Pioli: fiducia Milan no colpe. Theo, la difesa e nuovi flop.

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Come riportato dalla GDS in edicola, la debacle contro l'Inter non è stata colpa di Pioli. Il tecnico è stato condannato dai tifosi ma il Milan gli dà fiducia. Il tecnico nel derby avrà anche sbagliato ma dietro serve altro e i singoli hanno fatto flop.


I singoli sono stati negativi, vero, ma anche Theo ha dato un brutto esempio. Ha regalato il rigore del 4-1. Sul 3-1 si è fatto bruciare da Calha mentre sul 5-1 era in colpevole ritardo.

Il gioco è stato lento e facile per l'Inter, ok. Ma in attacco dietro Giroud c'è il vuoto. Nel derby è stato il miglior uomo assist ma non potrà giocare 35 partite. Serve un aiuto.

Fase difensiva da rivedere. Squadra troppo lunga. Kjaer e Thiaw non bastano lì dietro. Ma anche Tomori ha sbagliato tanto in stagione e Kalulu non è più quello dello scudetto. A gennaio possibile altre valutazioni.

CorSera: la botta è stata forte e ha fatto molto male. Chi ieri era a Milanello racconta di teste basse e pochissima voglia di parlare. Ma come canta Luciano Ligabue, interista, il problema adesso «non è il male né la botta ma purtroppo il livido», vale a dire le conseguenze dell’ennesimo derby straperso. Il rischio contraccolpo esiste e non va sottovalutato, perché il derby è un moltiplicatore di effetti, nel bene e nel male. Ora è tutta una questione di testa. Anche perché non c’è tempo per

Sotto esame la fase difensiva. Domani rientra Tomori, possibili altre novità piangersi addosso: domani arriva il Newcastle del grande ex Tonali per un debutto di Champions che è già un crocevia del girone di ferro. Subito dopo la partita, sabato sera, così come ieri mattina a Milanello, la dirigenza rossonera s’è stretta attorno a Pioli e alla squadra. Non per istruire processi, ma per far sentire la vicinanza del club nel primo momento delicato di una stagione di enormi cambiamenti. La fiducia è intatta. Non sarà una partita sbagliata a rovinare il progetto, il senso del confronto. Riflessione condivisibile, tanto più a settembre: gli investimenti estivi della proprietà sono stati onerosi, con oltre 100 milioni di euro spesi sul mercato, ma era impensabile che il rodaggio fosse già completato. La squadra è stata stravolta, sia negli interpreti sia nei meccanismi tattici: se le prime tre giornate avevano dato segnali positivi, il derby ha certificato che il gap con l’Inter al momento è ancora molto lontano dall’essere colmato. Ora tocca a Pioli, finito nel mirino della critica soprattutto sul web, dove c’è chi lo attacca per non aver voluto chiedere scusa. Inzaghi si è confermato la sua bestia nera: cinque derby persi di fila sono un trend da brividi e fra i tifosi c’è pure chi chiede l’esonero. Anche qui, riflessione doverosa: è evidente che il tecnico abbia la sua buona parte di colpe nel disastro, soprattutto nella gestione della fase difensiva, con Calabria mandato ostinatamente a spasso anziché farlo raddoppiare su Thuram, ma da qui a cacciarlo dopo 4 giornate ce ne passa. Soprattutto ora che con l’addio di Maldini il suo ruolo è ancora più centrale, più decisivo. Detto questo, è il primo dal quale ci si aspetta una netta reazione già domani. Ieri non ha parlato alla squadra: botta troppo fresca, lo farà oggi. Non è da escludere che, per dare una scossa, possa cambiare qualcosa: oltre al rientro di Tomori al posto di Kjaer, potrebbe esserci la prima da titolare per Chukwueze, che peraltro sabato non è entrato bene, come Jovic e Okafor. Non è da escludere un ritocco a centrocampo, dove andrà arginato Tonali: dall’Inghilterra assicurano che giocherà, dopo esser rimasto in panchina sabato nell’1-0 sul Brentford per un lieve problema muscolare. San Siro non dovrebbe fischiarlo, ma sul campo sono vietati i romanticismi: serve solo e soltanto vincere. Per partire bene in Champions League, ma anche per provare a guarire i brutti lividi del derby, che altrimenti rischiano di restare a lungo sulla pelle del Diavolo.

Anche Tuttosport conferma la fiducia del club nei confronti del criticato Pioli: Stefano Pioli sotto esame. Della piazza rossonera, principalmente (non una novità, così come il #Pioliout tornato a circolare sui social, dove è stato virtualmente esonerato almeno quattro-cinque volte da quando siede sulla panchina del Milan), ma non solo. Va detto subito che l’allenatore emiliano non è in discussione, la fiducia della società - che a giugno, è bene ricordarlo, ha scelto lui, mandando via Maldini - rimane intatta, però è chiaro che il quinto derby perso nel 2023, in questo modo (siamo a 12 gol incassati in cinque partite contro uno solo segnato), ponga delle domande. Soprattutto pensando a quello che aspetta il Milan da domani a fine ottobre. Nove partite che potrebbero decidere il prosieguo della stagione del Diavolo, in campionato, ma soprattutto in Champions. E proprio in Europa, domani sera contro il Newcastle a San Siro, comincerà un girone di ferro per il Milan e la sfida contro l’ex Tonali rischia di avere contorni già da dentro-fuori, considerando il livello di difficoltà ed equilibrio del gruppo (le prossime sfide in trasferta il 4 e 25 ottobre con Borussia Dortmund e Psg).

La batosta nel derby rischia di lasciare scorie, anche se Pioli dopo la partita ha allontanato tali pensieri: «Non ci sarà nessuno strascico, nessun contraccolpo psicologico perché alleno una squadra matura». È evidente che giocare subito sia la miglior medicina, ma potrebbe anche risultare altra benzina sul fuoco: vincere per voltare pagina e non pensare più all’Inter e come disinnescare Inzaghi almeno fino al 21 aprile, ma perdere... Anche perché poi, come detto, in Champions arriveranno due gare lontano da Milano non semplici, mentre in campionato ci saranno trasferte delicate (Cagliari e Genoa) e nuovi scontri diretti con Lazio e, soprattutto, Juventus e Napoli, con in mezzo il Psg. Partire col piede giusto in Europa avrebbe tanti significati, oltre ai “banali” tre punti in classifica. Ieri Pioli ha deciso di non bacchettare la squadra. C’è stato un confronto per analizzare, anche attraverso i video, gli errori commessi nel derby, ma nessuna ramanzina. Il pensiero generale: come non ci si doveva esaltare prima per le tre vittorie iniziali, non bisogna ora buttare tutto all’aria. Il tecnico ha scelto di sostenere i giocatori, di tirarli su, di evitare un processo che avrebbe inevitabilmente peggiorato un umore già pessimo.
A Milanello, in rappresentanza del club, c’era Moncada e anche da come la dirigenza saprà sostenere Pioli e rapportarsi con la squadra, passerà una fetta importante dell’annata rossonera. Maldini, al di là di tutto, era una presenza pesante nello spogliatoio, così come Ibrahimovic. Senza queste due figure si è creato un vuoto che Pioli, dirigenti e nuovi leader dovranno saper colmare per gestire proprio momenti come questo, perché è plausibile che arriveranno altre sconfitte in stagione. Un discorso più approfondito su come rialzarsi e voltare pagina Pioli lo farà oggi, alla vigilia della gara col Newcastle, avversario che il tecnico ha analizzato con il suo staff ieri pomeriggio fino a sera, quando i giocatori, dopo lo scarico del mattino, avevano già lasciato Milanello. Contro gli inglesi tornerà in difesa Tomori e potrebbero esserci un paio di avvicendamenti fra centrocampo (Musah?) e attacco (Chukwueze per Pulisic). Ma più che gli uomini, domani conterà molto lo spirito - quello venuto a mancare contro l’Inter sia a inizio partita che dopo il 3-1 - e l’accoglienza che i tifosi riserveranno alla squadra.

Anche il CorSport conferma la fiducia del Milan a Pioli: Pioli è saldo al comando ma Tonali ora fa paura. Poche ore per smaltire la batosta. Domani il Milan ospita il Newcastle. Dopo il 5-1 nel derby confronto tra tecnico e squadra alla presenza di Moncada. C’è subito la Champions
 

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Come riportato dalla GDS in edicola, la debacle contro l'Inter non è stata colpa di Pioli. Il tecnico è stato condannato dai tifosi ma il Milan gli dà fiducia. Il tecnico nel derby avrà anche sbagliato ma dietro serve altro e i singoli hanno fatto flop.

I singoli sono stati negativi, vero, ma anche Theo ha dato un brutto esempio. Ha regalato il rigore del 4-1. Sul 3-1 si è fatto bruciare da Calha mentre sul 5-1 era in colpevole ritardo.

Il gioco è stato lento e facile per l'Inter, ok. Ma in attacco dietro Giroud c'è il vuoto. Nel derby è stato il miglior uomo assist ma non potrà giocare 35 partite. Serve un aiuto.

Fase difensiva da rivedere. Squadra troppo lunga. Kjaer e Thiaw non bastano lì dietro. Ma anche Tomori ha sbagliato tanto in stagione e Kalulu non è più quello dello scudetto. A gennaio possibile altre valutazioni.
Pioli zero colpe Theo un problema.
Quindi Pioli ok Theo si può vendere. Ahahahah. Ottimo lavoro.
 

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Come riportato dalla GDS in edicola, la debacle contro l'Inter non è stata colpa di Pioli. Il tecnico è stato condannato dai tifosi ma il Milan gli dà fiducia. Il tecnico nel derby avrà anche sbagliato ma dietro serve altro e i singoli hanno fatto flop.

I singoli sono stati negativi, vero, ma anche Theo ha dato un brutto esempio. Ha regalato il rigore del 4-1. Sul 3-1 si è fatto bruciare da Calha mentre sul 5-1 era in colpevole ritardo.

Il gioco è stato lento e facile per l'Inter, ok. Ma in attacco dietro Giroud c'è il vuoto. Nel derby è stato il miglior uomo assist ma non potrà giocare 35 partite. Serve un aiuto.

Fase difensiva da rivedere. Squadra troppo lunga. Kjaer e Thiaw non bastano lì dietro. Ma anche Tomori ha sbagliato tanto in stagione e Kalulu non è più quello dello scudetto. A gennaio possibile altre valutazioni.

CorSera: la botta è stata forte e ha fatto molto male. Chi ieri era a Milanello racconta di teste basse e pochissima voglia di parlare. Ma come canta Luciano Ligabue, interista, il problema adesso «non è il male né la botta ma purtroppo il livido», vale a dire le conseguenze dell’ennesimo derby straperso. Il rischio contraccolpo esiste e non va sottovalutato, perché il derby è un moltiplicatore di effetti, nel bene e nel male. Ora è tutta una questione di testa. Anche perché non c’è tempo per

Sotto esame la fase difensiva. Domani rientra Tomori, possibili altre novità piangersi addosso: domani arriva il Newcastle del grande ex Tonali per un debutto di Champions che è già un crocevia del girone di ferro. Subito dopo la partita, sabato sera, così come ieri mattina a Milanello, la dirigenza rossonera s’è stretta attorno a Pioli e alla squadra. Non per istruire processi, ma per far sentire la vicinanza del club nel primo momento delicato di una stagione di enormi cambiamenti. La fiducia è intatta. Non sarà una partita sbagliata a rovinare il progetto, il senso del confronto. Riflessione condivisibile, tanto più a settembre: gli investimenti estivi della proprietà sono stati onerosi, con oltre 100 milioni di euro spesi sul mercato, ma era impensabile che il rodaggio fosse già completato. La squadra è stata stravolta, sia negli interpreti sia nei meccanismi tattici: se le prime tre giornate avevano dato segnali positivi, il derby ha certificato che il gap con l’Inter al momento è ancora molto lontano dall’essere colmato. Ora tocca a Pioli, finito nel mirino della critica soprattutto sul web, dove c’è chi lo attacca per non aver voluto chiedere scusa. Inzaghi si è confermato la sua bestia nera: cinque derby persi di fila sono un trend da brividi e fra i tifosi c’è pure chi chiede l’esonero. Anche qui, riflessione doverosa: è evidente che il tecnico abbia la sua buona parte di colpe nel disastro, soprattutto nella gestione della fase difensiva, con Calabria mandato ostinatamente a spasso anziché farlo raddoppiare su Thuram, ma da qui a cacciarlo dopo 4 giornate ce ne passa. Soprattutto ora che con l’addio di Maldini il suo ruolo è ancora più centrale, più decisivo. Detto questo, è il primo dal quale ci si aspetta una netta reazione già domani. Ieri non ha parlato alla squadra: botta troppo fresca, lo farà oggi. Non è da escludere che, per dare una scossa, possa cambiare qualcosa: oltre al rientro di Tomori al posto di Kjaer, potrebbe esserci la prima da titolare per Chukwueze, che peraltro sabato non è entrato bene, come Jovic e Okafor. Non è da escludere un ritocco a centrocampo, dove andrà arginato Tonali: dall’Inghilterra assicurano che giocherà, dopo esser rimasto in panchina sabato nell’1-0 sul Brentford per un lieve problema muscolare. San Siro non dovrebbe fischiarlo, ma sul campo sono vietati i romanticismi: serve solo e soltanto vincere. Per partire bene in Champions League, ma anche per provare a guarire i brutti lividi del derby, che altrimenti rischiano di restare a lungo sulla pelle del Diavolo.
 

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La batosta nel derby rischia di lasciare scorie, anche se Pioli dopo la partita ha allontanato tali pensieri: «Non ci sarà nessuno strascico, nessun contraccolpo psicologico perché alleno una squadra matura». È evidente che giocare subito sia la miglior medicina, ma potrebbe anche risultare altra benzina sul fuoco: vincere per voltare pagina e non pensare più all’Inter e come disinnescare Inzaghi almeno fino al 21 aprile, ma perdere... Anche perché poi, come detto, in Champions arriveranno due gare lontano da Milano non semplici, mentre in campionato ci saranno trasferte delicate (Cagliari e Genoa) e nuovi scontri diretti con Lazio e, soprattutto, Juventus e Napoli, con in mezzo il Psg. Partire col piede giusto in Europa avrebbe tanti significati, oltre ai “banali” tre punti in classifica. Ieri Pioli ha deciso di non bacchettare la squadra. C’è stato un confronto per analizzare, anche attraverso i video, gli errori commessi nel derby, ma nessuna ramanzina. Il pensiero generale: come non ci si doveva esaltare prima per le tre vittorie iniziali, non bisogna ora buttare tutto all’aria. Il tecnico ha scelto di sostenere i giocatori, di tirarli su, di evitare un processo che avrebbe inevitabilmente peggiorato un umore già pessimo.
A Milanello, in rappresentanza del club, c’era Moncada e anche da come la dirigenza saprà sostenere Pioli e rapportarsi con la squadra, passerà una fetta importante dell’annata rossonera. Maldini, al di là di tutto, era una presenza pesante nello spogliatoio, così come Ibrahimovic. Senza queste due figure si è creato un vuoto che Pioli, dirigenti e nuovi leader dovranno saper colmare per gestire proprio momenti come questo, perché è plausibile che arriveranno altre sconfitte in stagione. Un discorso più approfondito su come rialzarsi e voltare pagina Pioli lo farà oggi, alla vigilia della gara col Newcastle, avversario che il tecnico ha analizzato con il suo staff ieri pomeriggio fino a sera, quando i giocatori, dopo lo scarico del mattino, avevano già lasciato Milanello. Contro gli inglesi tornerà in difesa Tomori e potrebbero esserci un paio di avvicendamenti fra centrocampo (Musah?) e attacco (Chukwueze per Pulisic). Ma più che gli uomini, domani conterà molto lo spirito - quello venuto a mancare contro l’Inter sia a inizio partita che dopo il 3-1 - e l’accoglienza che i tifosi riserveranno alla squadra.
 

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I singoli sono stati negativi, vero, ma anche Theo ha dato un brutto esempio. Ha regalato il rigore del 4-1. Sul 3-1 si è fatto bruciare da Calha mentre sul 5-1 era in colpevole ritardo.

Il gioco è stato lento e facile per l'Inter, ok. Ma in attacco dietro Giroud c'è il vuoto. Nel derby è stato il miglior uomo assist ma non potrà giocare 35 partite. Serve un aiuto.

Fase difensiva da rivedere. Squadra troppo lunga. Kjaer e Thiaw non bastano lì dietro. Ma anche Tomori ha sbagliato tanto in stagione e Kalulu non è più quello dello scudetto. A gennaio possibile altre valutazioni.

CorSera: la botta è stata forte e ha fatto molto male. Chi ieri era a Milanello racconta di teste basse e pochissima voglia di parlare. Ma come canta Luciano Ligabue, interista, il problema adesso «non è il male né la botta ma purtroppo il livido», vale a dire le conseguenze dell’ennesimo derby straperso. Il rischio contraccolpo esiste e non va sottovalutato, perché il derby è un moltiplicatore di effetti, nel bene e nel male. Ora è tutta una questione di testa. Anche perché non c’è tempo per

Sotto esame la fase difensiva. Domani rientra Tomori, possibili altre novità piangersi addosso: domani arriva il Newcastle del grande ex Tonali per un debutto di Champions che è già un crocevia del girone di ferro. Subito dopo la partita, sabato sera, così come ieri mattina a Milanello, la dirigenza rossonera s’è stretta attorno a Pioli e alla squadra. Non per istruire processi, ma per far sentire la vicinanza del club nel primo momento delicato di una stagione di enormi cambiamenti. La fiducia è intatta. Non sarà una partita sbagliata a rovinare il progetto, il senso del confronto. Riflessione condivisibile, tanto più a settembre: gli investimenti estivi della proprietà sono stati onerosi, con oltre 100 milioni di euro spesi sul mercato, ma era impensabile che il rodaggio fosse già completato. La squadra è stata stravolta, sia negli interpreti sia nei meccanismi tattici: se le prime tre giornate avevano dato segnali positivi, il derby ha certificato che il gap con l’Inter al momento è ancora molto lontano dall’essere colmato. Ora tocca a Pioli, finito nel mirino della critica soprattutto sul web, dove c’è chi lo attacca per non aver voluto chiedere scusa. Inzaghi si è confermato la sua bestia nera: cinque derby persi di fila sono un trend da brividi e fra i tifosi c’è pure chi chiede l’esonero. Anche qui, riflessione doverosa: è evidente che il tecnico abbia la sua buona parte di colpe nel disastro, soprattutto nella gestione della fase difensiva, con Calabria mandato ostinatamente a spasso anziché farlo raddoppiare su Thuram, ma da qui a cacciarlo dopo 4 giornate ce ne passa. Soprattutto ora che con l’addio di Maldini il suo ruolo è ancora più centrale, più decisivo. Detto questo, è il primo dal quale ci si aspetta una netta reazione già domani. Ieri non ha parlato alla squadra: botta troppo fresca, lo farà oggi. Non è da escludere che, per dare una scossa, possa cambiare qualcosa: oltre al rientro di Tomori al posto di Kjaer, potrebbe esserci la prima da titolare per Chukwueze, che peraltro sabato non è entrato bene, come Jovic e Okafor. Non è da escludere un ritocco a centrocampo, dove andrà arginato Tonali: dall’Inghilterra assicurano che giocherà, dopo esser rimasto in panchina sabato nell’1-0 sul Brentford per un lieve problema muscolare. San Siro non dovrebbe fischiarlo, ma sul campo sono vietati i romanticismi: serve solo e soltanto vincere. Per partire bene in Champions League, ma anche per provare a guarire i brutti lividi del derby, che altrimenti rischiano di restare a lungo sulla pelle del Diavolo.

Anche Tuttosport conferma la fiducia del club nei confronti del criticato Pioli: Stefano Pioli sotto esame. Della piazza rossonera, principalmente (non una novità, così come il #Pioliout tornato a circolare sui social, dove è stato virtualmente esonerato almeno quattro-cinque volte da quando siede sulla panchina del Milan), ma non solo. Va detto subito che l’allenatore emiliano non è in discussione, la fiducia della società - che a giugno, è bene ricordarlo, ha scelto lui, mandando via Maldini - rimane intatta, però è chiaro che il quinto derby perso nel 2023, in questo modo (siamo a 12 gol incassati in cinque partite contro uno solo segnato), ponga delle domande. Soprattutto pensando a quello che aspetta il Milan da domani a fine ottobre. Nove partite che potrebbero decidere il prosieguo della stagione del Diavolo, in campionato, ma soprattutto in Champions. E proprio in Europa, domani sera contro il Newcastle a San Siro, comincerà un girone di ferro per il Milan e la sfida contro l’ex Tonali rischia di avere contorni già da dentro-fuori, considerando il livello di difficoltà ed equilibrio del gruppo (le prossime sfide in trasferta il 4 e 25 ottobre con Borussia Dortmund e Psg).

La batosta nel derby rischia di lasciare scorie, anche se Pioli dopo la partita ha allontanato tali pensieri: «Non ci sarà nessuno strascico, nessun contraccolpo psicologico perché alleno una squadra matura». È evidente che giocare subito sia la miglior medicina, ma potrebbe anche risultare altra benzina sul fuoco: vincere per voltare pagina e non pensare più all’Inter e come disinnescare Inzaghi almeno fino al 21 aprile, ma perdere... Anche perché poi, come detto, in Champions arriveranno due gare lontano da Milano non semplici, mentre in campionato ci saranno trasferte delicate (Cagliari e Genoa) e nuovi scontri diretti con Lazio e, soprattutto, Juventus e Napoli, con in mezzo il Psg. Partire col piede giusto in Europa avrebbe tanti significati, oltre ai “banali” tre punti in classifica. Ieri Pioli ha deciso di non bacchettare la squadra. C’è stato un confronto per analizzare, anche attraverso i video, gli errori commessi nel derby, ma nessuna ramanzina. Il pensiero generale: come non ci si doveva esaltare prima per le tre vittorie iniziali, non bisogna ora buttare tutto all’aria. Il tecnico ha scelto di sostenere i giocatori, di tirarli su, di evitare un processo che avrebbe inevitabilmente peggiorato un umore già pessimo.
A Milanello, in rappresentanza del club, c’era Moncada e anche da come la dirigenza saprà sostenere Pioli e rapportarsi con la squadra, passerà una fetta importante dell’annata rossonera. Maldini, al di là di tutto, era una presenza pesante nello spogliatoio, così come Ibrahimovic. Senza queste due figure si è creato un vuoto che Pioli, dirigenti e nuovi leader dovranno saper colmare per gestire proprio momenti come questo, perché è plausibile che arriveranno altre sconfitte in stagione. Un discorso più approfondito su come rialzarsi e voltare pagina Pioli lo farà oggi, alla vigilia della gara col Newcastle, avversario che il tecnico ha analizzato con il suo staff ieri pomeriggio fino a sera, quando i giocatori, dopo lo scarico del mattino, avevano già lasciato Milanello. Contro gli inglesi tornerà in difesa Tomori e potrebbero esserci un paio di avvicendamenti fra centrocampo (Musah?) e attacco (Chukwueze per Pulisic). Ma più che gli uomini, domani conterà molto lo spirito - quello venuto a mancare contro l’Inter sia a inizio partita che dopo il 3-1 - e l’accoglienza che i tifosi riserveranno alla squadra.

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I singoli sono stati negativi, vero, ma anche Theo ha dato un brutto esempio. Ha regalato il rigore del 4-1. Sul 3-1 si è fatto bruciare da Calha mentre sul 5-1 era in colpevole ritardo.

Il gioco è stato lento e facile per l'Inter, ok. Ma in attacco dietro Giroud c'è il vuoto. Nel derby è stato il miglior uomo assist ma non potrà giocare 35 partite. Serve un aiuto.

Fase difensiva da rivedere. Squadra troppo lunga. Kjaer e Thiaw non bastano lì dietro. Ma anche Tomori ha sbagliato tanto in stagione e Kalulu non è più quello dello scudetto. A gennaio possibile altre valutazioni.

CorSera: la botta è stata forte e ha fatto molto male. Chi ieri era a Milanello racconta di teste basse e pochissima voglia di parlare. Ma come canta Luciano Ligabue, interista, il problema adesso «non è il male né la botta ma purtroppo il livido», vale a dire le conseguenze dell’ennesimo derby straperso. Il rischio contraccolpo esiste e non va sottovalutato, perché il derby è un moltiplicatore di effetti, nel bene e nel male. Ora è tutta una questione di testa. Anche perché non c’è tempo per

Sotto esame la fase difensiva. Domani rientra Tomori, possibili altre novità piangersi addosso: domani arriva il Newcastle del grande ex Tonali per un debutto di Champions che è già un crocevia del girone di ferro. Subito dopo la partita, sabato sera, così come ieri mattina a Milanello, la dirigenza rossonera s’è stretta attorno a Pioli e alla squadra. Non per istruire processi, ma per far sentire la vicinanza del club nel primo momento delicato di una stagione di enormi cambiamenti. La fiducia è intatta. Non sarà una partita sbagliata a rovinare il progetto, il senso del confronto. Riflessione condivisibile, tanto più a settembre: gli investimenti estivi della proprietà sono stati onerosi, con oltre 100 milioni di euro spesi sul mercato, ma era impensabile che il rodaggio fosse già completato. La squadra è stata stravolta, sia negli interpreti sia nei meccanismi tattici: se le prime tre giornate avevano dato segnali positivi, il derby ha certificato che il gap con l’Inter al momento è ancora molto lontano dall’essere colmato. Ora tocca a Pioli, finito nel mirino della critica soprattutto sul web, dove c’è chi lo attacca per non aver voluto chiedere scusa. Inzaghi si è confermato la sua bestia nera: cinque derby persi di fila sono un trend da brividi e fra i tifosi c’è pure chi chiede l’esonero. Anche qui, riflessione doverosa: è evidente che il tecnico abbia la sua buona parte di colpe nel disastro, soprattutto nella gestione della fase difensiva, con Calabria mandato ostinatamente a spasso anziché farlo raddoppiare su Thuram, ma da qui a cacciarlo dopo 4 giornate ce ne passa. Soprattutto ora che con l’addio di Maldini il suo ruolo è ancora più centrale, più decisivo. Detto questo, è il primo dal quale ci si aspetta una netta reazione già domani. Ieri non ha parlato alla squadra: botta troppo fresca, lo farà oggi. Non è da escludere che, per dare una scossa, possa cambiare qualcosa: oltre al rientro di Tomori al posto di Kjaer, potrebbe esserci la prima da titolare per Chukwueze, che peraltro sabato non è entrato bene, come Jovic e Okafor. Non è da escludere un ritocco a centrocampo, dove andrà arginato Tonali: dall’Inghilterra assicurano che giocherà, dopo esser rimasto in panchina sabato nell’1-0 sul Brentford per un lieve problema muscolare. San Siro non dovrebbe fischiarlo, ma sul campo sono vietati i romanticismi: serve solo e soltanto vincere. Per partire bene in Champions League, ma anche per provare a guarire i brutti lividi del derby, che altrimenti rischiano di restare a lungo sulla pelle del Diavolo.

Anche Tuttosport conferma la fiducia del club nei confronti del criticato Pioli: Stefano Pioli sotto esame. Della piazza rossonera, principalmente (non una novità, così come il #Pioliout tornato a circolare sui social, dove è stato virtualmente esonerato almeno quattro-cinque volte da quando siede sulla panchina del Milan), ma non solo. Va detto subito che l’allenatore emiliano non è in discussione, la fiducia della società - che a giugno, è bene ricordarlo, ha scelto lui, mandando via Maldini - rimane intatta, però è chiaro che il quinto derby perso nel 2023, in questo modo (siamo a 12 gol incassati in cinque partite contro uno solo segnato), ponga delle domande. Soprattutto pensando a quello che aspetta il Milan da domani a fine ottobre. Nove partite che potrebbero decidere il prosieguo della stagione del Diavolo, in campionato, ma soprattutto in Champions. E proprio in Europa, domani sera contro il Newcastle a San Siro, comincerà un girone di ferro per il Milan e la sfida contro l’ex Tonali rischia di avere contorni già da dentro-fuori, considerando il livello di difficoltà ed equilibrio del gruppo (le prossime sfide in trasferta il 4 e 25 ottobre con Borussia Dortmund e Psg).

La batosta nel derby rischia di lasciare scorie, anche se Pioli dopo la partita ha allontanato tali pensieri: «Non ci sarà nessuno strascico, nessun contraccolpo psicologico perché alleno una squadra matura». È evidente che giocare subito sia la miglior medicina, ma potrebbe anche risultare altra benzina sul fuoco: vincere per voltare pagina e non pensare più all’Inter e come disinnescare Inzaghi almeno fino al 21 aprile, ma perdere... Anche perché poi, come detto, in Champions arriveranno due gare lontano da Milano non semplici, mentre in campionato ci saranno trasferte delicate (Cagliari e Genoa) e nuovi scontri diretti con Lazio e, soprattutto, Juventus e Napoli, con in mezzo il Psg. Partire col piede giusto in Europa avrebbe tanti significati, oltre ai “banali” tre punti in classifica. Ieri Pioli ha deciso di non bacchettare la squadra. C’è stato un confronto per analizzare, anche attraverso i video, gli errori commessi nel derby, ma nessuna ramanzina. Il pensiero generale: come non ci si doveva esaltare prima per le tre vittorie iniziali, non bisogna ora buttare tutto all’aria. Il tecnico ha scelto di sostenere i giocatori, di tirarli su, di evitare un processo che avrebbe inevitabilmente peggiorato un umore già pessimo.
A Milanello, in rappresentanza del club, c’era Moncada e anche da come la dirigenza saprà sostenere Pioli e rapportarsi con la squadra, passerà una fetta importante dell’annata rossonera. Maldini, al di là di tutto, era una presenza pesante nello spogliatoio, così come Ibrahimovic. Senza queste due figure si è creato un vuoto che Pioli, dirigenti e nuovi leader dovranno saper colmare per gestire proprio momenti come questo, perché è plausibile che arriveranno altre sconfitte in stagione. Un discorso più approfondito su come rialzarsi e voltare pagina Pioli lo farà oggi, alla vigilia della gara col Newcastle, avversario che il tecnico ha analizzato con il suo staff ieri pomeriggio fino a sera, quando i giocatori, dopo lo scarico del mattino, avevano già lasciato Milanello. Contro gli inglesi tornerà in difesa Tomori e potrebbero esserci un paio di avvicendamenti fra centrocampo (Musah?) e attacco (Chukwueze per Pulisic). Ma più che gli uomini, domani conterà molto lo spirito - quello venuto a mancare contro l’Inter sia a inizio partita che dopo il 3-1 - e l’accoglienza che i tifosi riserveranno alla squadra.
quanto godono in gazzetta, prendono anche per il deretano.
spero gli vada a fuoco la sede.
 

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