Se dovesse (spero di no, per il nostro bene) recuperare terreno di brutto sarà stato solo merito dei giocatori, se non dovesse farlo sarà stata l’ennesima riprova che Gattuso oltre la pescheria non deve andare.
Basti vedere i soprannomi che gli vengono rifilati (anche adesso che non è più sulla nostra panchina e quindi non c’è la scusa del nervoso della partita) come se fosse un Zenga qualunque e non una bandiera.
Un po’ come Allegri (con le dovute -ENORMI- proporzioni), che alcuni non ammetteranno mai che sia un grande allenatore, solo perché non è un “giochista”, nonostante due finali di CL in cinque anni e imprese come quelle del Bernabeu senza mai avere la squadra più forte della CL. Per non parlare di ciò che fece nel 2012/2013 con un Milan non superiore a quello di quest’anno, tra cui un girone di ritorno da 42 punti e sconfiggere 2-0 a San Siro il Barca dei fenomeni, e tutto questo con il Milan reduce dal più grande smantellamento della storia del calcio che faceva sembrare quello juventino di Calciopoli acqua fresca.