Magari fosse vero. Dalla Cina possono uscire senza formalità preventive solo soldi che servono per operazioni in conto corrente nella bilancia dei pagamenti, ossia per acquisto di beni e servizi, salvi controlli random in via successiva. Versamenti in conto capitale o anche prestiti sono considerati "esportazione di capitale" e si parte da capo. Se aziende cinesi vogliono stipulare contratti di sponsorizzazione e simili non c'è problema (spero che siano tante e in quel caso andremmo in autofinanziamento velocemente per la soddisfazione di tutti, azionisti e tifosi), se si tratta invece di aumenti di capitale o prestiti dei soci o consimili il discorso cambia e si torna alla questione delle fantomatiche autorizzazioni.
Per quanto mi riguarda la linea rossa è che quel giorno qualche entità cinese alzi ufficialmente il dito e dica "noi siamo i proprietari del Milan", o almeno "abbiamo messo i soldi per l'acquisto del Milan", se invece venisse fuori che il proprietario è Yong che ha raccattato soldi in prestito non si sa bene come e da chi, beh, allora, altro che l'ipotesi che fantasiosamente ho descritto qualche post fa. Immagino che anche altri siano d'accordo con me, quel giorno lì qualcuno che sia credibile dovrà prendersi la responsabilità direttamente dalla Cina di rivendicare la paternità dell'operazione, altrimenti non sarà una situazione accettabile, già è strano che se si tratta di soldi di Huarong - e non semplicemente gestiti da Huarong, sono due cose diverse! - non ci siano stati annunci (ho visto nel sito della borsa di Hong Kong comunicati per la concessione di prestiti per cifre inferiori da parte di Huarong o delle sue sussidiarie, in altri casi)
Va detto però che la stessa controversa vicenda delle autorizzazioni ha assunto dei connotati grotteschi: secondo la versione ufficiale non esisterebbe un termine procedurale, ma un limbo perenne, degno del già citato Deserto dei Tartari, e non mi sorprende che “esperti consultati” da Business Insider lo abbiano rilevato, le fonti che ho consultato - report scritti da avvocati cinesi e stranieri che lavorano in Cina e campano su questa roba - erano molto lontane nei contenuti generali dalla versione che è stata ammannita a noi, o è un sì o un no, non possono venirci a dire che "ancora non sono arrivate", dai su. Per di più, grosse imprese del settore finanziario di proprietà governativa (il governo cinese soffrirebbe di problemi di schizofrenia, come ho già detto in passato) si disporrebbero, secondo la vulgata, ad aggirare i divieti governativi, cosa che è stata fatta nel passato solo una volta che io sappia, ma da un soggetto privato che aveva fondi off-shore, e si trattava di andare a rilevare società floridissime che certo non necessitavano di ulteriori apporti di capitale negli anni successivi per il loro funzionamento, anzi davano dividendi e comunque si trattava di società affine al core business dell’acquirente: Huarong, anche se si è espansa brillantemente nei vari ambiti dell’investment banking nell’area cinese, ancora oggi si dedica essenzialmente all’acquisto di sofferenze bancarie, compra NPLs largamente sotto il valore nominale e cerca di farci un profitto, questo è il suo core business. Io voglio sperare per il meglio, ma qualcosa non torna...