo saranno ceduti, e il prossimo della lista è Donnarumma.
Oltre al taglio dei costi, c'è l'incremento dei ricavi: da questo punto di vista, l'aumento degli sponsor richiede tempi non compatibili con il "medio termine" cui guarda il "progetto-Elliott" (cinque anni?). Devi prima entrare in Champions League per più anni, poi eventualmente gli sponsor verranno a bussare alla tua porta. Qui non ci sarà nulla di tutto questo. L'incremento dei ricavi passerà, necessariamente, per il "player trading": si ottiene lo stesso risultato (che, ricordatevelo sempre, è il miglioramento dei conti in vista della futura rivendita a prezzo maggiorato) in minor tempo. Quanti sponsor devi trovare prima di assicurarti i 40 milioni di Euro che potrebbe garantirti, se ben venduto, la cessione di un Suso acquistato a parametro zero? All'incirca, un'ottima cessione dello spagnolo vale un terzo del nostro passivo di bilancio: fatevi due conti su cosa convenga di più alla società Milan. Fatto? Bene, ora immaginate i 40 di Suso e altri 40 di Donnarumma...
Ciò che dobbiamo metterci in testa è che delle vittorie sportive interessa solo a noi tifosi: se fosse importato qualcosa anche alla/e società di calcio, avreste visto proteste contro l'arbitraggio di Banti e investimenti per giocatori di sicuro affidamento nel breve termine; eppure non avete visto nè le une nè gli altri. E questo ha un perché: le società di calcio, ormai, perseguono la vittoria sportiva come un obiettivo secondario e non necessario. L'obiettivo primario sono i profitti, a maggior ragione nel caso del Milan dove il gestore punta alla rivendita.
Se leggete le nostre vicende sotto quest'ottica, capirete benissimo come mai i nomi altisonanti che avrebbero alzato il rendimento della squadra sono spariti: perchè costano troppo rispetto all'obiettivo della società. Al contrario, si punta a riduzioni dei costi (dentro Piatek, fuori Higuain: a proposito, a giugno malediremo anche il primo, oltre al secondo, e quando capiremo che il problema è doppio, cioè il centrocampo e l'impostazione che Gattuso dà alla partite sarà sempre troppo tardi), a minori esborsi sul mercato (Grondaia, Ginepro, bailarAbamba e CiagoGiallo, che si spera di rivendere tra due/tre anni ai futuri prezzi gonfiati del mercato).
Tuttavia la riduzione dei costi, pura e semplice, porterebbe a un crollo delle prestazioni della prima squadra, quindi, a compensazione della linea ultra-verde, ecco Paquetà, il quale, anche lui, non sfugge alla ferrea legge del profitto: spesi circa 35 se non sbaglio, ma se fra due anni questo si conferma, state tranquilli che lo salutiamo almeno a 70 verso il Manchester City o il Paris Saint-Germain.
Per completare il quadro, quel che manca è un allenatore in grado di valorizzare i giovani: do per scontato che Gattuso finisca la stagione ma sono pronto a scommettere che a giugno arriva qualcuno in grado di svolgere il lavoro richiesto dalla gestione Gazidis: giovani talenti da assemblare, farli rendere giocando bene, per poi rivenderli a peso d'oro. Il prossimo allenatore del Milan sarà uno alla Gasperini o alla Jardim.

Il tuo ragionamento è sbagliato. Il valore principale di una società alla vendita resta sempre il parco giocatori e con la politica di Player trading che supponi tu in tre anni Elliott avrebbe un Milan di valore inferiore.

Tutto l'allarmismo che leggo è proprio fuori luogo perché illogico. Se l'intento di Elliott è rivendere il Milan e guadagnarci devono per forza creare valore tramite la rosa i risultati e i ricavi.
Bisogna ancora decifrare le intenzioni di Elliott ma fossero quelle che dici tu siamo in una botte di ferro.
Certo non vorranno chiudere i bilanci con botte di -100 milioni ogni anno ma direi che è una cosa ovvia.
 

FrancoUomoVero

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Ebbene, oggi più che mai abbiamo davanti le prospettive derivanti da concetti del genere.

Le prospettive con elliot sono di entrare in pianta stabile in champions e aumentare il valore della rosa, i risultati sono probabilmente secondari (secondo me).
Le prospettive di chi ha operato in modo sensato e ha interesse nei risultati sono dove si trova ora la juventus.

Il modus operandi credo non si discosti molto tra i due casi, nel primo è puro interesse economico nel secondo si va a sacrificare del possibile guadagno alla ricerca del risultato.

Se poi arriva lo sceicco di turno tanto di guadagnato, non trovo il motivo di deridere un auspicio del genere.
 
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Quel che rende appetibile una società non è il parco giocatori ma la sua capacità di fare profitti e quest'obiettivo lo si ottiene più rapidamente col player trading che non con i risultati sportivi: provate a vendere una squadra piena di top player ma in linea di galleggiamento economico-finanziaria e una col bilancio in attivo, che guadagna 50 M ogni anno perchè vende bene i suoi giocatori. Se io fossi un acquirente, non avrei dubbi.
Finchè c'è Elliott dimenticatevi le coppe. Non gli servono. E dimenticatevi i grandi giocatori fatti e finiti: sono, per lui, dannosi, perchè portano costi esorbitanti. Quando mai potremo permetterceli, saranno passati i cinque anni, e Elliott sarà già il (recente) passato.
A ogni modo, ne riparleremo dopo il mercato estivo, quando faremo il primo vero bilancio, e ricordate che il FPF è sempre lì per essere mostrato ai tifosi a mo' di scusante.
PS: s'intende che mi cospargerei il capo di cenere se mai Elliott dovesse smentirmi.
 
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Quel che rende appetibile una società non è il parco giocatori ma la sua capacità di fare profitti e quest'obiettivo lo si ottiene più rapidamente col player trading che non con i risultati sportivi: provate a vendere una squadra piena di top player ma in linea di galleggiamento economico-finanziaria e una col bilancio in attivo, che guadagna 50 M ogni anno perchè vende bene i suoi giocatori. Se io fossi un acquirente, non avrei dubbi.
Finchè c'è Elliott dimenticatevi le coppe. Non gli servono. E dimenticatevi i grandi giocatori fatti e finiti: sono, per lui, dannosi, perchè portano costi esorbitanti. Quando mai potremo permetterceli, saranno passati i cinque anni, e Elliott sarà già il (recente) passato.
A ogni modo, ne riparleremo dopo il mercato estivo, quando faremo il primo vero bilancio, e ricordate che il FPF è sempre lì per essere mostrato ai tifosi a mo' di scusante.
PS: s'intende che mi cospargerei il capo di cenere se mai Elliott dovesse smentirmi.

no per il palyer trading ti basta una qualsiasi squadretta da media classifica. Non spendi 800ml per il Milan
 
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