Pioli alla Pep e Ibra: Milan ribaltato. Futuro a 4 dietro.

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Come riportato dal CorSera in edicola, il trasformista Pioli ha ribaltato il Milan per rimetterlo in corsa. Decisivi sono stati poi i colloqui con Maldini e Massara, al termine dei quali Pioli ha perfezionato il suo piano di ripartenza, che al primo capitolo aveva (saggiamente) la riforma della difesa. L’elasticità è sinonimo di intelligenza. E l’unità di crisi ha funzionato. La scelta di passare a tre inizialmente è stata contestata anche da un maestro come Sacchi, ma la verità è che questi tre successi consecutivi e sempre senza prendere gol sono la prova provata del fatto che il piano è efficace. Nel derby l’interpretazione era troppo conservativa, ma con il giusto rodaggio il reparto arretrato ha trovato i suoi meccanismi.

Non c’è però solo la nuova filosofia del «corto muso» dietro alla ripartenza rossonera. Fondamentali sono stati i colloqui individuali e di gruppo, ma anche l’effetto Ibra. Da quando è tornato a lavorare con gli altri, prima della partita poi vinta col Torino, la squadra ha rialzato i ritmi in allenamento. Chi vive Milanello giorno per giorno assicura che la presenza del campione svedese, tornato dopo quasi nove mesi di riabilitazione per l’intervento al crociato, è stata provvidenziale. Anche a Monza il centravanti è rimasto in panchina, segno che la condizione fisica è ancora insufficiente, ma la verità è che è bastata la sua presenza. Pensiamo alla squadra e non a noi stessi, il senso delle sue parole. Come dire: alle questioni individuali, come i rinnovi contrattuali, ci penserete più avanti. Il risultato è che anche certe incomprensioni dentro allo spogliatoio sono state superate. Guardate Tatarusanu: prima lo attaccavano (sbagliando) i suoi stessi compagni, che ora invece lo sostengono. Come stanno facendo col povero De Ketelaere, che adesso ha solo bisogno di aiuto. Così il Diavolo è uscito dal suo inferno, così ora torna a guardare in alto

Corriere dello Sport: la virata di Pioli. Milan in sicurezza. I rossoneri non prendono gol da 326’: dopo la svolta nel derby il tecnico ha ritrovato equilibrio e solidità. A Monza età media del reparto di 22,6 anni. Sorpresa Thiaw, riecco Tomori, Kalulu in crescita: difesa a tre velocissima e con i principi di Guardiola, il modello a cui Pioli si ispira, non a caso capace di transitare dalla linea a quattro alla difesa a tre senza incertezze. Pioli, otto anni fa e da allenatore della Lazio, stupì e sorprese, virando sul 3-5-2 (quasi mai provato) nella finale di Coppa Italia con la Juve, persa ai supplementari (1-2) e dopo un doppio palo colpito da Djordjevic. E’ un tecnico moderno, non di modulo. Valgono i principi di gioco.

Tuttosport: Pioli, da Sacchi a Capello: così ha guarito il Milan A Milanello laboratorio sempre aperto: Messias a tutta fascia l’ultima idea. La difesa a tre resta però soltanto un’alternativa: ritrovate sicurezze, il Milan tornerà alla linea a quattro

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Corriere dello Sport: la virata di Pioli. Milan in sicurezza. I rossoneri non prendono gol da 326’: dopo la svolta nel derby il tecnico ha ritrovato equilibrio e solidità. A Monza età media del reparto di 22,6 anni. Sorpresa Thiaw, riecco Tomori, Kalulu in crescita: difesa a tre velocissima e con i principi di Guardiola, il modello a cui Pioli si ispira, non a caso capace di transitare dalla linea a quattro alla difesa a tre senza incertezze. Pioli, otto anni fa e da allenatore della Lazio, stupì e sorprese, virando sul 3-5-2 (quasi mai provato) nella finale di Coppa Italia con la Juve, persa ai supplementari (1-2) e dopo un doppio palo colpito da Djordjevic. E’ un tecnico moderno, non di modulo. Valgono i principi di gioco.
 

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Come riportato dal CorSera in edicola, il trasformista Pioli ha ribaltato il Milan per rimetterlo in corsa. Decisivi sono stati poi i colloqui con Maldini e Massara, al termine dei quali Pioli ha perfezionato il suo piano di ripartenza, che al primo capitolo aveva (saggiamente) la riforma della difesa. L’elasticità è sinonimo di intelligenza. E l’unità di crisi ha funzionato. La scelta di passare a tre inizialmente è stata contestata anche da un maestro come Sacchi, ma la verità è che questi tre successi consecutivi e sempre senza prendere gol sono la prova provata del fatto che il piano è efficace. Nel derby l’interpretazione era troppo conservativa, ma con il giusto rodaggio il reparto arretrato ha trovato i suoi meccanismi.

Non c’è però solo la nuova filosofia del «corto muso» dietro alla ripartenza rossonera. Fondamentali sono stati i colloqui individuali e di gruppo, ma anche l’effetto Ibra. Da quando è tornato a lavorare con gli altri, prima della partita poi vinta col Torino, la squadra ha rialzato i ritmi in allenamento. Chi vive Milanello giorno per giorno assicura che la presenza del campione svedese, tornato dopo quasi nove mesi di riabilitazione per l’intervento al crociato, è stata provvidenziale. Anche a Monza il centravanti è rimasto in panchina, segno che la condizione fisica è ancora insufficiente, ma la verità è che è bastata la sua presenza. Pensiamo alla squadra e non a noi stessi, il senso delle sue parole. Come dire: alle questioni individuali, come i rinnovi contrattuali, ci penserete più avanti. Il risultato è che anche certe incomprensioni dentro allo spogliatoio sono state superate. Guardate Tatarusanu: prima lo attaccavano (sbagliando) i suoi stessi compagni, che ora invece lo sostengono. Come stanno facendo col povero De Ketelaere, che adesso ha solo bisogno di aiuto. Così il Diavolo è uscito dal suo inferno, così ora torna a guardare in alto

Corriere dello Sport: la virata di Pioli. Milan in sicurezza. I rossoneri non prendono gol da 326’: dopo la svolta nel derby il tecnico ha ritrovato equilibrio e solidità. A Monza età media del reparto di 22,6 anni. Sorpresa Thiaw, riecco Tomori, Kalulu in crescita: difesa a tre velocissima e con i principi di Guardiola, il modello a cui Pioli si ispira, non a caso capace di transitare dalla linea a quattro alla difesa a tre senza incertezze. Pioli, otto anni fa e da allenatore della Lazio, stupì e sorprese, virando sul 3-5-2 (quasi mai provato) nella finale di Coppa Italia con la Juve, persa ai supplementari (1-2) e dopo un doppio palo colpito da Djordjevic. E’ un tecnico moderno, non di modulo. Valgono i principi di gioco.

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Se vabbè, adesso vogliono venderci Guarpioli. :D

Bene ha fatto il mister ad invertire un crollo che sembrava inarrestabile, ma la prognosi del paziente Milan resta riservata.

La fase di possesso - che già era problematica ad inizio stagione - adesso è terrificante, se non migliora sensibilmente e rapidamente col solo corto muso non andremo lontano.
 

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Non c’è però solo la nuova filosofia del «corto muso» dietro alla ripartenza rossonera. Fondamentali sono stati i colloqui individuali e di gruppo, ma anche l’effetto Ibra. Da quando è tornato a lavorare con gli altri, prima della partita poi vinta col Torino, la squadra ha rialzato i ritmi in allenamento. Chi vive Milanello giorno per giorno assicura che la presenza del campione svedese, tornato dopo quasi nove mesi di riabilitazione per l’intervento al crociato, è stata provvidenziale. Anche a Monza il centravanti è rimasto in panchina, segno che la condizione fisica è ancora insufficiente, ma la verità è che è bastata la sua presenza. Pensiamo alla squadra e non a noi stessi, il senso delle sue parole. Come dire: alle questioni individuali, come i rinnovi contrattuali, ci penserete più avanti. Il risultato è che anche certe incomprensioni dentro allo spogliatoio sono state superate. Guardate Tatarusanu: prima lo attaccavano (sbagliando) i suoi stessi compagni, che ora invece lo sostengono. Come stanno facendo col povero De Ketelaere, che adesso ha solo bisogno di aiuto. Così il Diavolo è uscito dal suo inferno, così ora torna a guardare in alto

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in 4 partite con il "nuovo" approccio abbiamo preso 1 gol con l'Inter, poi sono arrivate tre vittorie di fila e tre clean sheet. Però la proposta di gioco è stata molto deludente. Due passi indietro rispetto al Milan dell'anno scorso e di inizio stagione. Va bene aver trovato un pò di compattezza ma bisogna lavorare anche sulla qualità del gioco altrimenti non andiamo da nessuna parte.
 

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Non c’è però solo la nuova filosofia del «corto muso» dietro alla ripartenza rossonera. Fondamentali sono stati i colloqui individuali e di gruppo, ma anche l’effetto Ibra. Da quando è tornato a lavorare con gli altri, prima della partita poi vinta col Torino, la squadra ha rialzato i ritmi in allenamento. Chi vive Milanello giorno per giorno assicura che la presenza del campione svedese, tornato dopo quasi nove mesi di riabilitazione per l’intervento al crociato, è stata provvidenziale. Anche a Monza il centravanti è rimasto in panchina, segno che la condizione fisica è ancora insufficiente, ma la verità è che è bastata la sua presenza. Pensiamo alla squadra e non a noi stessi, il senso delle sue parole. Come dire: alle questioni individuali, come i rinnovi contrattuali, ci penserete più avanti. Il risultato è che anche certe incomprensioni dentro allo spogliatoio sono state superate. Guardate Tatarusanu: prima lo attaccavano (sbagliando) i suoi stessi compagni, che ora invece lo sostengono. Come stanno facendo col povero De Ketelaere, che adesso ha solo bisogno di aiuto. Così il Diavolo è uscito dal suo inferno, così ora torna a guardare in alto

Corriere dello Sport: la virata di Pioli. Milan in sicurezza. I rossoneri non prendono gol da 326’: dopo la svolta nel derby il tecnico ha ritrovato equilibrio e solidità. A Monza età media del reparto di 22,6 anni. Sorpresa Thiaw, riecco Tomori, Kalulu in crescita: difesa a tre velocissima e con i principi di Guardiola, il modello a cui Pioli si ispira, non a caso capace di transitare dalla linea a quattro alla difesa a tre senza incertezze. Pioli, otto anni fa e da allenatore della Lazio, stupì e sorprese, virando sul 3-5-2 (quasi mai provato) nella finale di Coppa Italia con la Juve, persa ai supplementari (1-2) e dopo un doppio palo colpito da Djordjevic. E’ un tecnico moderno, non di modulo. Valgono i principi di gioco.

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Guardpioli,noi ci siamo arrivati con mesi di distanza.
 
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Dopo tutte le batoste, visto che il Piollo continuava tafazzianamente con le sue formazioni, paolino e penso Ibra lo hanno convinto, forse con la minaccia di non finire l'anno in panchina, a cambiare modulo e a mettere Ciao al centro della difesa.

Di certo il "vero" Guardiola uno come il tedesco non lo avrebbe fatto ammuffire in panchina...
 

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