Tomori:"Possiamo vincere. Ibra e Giroud sanno come si fa".

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Tomori alla GDS in edicola. Le dichiarazioni del difensore rossonero:

Ha studiato anche come arrivare al successo con il Milan?

«Veniamo da ottimi risultati e non vogliamo fermarci. Dobbiamo continuare questo percorso e il modo in cui ci approcciamo alle partite sta dando risultati. Speriamo di avere qualcosa da festeggiare a fine stagione...».

Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






Per aumentare le motivazioni Pioli ha lasciato appesa a Milanello la classifica della scorsa stagione. Quali altre immagini vi caricano?

«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

«Leggo le notizie che li riguardano dai giornali. Posso solo dire che è un periodo difficile che vede soffrire tantissime persone. Mi auguro che chi ha il potere di farlo possa prendere delle decisioni per risolvere tutto il più velocemente possibile».
 

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Ha studiato anche come arrivare al successo con il Milan?

«Veniamo da ottimi risultati e non vogliamo fermarci. Dobbiamo continuare questo percorso e il modo in cui ci approcciamo alle partite sta dando risultati. Speriamo di avere qualcosa da festeggiare a fine stagione...».

Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






Per aumentare le motivazioni Pioli ha lasciato appesa a Milanello la classifica della scorsa stagione. Quali altre immagini vi caricano?

«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

«Leggo le notizie che li riguardano dai giornali. Posso solo dire che è un periodo difficile che vede soffrire tantissime persone. Mi auguro che chi ha il potere di farlo possa prendere delle decisioni per risolvere tutto il più velocemente possibile».

grande Fik, grandissima persona prima dell enorme campione. Educato, serio e disponibile.
 

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Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






Per aumentare le motivazioni Pioli ha lasciato appesa a Milanello la classifica della scorsa stagione. Quali altre immagini vi caricano?

«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

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Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






Per aumentare le motivazioni Pioli ha lasciato appesa a Milanello la classifica della scorsa stagione. Quali altre immagini vi caricano?

«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

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Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






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«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

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Da inseguitori a padroni del vostro destino: dentro il gruppo è cambiato qualcosa?

«Ci ha chiarito ancora di più le idee. Siamo concentrati su noi stessi e su quello che vogliamo fare. Abbiamo una strategia ben definita, l’abbiamo seguita e ci ha portato dove siamo. Ora dobbiamo insistere: se possibile gio- care con ancora più intensità e concentrazione. Saranno elementi fondamentali. Lo abbiamo dimostrato a Napoli: conosciamo la strada da seguire per arrivare dove vogliamo arrivare. E ora ogni partita, da qui alla fine, sarà sempre più decisiva».

Vi aspetta un calendario senza scontri diretti, motivo per cui i milanisti trattengono il fiato: ultimamente avete rallentato contro Salernitana e Udinese. Si è dato una spiegazione?

«Semplicemente che non si possono vincere tutte le partite. Noi ci proviamo ma il calcio è così. Ogni squadra può crearci problemi differenti ma ai nostri tifosi dico che prendiamo e prenderemo tutte le partite molto seriamente, a prescindere dalla posizione in classifica di chi affrontiamo. Tutte le avversarie possono rivelarsi pericolose».



Avete affrontato due volte Inter, Napoli e Juve. Bilancio: 2 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta. I numeri vi confortano o temete qualcuno in particolare?

«L’Inter è un’ottima squadra, il Napoli ha qualità. Mi piacciono anche Juventus e Roma. Non penso ce ne sia una migliore del- le altre, ognuna semmai ha punti di forza e debolezze. Come noi del resto, che abbiamo caratteristiche che possono permetterci di vincere contro chiunque. La classifica alla fine dirà chi sarà stata la migliore: oggi premia noi e i nostri punti di forza».

Sentite di averne aggiunti altri rispetto alla passata stagione?

«Ci sentiamo cresciuti, indubbiamente. In gran parte siamo quelli dell’anno scorso con esperienza in più, a livello personale e di squadra. Pioli non si stanca mai di insegnarci, ogni giorno impariamo e cresciamo. Lavoriamo sugli errori e abbiamo più consapevolezza delle nostre qualità. Siamo un grande gruppo, giochiamo da squadra, siamo forti in contropiede con gli esterni, abbiamo una buona fase difensiva. E corriamo ognuno per l’altro, con spirito di sacrificio. Siamo giovani, abbiamo energia, intensità ma anche identità».

Quanta tensione c’è all’interno del vostro spogliatoio?

«Sappiamo dove siamo e dove vogliamo arrivare. Sappiamo che è un momento decisivo e che non sono ammesse distrazioni. Ma abbiamo grandi campioni che ci aiutano e ci indicano la strada: Maignan ha vinto l’ultimo campionato francese con il Lilla, Giroud ha sollevato la Coppa del Mondo, Ibra ha una mentalità pazzesca. E nello staff ci sono persone competenti e vincenti come Dida e Bonera. Quando questo gruppo lavora lo fa con grande concentrazione. Siamo giovani, ma determinati»






Per aumentare le motivazioni Pioli ha lasciato appesa a Milanello la classifica della scorsa stagione. Quali altre immagini vi caricano?

«Il paragone con l’ultimo campionato ci aiuta a capire che sia- mo sulla strada giusta. Pioli ci sti- mola continuamente. E Milanello da questo punto di vista è un luogo simbolo: basta girare per i corridoi e vedere le foto delle vittorie di cui è stata capace questa squadra in passato, successi che hanno fatto la storia del calcio italiano e non solo. Chi cerca uno stimolo in più non può non trovarlo».

Oppure qualcuno potrebbe fare due chiacchiere con Ibra...

«Da quando sono arrivato mi ripete solo una parola: vincere. Vincere in ogni situazione, in allenamento, in partita. Dallo spogliatoio al campo, la sua voce si fa sentire sempre. Ci sprona in continuazione e dà un contributo enorme nel farci restare sempre concentrati. E’ il primo a farci notare se dobbiamo correre di più o difendere meglio»

Prima ha citato Giroud, altro vincente. Eravate compagni al Chelsea, prima che la raggiungesse a Milano vi siete sentiti?

«Certo, appena sono cominciate le prime voci. Lui mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere. “Oli” è determinante, lo ha dimostrato anche qui. Con la sua esperienza riesce a guidare i più giovani».

Anche Maignan fa da guida al reparto: si sente al riparo con lui in porta?

«Mike dà grande sicurezza, parliamo molto durante la partita e fuori dal campo. Sediamo accanto nello spogliatoio, ha una mentalità incredibile, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente anche sulla sua esperienza in Francia, su come viveva il finale della stagione che poi ha portato il Lilla al trionfo. Dice di non preoccuparsi delle altre ma tenere il focus solo su di noi e sulla prossima gara. Fatta quella, pensare subito alla successiva. Passo dopo passo».

Nemmeno un pensiero su come festeggerebbe lo scudetto?

«Non ancora, ma sono convinto che con Saelemaekers qualcosa ci inventeremmo... Per ora posso dire che se dovessi correre in campo dieci chilometri in più, certo non mi tirerei indietro...»

Lei è cresciuto nel Chelsea: il club di Abramovich vive un momento particolare. Segue quanto accade tra Russia e Ucraina?

«Leggo le notizie che li riguardano dai giornali. Posso solo dire che è un periodo difficile che vede soffrire tantissime persone. Mi auguro che chi ha il potere di farlo possa prendere delle decisioni per risolvere tutto il più velocemente possibile».
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