Rebic:"Resterei al Milan. Ibra? C'è bisogno di lui".

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Rebic a Sportweek:"So quali sono le mie qualità sono fisicamente forte, veloce, gioco con entrambi i piedi. E poi sono forte nella testa. Faccio un esempio. Nella partita vinta contra la Juve, a un certo punto ho detto qualcosa a Higuain. Non mi piacciono quelli come lui che, grandi e grossi, a ogni contatto restano a terra per tre minuti. Idem Bernardeschi. Lo stesso era successo con la Spal. Anche Ibra prende un sacco di botte ma si rialza subito e senza un lamento. altri piangono troppo. Insomma, dico qualcosa a Higuain e Szczesny mi fa: “Perdi 2-0, non fare il fenomeno”. Non gli rispondo. Normalmente avrei replicato, perché un’altra cosa che non mi piace è quando mi sottovalutano. Ma stavolta non ho aperto bocca. A Szczesny ho risposto in un altro modo (col gol del 4-2). Questa è la mia forza nella testa: chi mi attacca, mi carica. Rangnick? Avevo fatto bene al mondiale in Brasile, così lui, che era a capo della divisione calcistica della Red Bull, chiama il mio procuratore e gli dice che mi vuole. Viene apposta a Firenze: “Benvenuto alla Red Bull. Scegli: vuoi giocare nel Salisburgo o nel Lipsia?”. Scelgo il Lipsia: era nella seconda divisione, ma il progetto che mi illustro Rangnick era importante, e i fatti gli hanno dato ragione. Però anche lì gioco poco perché l’allenatore, Alexander Zorniger, aveva un suo gruppo di giocatori fidati nel quale non c’era spazio per i nuovi"


"Jovic da Milan? Non posso dirlo, non ha ancora firmato. Ma non è per caso se è andato al Real Madrid. Le cose non gli sono andate bene perché ha avuto troppi infortuni, non so poi cosa sia successo nella sua testa e adesso lì hanno un’immagine di lui che non è quella reale. Jovic deve concentrarsi solo sul calcio, perché è forte davvero".


"Giocare con uno come Ibra che prende la palla di testa e mi apre spazi. L’anno scorso all’Eintracht abbiamo fatto bene perché io attaccavo la profondità, Jovic faceva gol e Haller vinceva tutti i duelli aerei. Io sapevo che Haller l’avrebbe presa di testa e mi buttavo dentro. Così succede oggi con Ibra".


"Boban? E' stato decisivo. Mi ha chiamato anche dopo la Juve. Era contento che stessi dimostrando che aveva fatto bene a prendermi".


"Con Giampaolo non ho mai parlato. Quando a gennaio sono andato a Francoforte per vendere la mia casa e i giornali invece hanno scritto che tornavo all’Eintracht, ho detto: “Voglio fare quattro-cinque partite di fila al Milan. Se le giocherò male, vorrà dire che questo non è il mio livello e sarò il primo a dire che non posso rimanere”. Non volevo andar via senza avere un’occasione. Quando questa è arrivata, l’ho presa".


"Negli ultimi anni è cambiata più volte la proprietà, sono cambiati gli allenatori... La squadra ha fatto fatica. I primi tre-quattro mesi di questa stagione erano iniziati male come al solito, adesso però abbiamo preso la strada giusta e dobbiamo continuare, perché abbiamo qualità. Tutti i giocatori che sono qui hanno fatto benissimo dove giocavano prima, avevano solo bisogno di un po’ di pace, di fiducia. Da gennaio giochiamo molto meglio di prima, ci conosciamo di più. Oggi so come di muove Castillejo, come mi da la palla Bennacer... Io conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me. E in dieci giorni abbiamo battuto Roma, Lazio e Juve".


"Ibra via con Rangick? C’è bisogno di lui. Ibra è un leader. Prima della Juve ci diceva: “Farò vedere agli juventini come si gioca al calcio”. Era il suo modo per caricarci. Anche Begovic, Kjaer... Giocatori maturi che sanno come calmarti o spronarti. Ibra ha portato tanto a tutti. Però, quando lui dice qualcosa, molti stanno zitti. Se invece io non la penso come lui, glielo dico".


"Se resterei? L’ho già detto: sì".
 

Molenko

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Bella intervista, anche perché non se n'è uscito con le solite banalità.
 

Mika

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"Con Giampaolo non ho mai parlato. Quando a gennaio sono andato a Francoforte per vendere la mia casa e i giornali invece hanno scritto che tornavo all’Eintracht, ho detto: “Voglio fare quattro-cinque partite di fila al Milan. Se le giocherò male, vorrà dire che questo non è il mio livello e sarò il primo a dire che non posso rimanere”. Non volevo andar via senza avere un’occasione. Quando questa è arrivata, l’ho presa".

Non tutti dicono queste parole messe in grassetto, un giocatore così da tanto anche solo per la sua presenza, la fame agonistica, la cattiveria agonistica che ha. E' un leader a prescindere delle sue qualità tecniche. Un giocatore di cui io non mi priverei con leggerezza.
 
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Grande Ante, uomo vero. Finalmente un'intervista interessante da cui esce qualcosa di nuovo sulla persona e sul suo modo di vedere il calcio e la vita
 

Swaitak

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Rebic a Sportweek:"So quali sono le mie qualità sono fisicamente forte, veloce, gioco con entrambi i piedi. E poi sono forte nella testa. Faccio un esempio. Nella partita vinta contra la Juve, a un certo punto ho detto qualcosa a Higuain. Non mi piacciono quelli come lui che, grandi e grossi, a ogni contatto restano a terra per tre minuti. Idem Bernardeschi. Lo stesso era successo con la Spal. Anche Ibra prende un sacco di botte ma si rialza subito e senza un lamento. altri piangono troppo. Insomma, dico qualcosa a Higuain e Szczesny mi fa: “Perdi 2-0, non fare il fenomeno”. Non gli rispondo. Normalmente avrei replicato, perché un’altra cosa che non mi piace è quando mi sottovalutano. Ma stavolta non ho aperto bocca. A Szczesny ho risposto in un altro modo (col gol del 4-2). Questa è la mia forza nella testa: chi mi attacca, mi carica. Rangnick? Avevo fatto bene al mondiale in Brasile, così lui, che era a capo della divisione calcistica della Red Bull, chiama il mio procuratore e gli dice che mi vuole. Viene apposta a Firenze: “Benvenuto alla Red Bull. Scegli: vuoi giocare nel Salisburgo o nel Lipsia?”. Scelgo il Lipsia: era nella seconda divisione, ma il progetto che mi illustro Rangnick era importante, e i fatti gli hanno dato ragione. Però anche lì gioco poco perché l’allenatore, Alexander Zorniger, aveva un suo gruppo di giocatori fidati nel quale non c’era spazio per i nuovi"


"Jovic da Milan? Non posso dirlo, non ha ancora firmato. Ma non è per caso se è andato al Real Madrid. Le cose non gli sono andate bene perché ha avuto troppi infortuni, non so poi cosa sia successo nella sua testa e adesso lì hanno un’immagine di lui che non è quella reale. Jovic deve concentrarsi solo sul calcio, perché è forte davvero".


"Giocare con uno come Ibra che prende la palla di testa e mi apre spazi. L’anno scorso all’Eintracht abbiamo fatto bene perché io attaccavo la profondità, Jovic faceva gol e Haller vinceva tutti i duelli aerei. Io sapevo che Haller l’avrebbe presa di testa e mi buttavo dentro. Così succede oggi con Ibra".


"Boban? E' stato decisivo. Mi ha chiamato anche dopo la Juve. Era contento che stessi dimostrando che aveva fatto bene a prendermi".


"Con Giampaolo non ho mai parlato. Quando a gennaio sono andato a Francoforte per vendere la mia casa e i giornali invece hanno scritto che tornavo all’Eintracht, ho detto: “Voglio fare quattro-cinque partite di fila al Milan. Se le giocherò male, vorrà dire che questo non è il mio livello e sarò il primo a dire che non posso rimanere”. Non volevo andar via senza avere un’occasione. Quando questa è arrivata, l’ho presa".


"Negli ultimi anni è cambiata più volte la proprietà, sono cambiati gli allenatori... La squadra ha fatto fatica. I primi tre-quattro mesi di questa stagione erano iniziati male come al solito, adesso però abbiamo preso la strada giusta e dobbiamo continuare, perché abbiamo qualità. Tutti i giocatori che sono qui hanno fatto benissimo dove giocavano prima, avevano solo bisogno di un po’ di pace, di fiducia. Da gennaio giochiamo molto meglio di prima, ci conosciamo di più. Oggi so come di muove Castillejo, come mi da la palla Bennacer... Io conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me. E in dieci giorni abbiamo battuto Roma, Lazio e Juve".


"Ibra via con Rangick? C’è bisogno di lui. Ibra è un leader. Prima della Juve ci diceva: “Farò vedere agli juventini come si gioca al calcio”. Era il suo modo per caricarci. Anche Begovic, Kjaer... Giocatori maturi che sanno come calmarti o spronarti. Ibra ha portato tanto a tutti. Però, quando lui dice qualcosa, molti stanno zitti. Se invece io non la penso come lui, glielo dico".


"Se resterei? L’ho già detto: sì".

questo è un Signor Calciatore ,ottima mentalità oltre le buone qualità
 

A.C Milan 1899

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Non tutti dicono queste parole messe in grassetto, un giocatore così da tanto anche solo per la sua presenza, la fame agonistica, la cattiveria agonistica che ha. E' un leader a prescindere delle sue qualità tecniche. Un giocatore di cui io non mi priverei con leggerezza.

E pensa, le parole "Voglio fare quattro-cinque partite di fila al Milan. Se le giocherò male, vorrà dire che questo non è il mio livello e sarò il primo a dire che non posso rimanere” sono state dette da uno che aveva una finale mondiale da titolarissimo nel proprio background. Altri invece, con un background infinitamente inferiore, parlavano di voler valere 70 milioni quando se ne sarebbero andati via dal Milan (salvo poi finire in piazze mediocri a giocarsi la salvezza) e zittivano tutti dopo un goal su rigore non strusciandola, per il resto, mai.

"Lievi" differenze.

Grande Ante.
 

hiei87

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Grande mentalità. Incredibile come tutti, tra giocatori e staff, si stiano schierando chiaramente in una direzione, i risultati diano loro ragione, ma quel fenomeno di Gazidis voglia andare da tutt'altra parte.
 

Lineker10

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Grande Ante. A proposito di leadership, è un bell'esempio di come ci si guadagna il posto al Milan nonostante una strada in salita.

Molto interessante l'aneddoto su Rangnick, da un'idea del suo modo e del suo ruolo.
 

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