Papu:"Gasp voleva picchiarmi. Deluso dalla proprietà".

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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
 
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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
Gasp è un viscido. Ero a Bergamo con un amico qualche settimana fa e fuori dalla libreria in centro abbiamo incrociato appunto Gasperini. A me fregava meno di zero, il mio amico gli ha chiesto se potesse fare una foto con lui e il verme ha reagito con una reazione del volto e un verso di lamento che non me lo dimenticherò mai, si è lagnato e gli ha detto che non voleva essere disturbato. Penoso.
 
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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
Cose che non dovrebbero mai uscire dallo spogliatoio, questi aneddoti si raccontano sorridendo da commentatori brizzolati dopo vent'anni che sono successi... il Papu non ne esce benissimo francamente.

Nel 2021 anche un buffetto è considerata un aggressione ma non mi sembra che Gomez si sia mai presentato in campo tumefatto, da capitano se ha disobbedito in campo giusto che il mister rimetta la Chiesa al centro del villaggio negli spogliatoi e si faccia rispettare. Sicuramente ha modi sgradevoli Gasperini anche quando è in panchina e non sembra proprio un simpaticone ma i giocatori devono piantarla di far le fighette dentro e fuori dal campo.
 
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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
Gasp è un uomo misero e piccolo.
 
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Cose che non dovrebbero mai uscire dallo spogliatoio, questi aneddoti si raccontano sorridendo da commentatori brizzolati dopo vent'anni che sono successi... il Papu non ne esce benissimo francamente.

Nel 2021 anche un buffetto è considerata un aggressione ma non mi sembra che Gomez si sia mai presentato in campo tumefatto, da capitano se ha disobbedito in campo giusto che il mister rimetta la Chiesa al centro del villaggio negli spogliatoi e si faccia rispettare. Sicuramente ha modi sgradevoli Gasperini anche quando è in panchina e non sembra proprio un simpaticone ma i giocatori devono piantarla di far le fighette dentro e fuori dal campo.
Non sono d’accordo. Vi ricorderete tutti di quando Delio Rossi picchio Ljaic in panchina perché gli avevo chiesto di riscaldarsi e lui rifiutò. Certamente il giocatore non doveva disobbedire ma l’allenatore deve dare l’esempio. Al termine della partita l’allenatore venne esonerato in diretta e da quel
Momento si può dire che la sua carriera terminò.
 
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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
gasperini mi è sempre sembrato una persona molto ambigua. ...mi ricordo pure a genoa avere avuto forti dissidi e litigate con la tifoseria..un falso buono..da un punto di vista umano mi fa letteralmente schifo..anche solo aver fatto il diavolo a quatro con la lazio..poi con la juve tarallucci e vino..a seconda delle situazioni cambia radicalmente il suo modo di essere..d'altronde è uno degli allenatori più odiati in serie a dai tifosi avversari..e non ha ancora vinto niente..e credo non vincerà mai niente
 
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Cose che non dovrebbero mai uscire dallo spogliatoio, questi aneddoti si raccontano sorridendo da commentatori brizzolati dopo vent'anni che sono successi... il Papu non ne esce benissimo francamente.

Nel 2021 anche un buffetto è considerata un aggressione ma non mi sembra che Gomez si sia mai presentato in campo tumefatto, da capitano se ha disobbedito in campo giusto che il mister rimetta la Chiesa al centro del villaggio negli spogliatoi e si faccia rispettare. Sicuramente ha modi sgradevoli Gasperini anche quando è in panchina e non sembra proprio un simpaticone ma i giocatori devono piantarla di far le fighette dentro e fuori dal campo.
Quoto anche le virgole.
Dispiace non poterti dare 3 like.
 
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Papu Gomez a La Nacion sull'addio all'Atalanta:"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito in un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immagina, dopo aver risposto che, nel bel mezzo della partita, oggi, con le telecamere, era chiaro che si arrabbiasse. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

"Gasp voleva menarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, Come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".
Ci sono le regole caro Gomez, e le regole si rispettano piaccia o non piaccia.

Se c'è uno superiore che ti da indicazioni devi stare zitto e obbedire.
Vale per tutti.

Immaginiamo un operaio a cui viene indicato un cambio di macchina e questo si rifiuta se non viene licenziato in tronco.

Le regole e i concetti sono cose basilari, per una vita più armoniosa soprattutto quando fai parte di un gruppo.
 
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