Pioli: un trofeo per restare. Conte lontano.

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CorSera: Dentro o fuori. Torna la Coppa Italia, trofeo che il Milan nella sua storia ha alzato soltanto cinque volte, l’ultima addirittura ventuno anni fa. Ma se per molto tempo il trofeo di Lega è stato considerato quasi una scocciatura, oggi riveste un significato completamente diverso, per i rossoneri ma anche per Pioli. Il 2023 non è stato un anno facile per il tecnico di Parma, finito nel mirino di gran parte della tifoseria per i risultati al di sotto delle aspettative ma soprattutto per lo choc dei cinque derby persi su cinque. Fra novembre e dicembre lui e il suo staff sono (giustamente) finiti sotto esame: per i punti persi, per l’eliminazione dalla Champions, ma anche per i troppi infortuni. La pro- prietà però alla fine ha scelto di non cambiare e la fiducia è stata ripagata, come testimoniano i 16 punti ottenuti nelle ultime 7 giornate che hanno consentito di consolidare il terzo posto in classifica. «Il peggio è alle spalle» ha detto convintamente Pioli dopo l’agevole 3-0 di Empoli, ma la verità è che questi sei mesi che portano alla fine della stagione saranno decisivi anche per lui: il suo contratto scade a giugno del 2025, ma sa bene che se vuole scacciare i fantasmi di un addio quest’estate e avere chance per restare deve portare il Milan a essere protagonista a primavera.

Da parte della proprietà non ci sono stati imperativi — vinci qualcosa o te ne vai — e al momento la questione di un cambio di allenatore per la prossima stagione non è stato realmente affrontato, anche perché ipotesi come quella di Conte paiono oggi come oggi poco in linea con le strategie societarie, ma lo scenario è chiaro: Pioli, in questi sei mesi, deve guadagnarsi il futuro. E per riuscirci, visto che la missione seconda stella sem- bra ormai sfumata mentre il piazzamento Champions è alla portata, restano solo due strade: vincere l’Europa League, operazione però tutt’altro che semplice dato che ci sono anche avversarie top come Liverpool e Leverkusen, oppure proprio la Coppa Italia, che grazie al (discutibile) format attuale consente di alzare il trofeo in sole quattro partite. E il fatto che l’Inter sia già stata eliminata non è un dettaglio. Da qui, l’importanza del quarto di finale di stasera alle 21 contro l’Atalanta.

La formazione e le news dai quotidiani sulla partita QUI -) Milan: 3-4-3 con la Dea. Formazione e news quotidiani.
 

RSMilan

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Eh si figurati Conte lontano. Quando andrà da un' altra parte a vincere mi aspetto che la gente vada a San Siro a tirare i pomodori al nostro fantastico management
 

kipstar

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non scherziamo. il ciclo è finito ....lo dicono i numeri. Poi se l'obbiettivo è solo qualificarsi in CL ogni anno.....ok.
però non è quello che viene dichiarato ogni volta. l'obbiettivo è vincere e con continuità...questo viene detto.
e a mio avviso sta cosa passa da un cambio di allenatore......ma non tanto per cambiare.


imho
 
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CorSera: Dentro o fuori. Torna la Coppa Italia, trofeo che il Milan nella sua storia ha alzato soltanto cinque volte, l’ultima addirittura ventuno anni fa. Ma se per molto tempo il trofeo di Lega è stato considerato quasi una scocciatura, oggi riveste un significato completamente diverso, per i rossoneri ma anche per Pioli. Il 2023 non è stato un anno facile per il tecnico di Parma, finito nel mirino di gran parte della tifoseria per i risultati al di sotto delle aspettative ma soprattutto per lo choc dei cinque derby persi su cinque. Fra novembre e dicembre lui e il suo staff sono (giustamente) finiti sotto esame: per i punti persi, per l’eliminazione dalla Champions, ma anche per i troppi infortuni. La pro- prietà però alla fine ha scelto di non cambiare e la fiducia è stata ripagata, come testimoniano i 16 punti ottenuti nelle ultime 7 giornate che hanno consentito di consolidare il terzo posto in classifica. «Il peggio è alle spalle» ha detto convintamente Pioli dopo l’agevole 3-0 di Empoli, ma la verità è che questi sei mesi che portano alla fine della stagione saranno decisivi anche per lui: il suo contratto scade a giugno del 2025, ma sa bene che se vuole scacciare i fantasmi di un addio quest’estate e avere chance per restare deve portare il Milan a essere protagonista a primavera.

Da parte della proprietà non ci sono stati imperativi — vinci qualcosa o te ne vai — e al momento la questione di un cambio di allenatore per la prossima stagione non è stato realmente affrontato, anche perché ipotesi come quella di Conte paiono oggi come oggi poco in linea con le strategie societarie, ma lo scenario è chiaro: Pioli, in questi sei mesi, deve guadagnarsi il futuro. E per riuscirci, visto che la missione seconda stella sem- bra ormai sfumata mentre il piazzamento Champions è alla portata, restano solo due strade: vincere l’Europa League, operazione però tutt’altro che semplice dato che ci sono anche avversarie top come Liverpool e Leverkusen, oppure proprio la Coppa Italia, che grazie al (discutibile) format attuale consente di alzare il trofeo in sole quattro partite. E il fatto che l’Inter sia già stata eliminata non è un dettaglio. Da qui, l’importanza del quarto di finale di stasera alle 21 contro l’Atalanta.

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Anche il prossimo anno con questo qua? Non ce la posso fare, impazzisco.
 

Zenos

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CorSera: Dentro o fuori. Torna la Coppa Italia, trofeo che il Milan nella sua storia ha alzato soltanto cinque volte, l’ultima addirittura ventuno anni fa. Ma se per molto tempo il trofeo di Lega è stato considerato quasi una scocciatura, oggi riveste un significato completamente diverso, per i rossoneri ma anche per Pioli. Il 2023 non è stato un anno facile per il tecnico di Parma, finito nel mirino di gran parte della tifoseria per i risultati al di sotto delle aspettative ma soprattutto per lo choc dei cinque derby persi su cinque. Fra novembre e dicembre lui e il suo staff sono (giustamente) finiti sotto esame: per i punti persi, per l’eliminazione dalla Champions, ma anche per i troppi infortuni. La pro- prietà però alla fine ha scelto di non cambiare e la fiducia è stata ripagata, come testimoniano i 16 punti ottenuti nelle ultime 7 giornate che hanno consentito di consolidare il terzo posto in classifica. «Il peggio è alle spalle» ha detto convintamente Pioli dopo l’agevole 3-0 di Empoli, ma la verità è che questi sei mesi che portano alla fine della stagione saranno decisivi anche per lui: il suo contratto scade a giugno del 2025, ma sa bene che se vuole scacciare i fantasmi di un addio quest’estate e avere chance per restare deve portare il Milan a essere protagonista a primavera.

Da parte della proprietà non ci sono stati imperativi — vinci qualcosa o te ne vai — e al momento la questione di un cambio di allenatore per la prossima stagione non è stato realmente affrontato, anche perché ipotesi come quella di Conte paiono oggi come oggi poco in linea con le strategie societarie, ma lo scenario è chiaro: Pioli, in questi sei mesi, deve guadagnarsi il futuro. E per riuscirci, visto che la missione seconda stella sem- bra ormai sfumata mentre il piazzamento Champions è alla portata, restano solo due strade: vincere l’Europa League, operazione però tutt’altro che semplice dato che ci sono anche avversarie top come Liverpool e Leverkusen, oppure proprio la Coppa Italia, che grazie al (discutibile) format attuale consente di alzare il trofeo in sole quattro partite. E il fatto che l’Inter sia già stata eliminata non è un dettaglio. Da qui, l’importanza del quarto di finale di stasera alle 21 contro l’Atalanta.

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Iniziata la campagna Pro pioli. Già vissuta con Montella, Kalinic, Giampollo...
 

bobbylukr

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CorSera: Dentro o fuori. Torna la Coppa Italia, trofeo che il Milan nella sua storia ha alzato soltanto cinque volte, l’ultima addirittura ventuno anni fa. Ma se per molto tempo il trofeo di Lega è stato considerato quasi una scocciatura, oggi riveste un significato completamente diverso, per i rossoneri ma anche per Pioli. Il 2023 non è stato un anno facile per il tecnico di Parma, finito nel mirino di gran parte della tifoseria per i risultati al di sotto delle aspettative ma soprattutto per lo choc dei cinque derby persi su cinque. Fra novembre e dicembre lui e il suo staff sono (giustamente) finiti sotto esame: per i punti persi, per l’eliminazione dalla Champions, ma anche per i troppi infortuni. La pro- prietà però alla fine ha scelto di non cambiare e la fiducia è stata ripagata, come testimoniano i 16 punti ottenuti nelle ultime 7 giornate che hanno consentito di consolidare il terzo posto in classifica. «Il peggio è alle spalle» ha detto convintamente Pioli dopo l’agevole 3-0 di Empoli, ma la verità è che questi sei mesi che portano alla fine della stagione saranno decisivi anche per lui: il suo contratto scade a giugno del 2025, ma sa bene che se vuole scacciare i fantasmi di un addio quest’estate e avere chance per restare deve portare il Milan a essere protagonista a primavera.

Da parte della proprietà non ci sono stati imperativi — vinci qualcosa o te ne vai — e al momento la questione di un cambio di allenatore per la prossima stagione non è stato realmente affrontato, anche perché ipotesi come quella di Conte paiono oggi come oggi poco in linea con le strategie societarie, ma lo scenario è chiaro: Pioli, in questi sei mesi, deve guadagnarsi il futuro. E per riuscirci, visto che la missione seconda stella sem- bra ormai sfumata mentre il piazzamento Champions è alla portata, restano solo due strade: vincere l’Europa League, operazione però tutt’altro che semplice dato che ci sono anche avversarie top come Liverpool e Leverkusen, oppure proprio la Coppa Italia, che grazie al (discutibile) format attuale consente di alzare il trofeo in sole quattro partite. E il fatto che l’Inter sia già stata eliminata non è un dettaglio. Da qui, l’importanza del quarto di finale di stasera alle 21 contro l’Atalanta.

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Scusate il francesismo ma io ci ur!n* dentro alla coppa Italia, se vincerla significa che il coach resta stasera tifo contro.
 

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Comunque se lo cacciano prendono Abate, eh? Al massimo Panettone Motta se si accontenta di due spicci. Conte è oltre la fantascienza.
 

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