Pioli in bilico. Ibra tutor? Gallardo o Tudor per l'estate.

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Repubblica: la parola tutela suscita sdegno, ma non esiste sinonimo migliore per l’ipotesi che Pioli, in caso di ko al Maradona, riceva il sostegno quotidiano di Ibrahimovic come consulente personale di Cardinale: l’azionista di controllo non ha ancora convinto l’ex campione, ma conta di riuscirci. Per la prossima stagione occhio ai profili di Gallardo e di Igor Tudor.



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Tuttosport in edicola: come suol dirsi in termini giornalisti, il titolo Stefano Pioli lo ha dato inconsapevolmente - ? - in coda alla conferenza stampa della vigilia. Alla domanda, o meglio, all’auspicio di una tifosa della community virtuale del club che augurava al tecnico altre 200 panchine in rossonero nei prossimi anni, dopo il traguardo raggiunto mercoledì a Parigi, Pioli ha risposto così: «Vorrebbe dire che a maggio festeggiamo». Come a dire, se a fine campionato non sarà scudetto (o un altro trofeo), chissà se sarò ancora qui. In fondo è pure quello che gli ha augurato l’ad Furlani proprio venerdì: «Il grande traguardo sarà a maggio quando speriamo tutti di festeggiare». Dunque, è evidente che Pioli al termine di una settimana complicata con i ko contro Juventus e Psg, sia conscio di come questa stagione rappresenti per lui un bivio, al di là del contratto fino al 2025: il suo ciclo al Milan è stato ed è importante, ha e sente la fiducia della società, ma al tempo stesso è consapevole che, dopo gli investimenti estivi e la scelta della proprietà di confermare lui, mandando via Maldini, molto passi dai risultati del campo. Lo scudetto della seconda stella è l’obiettivo e ieri Pioli lo ha ribadito: «La proprietà è ambiziosa e ha fatto sì che la squadra sia competitiva: il nostro obiettivo è lo scudetto, certo, anche se non siamo gli unici a volerlo». Oggi il Milan sarà a Napoli in uno stadio, il Maradona, che nelle ultime due annate ha regalato sorrisi alla squadra rossonera: «Arriviamo per la prima volta in questa stagione da due sconfitte consecutive, in due scontri diretti e ora ne avremo un terzo - ha spiegato il tecnico -. Vogliamo cambiare la situazione e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra per 95 minuti». Sono stati giorni "caldi" quelli vissuti a Milanello dopo la pesante sconfitta col Psg e il botta e risposta fra Calabria e Pioli nel post partita: «Milan a nervi tesi? È giusto che sia, perché abbiamo perso in un certo modo, ma sono nervi tesi... giusti - ha sottolineato l'allenatore -. Abbiamo parlato, non c'è nessun problema, anzi, ora va meglio di prima. Cambiare modo di difendere? Abbiamo un nostro modo di giocare che dobbiamo assolutamente portare avanti, ma ci sono situazioni in cui dobbiamo essere più attenti». Pioli ha poi chiosato parlando di sé: «Presuntuoso? Non credo di esserlo, ma sono convinto di quello che faccio. Mi preparo, studio, mi aggiorno e cerco di trasmettere le mie convinzioni ai giocatori - ha concluso -: se sono convinto io, sono più credibile con loro».
 

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Repubblica: la parola tutela suscita sdegno, ma non esiste sinonimo migliore per l’ipotesi che Pioli, in caso di ko al Maradona, riceva il sostegno quotidiano di Ibrahimovic come consulente personale di Cardinale: l’azionista di controllo non ha ancora convinto l’ex campione, ma conta di riuscirci. Per la prossima stagione occhio ai profili di Gallardo e di Igor Tudor.

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Tuttosport in edicola: come suol dirsi in termini giornalisti, il titolo Stefano Pioli lo ha dato inconsapevolmente - ? - in coda alla conferenza stampa della vigilia. Alla domanda, o meglio, all’auspicio di una tifosa della community virtuale del club che augurava al tecnico altre 200 panchine in rossonero nei prossimi anni, dopo il traguardo raggiunto mercoledì a Parigi, Pioli ha risposto così: «Vorrebbe dire che a maggio festeggiamo». Come a dire, se a fine campionato non sarà scudetto (o un altro trofeo), chissà se sarò ancora qui. In fondo è pure quello che gli ha augurato l’ad Furlani proprio venerdì: «Il grande traguardo sarà a maggio quando speriamo tutti di festeggiare». Dunque, è evidente che Pioli al termine di una settimana complicata con i ko contro Juventus e Psg, sia conscio di come questa stagione rappresenti per lui un bivio, al di là del contratto fino al 2025: il suo ciclo al Milan è stato ed è importante, ha e sente la fiducia della società, ma al tempo stesso è consapevole che, dopo gli investimenti estivi e la scelta della proprietà di confermare lui, mandando via Maldini, molto passi dai risultati del campo. Lo scudetto della seconda stella è l’obiettivo e ieri Pioli lo ha ribadito: «La proprietà è ambiziosa e ha fatto sì che la squadra sia competitiva: il nostro obiettivo è lo scudetto, certo, anche se non siamo gli unici a volerlo». Oggi il Milan sarà a Napoli in uno stadio, il Maradona, che nelle ultime due annate ha regalato sorrisi alla squadra rossonera: «Arriviamo per la prima volta in questa stagione da due sconfitte consecutive, in due scontri diretti e ora ne avremo un terzo - ha spiegato il tecnico -. Vogliamo cambiare la situazione e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra per 95 minuti». Sono stati giorni "caldi" quelli vissuti a Milanello dopo la pesante sconfitta col Psg e il botta e risposta fra Calabria e Pioli nel post partita: «Milan a nervi tesi? È giusto che sia, perché abbiamo perso in un certo modo, ma sono nervi tesi... giusti - ha sottolineato l'allenatore -. Abbiamo parlato, non c'è nessun problema, anzi, ora va meglio di prima. Cambiare modo di difendere? Abbiamo un nostro modo di giocare che dobbiamo assolutamente portare avanti, ma ci sono situazioni in cui dobbiamo essere più attenti». Pioli ha poi chiosato parlando di sé: «Presuntuoso? Non credo di esserlo, ma sono convinto di quello che faccio. Mi preparo, studio, mi aggiorno e cerco di trasmettere le mie convinzioni ai giocatori - ha concluso -: se sono convinto io, sono più credibile con loro».
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Repubblica: la parola tutela suscita sdegno, ma non esiste sinonimo migliore per l’ipotesi che Pioli, in caso di ko al Maradona, riceva il sostegno quotidiano di Ibrahimovic come consulente personale di Cardinale: l’azionista di controllo non ha ancora convinto l’ex campione, ma conta di riuscirci. Per la prossima stagione occhio ai profili di Gallardo e di Igor Tudor.

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Tuttosport in edicola: come suol dirsi in termini giornalisti, il titolo Stefano Pioli lo ha dato inconsapevolmente - ? - in coda alla conferenza stampa della vigilia. Alla domanda, o meglio, all’auspicio di una tifosa della community virtuale del club che augurava al tecnico altre 200 panchine in rossonero nei prossimi anni, dopo il traguardo raggiunto mercoledì a Parigi, Pioli ha risposto così: «Vorrebbe dire che a maggio festeggiamo». Come a dire, se a fine campionato non sarà scudetto (o un altro trofeo), chissà se sarò ancora qui. In fondo è pure quello che gli ha augurato l’ad Furlani proprio venerdì: «Il grande traguardo sarà a maggio quando speriamo tutti di festeggiare». Dunque, è evidente che Pioli al termine di una settimana complicata con i ko contro Juventus e Psg, sia conscio di come questa stagione rappresenti per lui un bivio, al di là del contratto fino al 2025: il suo ciclo al Milan è stato ed è importante, ha e sente la fiducia della società, ma al tempo stesso è consapevole che, dopo gli investimenti estivi e la scelta della proprietà di confermare lui, mandando via Maldini, molto passi dai risultati del campo. Lo scudetto della seconda stella è l’obiettivo e ieri Pioli lo ha ribadito: «La proprietà è ambiziosa e ha fatto sì che la squadra sia competitiva: il nostro obiettivo è lo scudetto, certo, anche se non siamo gli unici a volerlo». Oggi il Milan sarà a Napoli in uno stadio, il Maradona, che nelle ultime due annate ha regalato sorrisi alla squadra rossonera: «Arriviamo per la prima volta in questa stagione da due sconfitte consecutive, in due scontri diretti e ora ne avremo un terzo - ha spiegato il tecnico -. Vogliamo cambiare la situazione e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra per 95 minuti». Sono stati giorni "caldi" quelli vissuti a Milanello dopo la pesante sconfitta col Psg e il botta e risposta fra Calabria e Pioli nel post partita: «Milan a nervi tesi? È giusto che sia, perché abbiamo perso in un certo modo, ma sono nervi tesi... giusti - ha sottolineato l'allenatore -. Abbiamo parlato, non c'è nessun problema, anzi, ora va meglio di prima. Cambiare modo di difendere? Abbiamo un nostro modo di giocare che dobbiamo assolutamente portare avanti, ma ci sono situazioni in cui dobbiamo essere più attenti». Pioli ha poi chiosato parlando di sé: «Presuntuoso? Non credo di esserlo, ma sono convinto di quello che faccio. Mi preparo, studio, mi aggiorno e cerco di trasmettere le mie convinzioni ai giocatori - ha concluso -: se sono convinto io, sono più credibile con loro».
Eh? Cosa?
 

Swaitak

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Repubblica: la parola tutela suscita sdegno, ma non esiste sinonimo migliore per l’ipotesi che Pioli, in caso di ko al Maradona, riceva il sostegno quotidiano di Ibrahimovic come consulente personale di Cardinale: l’azionista di controllo non ha ancora convinto l’ex campione, ma conta di riuscirci. Per la prossima stagione occhio ai profili di Gallardo e di Igor Tudor.

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Tuttosport in edicola: come suol dirsi in termini giornalisti, il titolo Stefano Pioli lo ha dato inconsapevolmente - ? - in coda alla conferenza stampa della vigilia. Alla domanda, o meglio, all’auspicio di una tifosa della community virtuale del club che augurava al tecnico altre 200 panchine in rossonero nei prossimi anni, dopo il traguardo raggiunto mercoledì a Parigi, Pioli ha risposto così: «Vorrebbe dire che a maggio festeggiamo». Come a dire, se a fine campionato non sarà scudetto (o un altro trofeo), chissà se sarò ancora qui. In fondo è pure quello che gli ha augurato l’ad Furlani proprio venerdì: «Il grande traguardo sarà a maggio quando speriamo tutti di festeggiare». Dunque, è evidente che Pioli al termine di una settimana complicata con i ko contro Juventus e Psg, sia conscio di come questa stagione rappresenti per lui un bivio, al di là del contratto fino al 2025: il suo ciclo al Milan è stato ed è importante, ha e sente la fiducia della società, ma al tempo stesso è consapevole che, dopo gli investimenti estivi e la scelta della proprietà di confermare lui, mandando via Maldini, molto passi dai risultati del campo. Lo scudetto della seconda stella è l’obiettivo e ieri Pioli lo ha ribadito: «La proprietà è ambiziosa e ha fatto sì che la squadra sia competitiva: il nostro obiettivo è lo scudetto, certo, anche se non siamo gli unici a volerlo». Oggi il Milan sarà a Napoli in uno stadio, il Maradona, che nelle ultime due annate ha regalato sorrisi alla squadra rossonera: «Arriviamo per la prima volta in questa stagione da due sconfitte consecutive, in due scontri diretti e ora ne avremo un terzo - ha spiegato il tecnico -. Vogliamo cambiare la situazione e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra per 95 minuti». Sono stati giorni "caldi" quelli vissuti a Milanello dopo la pesante sconfitta col Psg e il botta e risposta fra Calabria e Pioli nel post partita: «Milan a nervi tesi? È giusto che sia, perché abbiamo perso in un certo modo, ma sono nervi tesi... giusti - ha sottolineato l'allenatore -. Abbiamo parlato, non c'è nessun problema, anzi, ora va meglio di prima. Cambiare modo di difendere? Abbiamo un nostro modo di giocare che dobbiamo assolutamente portare avanti, ma ci sono situazioni in cui dobbiamo essere più attenti». Pioli ha poi chiosato parlando di sé: «Presuntuoso? Non credo di esserlo, ma sono convinto di quello che faccio. Mi preparo, studio, mi aggiorno e cerco di trasmettere le mie convinzioni ai giocatori - ha concluso -: se sono convinto io, sono più credibile con loro».
Siamo sicuri che la capra sia Pioli e non chi comanda? Testa piu dura del diamante
 
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Tuttosport in edicola: come suol dirsi in termini giornalisti, il titolo Stefano Pioli lo ha dato inconsapevolmente - ? - in coda alla conferenza stampa della vigilia. Alla domanda, o meglio, all’auspicio di una tifosa della community virtuale del club che augurava al tecnico altre 200 panchine in rossonero nei prossimi anni, dopo il traguardo raggiunto mercoledì a Parigi, Pioli ha risposto così: «Vorrebbe dire che a maggio festeggiamo». Come a dire, se a fine campionato non sarà scudetto (o un altro trofeo), chissà se sarò ancora qui. In fondo è pure quello che gli ha augurato l’ad Furlani proprio venerdì: «Il grande traguardo sarà a maggio quando speriamo tutti di festeggiare». Dunque, è evidente che Pioli al termine di una settimana complicata con i ko contro Juventus e Psg, sia conscio di come questa stagione rappresenti per lui un bivio, al di là del contratto fino al 2025: il suo ciclo al Milan è stato ed è importante, ha e sente la fiducia della società, ma al tempo stesso è consapevole che, dopo gli investimenti estivi e la scelta della proprietà di confermare lui, mandando via Maldini, molto passi dai risultati del campo. Lo scudetto della seconda stella è l’obiettivo e ieri Pioli lo ha ribadito: «La proprietà è ambiziosa e ha fatto sì che la squadra sia competitiva: il nostro obiettivo è lo scudetto, certo, anche se non siamo gli unici a volerlo». Oggi il Milan sarà a Napoli in uno stadio, il Maradona, che nelle ultime due annate ha regalato sorrisi alla squadra rossonera: «Arriviamo per la prima volta in questa stagione da due sconfitte consecutive, in due scontri diretti e ora ne avremo un terzo - ha spiegato il tecnico -. Vogliamo cambiare la situazione e dovremo dimostrare sul campo di essere una squadra per 95 minuti». Sono stati giorni "caldi" quelli vissuti a Milanello dopo la pesante sconfitta col Psg e il botta e risposta fra Calabria e Pioli nel post partita: «Milan a nervi tesi? È giusto che sia, perché abbiamo perso in un certo modo, ma sono nervi tesi... giusti - ha sottolineato l'allenatore -. Abbiamo parlato, non c'è nessun problema, anzi, ora va meglio di prima. Cambiare modo di difendere? Abbiamo un nostro modo di giocare che dobbiamo assolutamente portare avanti, ma ci sono situazioni in cui dobbiamo essere più attenti». Pioli ha poi chiosato parlando di sé: «Presuntuoso? Non credo di esserlo, ma sono convinto di quello che faccio. Mi preparo, studio, mi aggiorno e cerco di trasmettere le mie convinzioni ai giocatori - ha concluso -: se sono convinto io, sono più credibile con loro».
Suscita anche ilarità la notizia ma resta pur sempre una roba umiliante.
Chiunque dotato di spina dorsale superiore a un lombrico si dimetterebbe..
Ma sono certo pioli accetterebbe di buon grado il ruolo di supercoach col sostegno.
 

bmb

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Se questi sono i nomi, meglio il coach fino al 2040.
 

darden

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Tatticamente Gallardo è simile a Pioli.. pressing forsennato, recupero palla alto e subito in verticale. Non ho seguito abbastanza le partite non di cartello se è meglio o peggio di lui in termini di tatticismo. Sarebbe un cercare un allenatore adatto alla rosa costruita.

In ogni caso ha vinto un bel po' al River quindi non è un perdente e soprattutto è fermo da un anno in attesa della occasione giusta in Europa, non accetta il primo che passa ..
 
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