Il Re dell'Est
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*Questo non vuole essere un paragone con le squadre o la Serie A dell'epoca, ma semplicemente voglio condividere con voi una strana sensazione di deja vu
"Il Milan è tornato! Quest'anno spacchiamo le ossa a tutti...".
Ricordo come fosse ieri quell'annata. Era il 2001: un'estate faraonica in cui arrivò un giocatore che amavo alla follia: Manuel Rui Costa. E poi Super Pippo Inzaghi, un giovane Pirlo e tanti altri colpi di contorno. Decidemmo di affidare la squadra ad un allenatore esotico che fece bene l'anno prima a Firenze, ma la scelta si rivelò sbagliata: Terim durò poco e a novembre fu cacciato. La partita decisiva fu Torino Milan: Pippo Inzaghi, il grande centravanti acquistato per 70M (40+Zenoni se non ricordo male) sbagliò il rigore decisivo a pochi minuti dalla fine. Ero sconfortato perché in quel momento capii che il Milan si avviava verso un'altra stagione anonima (gli anni precedenti non erano stati granché).
Decidemmo quindi di affidare la panchina ad un ex rossonero, definito maiale-eterno secondo-perdente di lusso dai suoi ex tifosi. Anche quell'anno curiosamente il Milan giocava la Coppa Uefa ma purtroppo venimmo eliminati in semifinale.
Un'altra delusione cocente: Marcio Amoroso ce ne fece tre all'andata e al ritorno accarezzammo soltanto il sogno della rimonta.
Tuttavia alla fine del campionato riuscimmo a raggiungere per il rotto della cuffia l'unico obiettivo rimasto: il tanto agognato quarto posto che ci forniva l'accesso alla Champion's League.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare che negli anni seguenti sarebbe successo quello che poi effettivamente è successo. Dopo un'annata dispendiosa, sfigata e deludente... è sorto un germoglio che si è trasformato in un albero secolare. Altri tempi, altra squadra... senz'altro. Eppure quella sensazione di deja vu non vuole andare via.
"Il Milan è tornato! Quest'anno spacchiamo le ossa a tutti...".
Ricordo come fosse ieri quell'annata. Era il 2001: un'estate faraonica in cui arrivò un giocatore che amavo alla follia: Manuel Rui Costa. E poi Super Pippo Inzaghi, un giovane Pirlo e tanti altri colpi di contorno. Decidemmo di affidare la squadra ad un allenatore esotico che fece bene l'anno prima a Firenze, ma la scelta si rivelò sbagliata: Terim durò poco e a novembre fu cacciato. La partita decisiva fu Torino Milan: Pippo Inzaghi, il grande centravanti acquistato per 70M (40+Zenoni se non ricordo male) sbagliò il rigore decisivo a pochi minuti dalla fine. Ero sconfortato perché in quel momento capii che il Milan si avviava verso un'altra stagione anonima (gli anni precedenti non erano stati granché).
Decidemmo quindi di affidare la panchina ad un ex rossonero, definito maiale-eterno secondo-perdente di lusso dai suoi ex tifosi. Anche quell'anno curiosamente il Milan giocava la Coppa Uefa ma purtroppo venimmo eliminati in semifinale.
Un'altra delusione cocente: Marcio Amoroso ce ne fece tre all'andata e al ritorno accarezzammo soltanto il sogno della rimonta.
Tuttavia alla fine del campionato riuscimmo a raggiungere per il rotto della cuffia l'unico obiettivo rimasto: il tanto agognato quarto posto che ci forniva l'accesso alla Champion's League.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare che negli anni seguenti sarebbe successo quello che poi effettivamente è successo. Dopo un'annata dispendiosa, sfigata e deludente... è sorto un germoglio che si è trasformato in un albero secolare. Altri tempi, altra squadra... senz'altro. Eppure quella sensazione di deja vu non vuole andare via.