juventino
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La verità? La Juve ha brutalizzato il calcio italiano come ha fatto il Bayern con quello tedesco e sono pronto ad ammetterlo pure da tifoso. Tuttavia c’è anche un’altra verità, decisamente più scomoda: lo ha fatto con il beneplacito delle altre squadre e sfruttando la latitanza di Milan e Inter, le uniche due squadre che in Italia hanno le potenzialità per competere, ma gestite in maniera scellerata. La dura realtà da accettare è che tale status quo sta benissimo al calcio italiano e pure ai vari De Laurentiis, Pallotta e Lotito, che con la dipartita delle milanesi si sono visti aprire la possibilità di qualificarsi in Champions tutti gli anni e di incassare i lauti compensi della UEFA. La Juve, come il Bayern in Germania e come si appresta a fare il Psg in Francia, è ormai il motore del proprio campionato nazionale.
La Juve ha:
-l’unico stadio di proprietà fra le big
-il controllo della maggioranza dei prospetti italiani, che tiene o utilizza per le plusvalenze
-visibilità internazionale (non ha vinto la Champions, ma ha oggettivamente ottenuto buoni risultati) che fa schizzare alle stelle il valore della propria rosa (persino Lemina lo ha venduto a peso d’oro)
-risorse economiche estremamente superiori a tutte le altre squadre
Magari il Napoli quest’anno farà il miracolo, ma oggettivamente il dominio attuale della Juve, costruito negli anni a piccoli passi, è durissimo da scardinare. E in una situazione del genere è ovvio che le squadre di medio livello si mettono a pecora in sede di mercato. È moralmente discutibile? Certo che lo è, ma gli affari non conoscono morale.
E guardate che questa pratica (seppur in maniera minore rispetto ad oggi, ma era anche un altro calcio) la fece anche il Milan del Berlusca nel periodo 1986-94, che inaugurò proprio scippando Donadoni alla Juve. Nel calcio, specie quelli di oggi che ha ormai inglobato le logiche più esasperate dell’ordoliberismo, vince chi è più spietato, questa è la dura realtà.
La Juve ha:
-l’unico stadio di proprietà fra le big
-il controllo della maggioranza dei prospetti italiani, che tiene o utilizza per le plusvalenze
-visibilità internazionale (non ha vinto la Champions, ma ha oggettivamente ottenuto buoni risultati) che fa schizzare alle stelle il valore della propria rosa (persino Lemina lo ha venduto a peso d’oro)
-risorse economiche estremamente superiori a tutte le altre squadre
Magari il Napoli quest’anno farà il miracolo, ma oggettivamente il dominio attuale della Juve, costruito negli anni a piccoli passi, è durissimo da scardinare. E in una situazione del genere è ovvio che le squadre di medio livello si mettono a pecora in sede di mercato. È moralmente discutibile? Certo che lo è, ma gli affari non conoscono morale.
E guardate che questa pratica (seppur in maniera minore rispetto ad oggi, ma era anche un altro calcio) la fece anche il Milan del Berlusca nel periodo 1986-94, che inaugurò proprio scippando Donadoni alla Juve. Nel calcio, specie quelli di oggi che ha ormai inglobato le logiche più esasperate dell’ordoliberismo, vince chi è più spietato, questa è la dura realtà.