Nuova CL. 155 a chi vince. Divario grandi piccole.

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GDS: il calcio europeo sta per entrare in un’era nuova, diversa, destinata a cambiare gli equilibri delle forze in campo: l’era della Champions con trentasei club, il girone unico, i playoff per qualificarsi agli ottavi di finale. E, soprattutto, con una montagna di denaro in palio. Dalla prossima stagione ci saranno più soldi per tutti - tutti quelli che partecipano, ovviamente - e in particolare ce ne saranno per le squadre migliori, che arriveranno in fondo alla manifestazione e per questo saranno ricoperte d’oro. Alle pagine 2 e 3, Fabio Licari spiega in esclusiva quanto si spartiranno le società che parteciperanno a questo torneo: quasi mezzo miliardo di euro in più rispetto alle ultime stagioni, inclusa quella attuale. Una festa per chiunque riesca a entrare tra le prescelte? Non c’è dubbio. Ma il solco diventerà particolarmente profondo quando si andrà avanti nella manifestazione. Un risultato che, a parte qualche sorpresa, sarà verosimilmente raggiunto con frequenza dalle società che già adesso hanno maggiori possibilità di investimento: il Manchester City, il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Paris Saint-Germain. La squadra che conquisterà il trofeo, potrà incassare una cifra mostruosa: oltre 150 milioni di euro. Ed entrerà nella nuova era dalla porta principale. Anche se in partenza non siamo ricchi come i club appena citati (e non ci andiamo nemmeno vicino), noi non saremo solo spettatori nella Champions che verrà. Del resto abbiamo dimostrato la scorsa stagione di poter essere comunque competitivi ai massimi livelli portando due squadre in semifinale di Champions e una in ciascuna delle tre finali europee. Ma di sicuro dovremo essere ancora più abili per contrastare quelle corazzate economiche. Se abbiamo tenuto loro testa grazie alle idee, d’ora in avanti queste idee dovranno essere ancora più buone, brillanti, innovative per contrastare lo strapotere del denaro. È forte la sensazione che i ricchi siano destinati a diventare sempre più ricchi, e quindi più forti, e i meno ricchi siano invece costretti a allontanarsi dai migliori. Non solo: anche all’interno dei campionati nazionali aumenteranno le distanze tra chi partecipa alla nuova Champions e chi ne rimane fuori. Se finora i club qualificati per il torneo più grande d’Europa godevano di vantaggi notevolissimi rispetto ai concorrenti, adesso avranno benefici perfino superiori.

Una situazione che avrà un peso notevole anche nella nostra Serie A. Inter, Juve e Milan, che sembrano avere in mano la qualificazione alla prossima Champions, potranno aumentare il loro potere economico, e assieme a queste tre potrà farlo la squadra che le accompagnerà in questa avventura europea (noi continuiamo a coltivare la speranza che in realtà siano cinque, e non quattro, i club italiani a partecipare: dipenderà da quanta strada percorreremo nelle coppe in questa stagione). Attenzione, però, anche solo ad avvicinare questa nuova e ricchissima Champions alla Superlega. Il torneo voluto a ogni costo dal Real, dal Barcellona e dalla Juve di Andrea Agnelli aveva un “buco nero” che lo rendeva inaccettabile per chiunque ami lo sport: non era meritocratico, non premiava le squadre migliori dei vari campionati, ma apriva le porte ad alcuni club prescelti indipendentemente dai risultati. Con situazioni che sarebbero diventate paradossali: dopo il campionato scorso, ad esempio, la Lazio arrivata seconda in classifica non avrebbe partecipato alla Superlega (e chissà se ci sarebbe stato posto per il Napoli campione d’Italia: gli azzurri non erano tra i club fondatori); avrebbero invece avuto un posto l’Inter, il Milan e la Juve, piazzatesi tutte alle spalle della stessa Lazio. Un torneo antidemocratico, insomma. Non sarà così, per fortuna, questa nuova Champions studiata per cercare di garantire introiti superiori ai grandi club, ma che non perdonerà chi sbaglierà la stagione. Tipo il Chelsea, che ha investito (male) centinaia di milioni di sterline ed è lontanissimo dal quarto posto in Premier: questa non è la Superlega, i Blues restano fuori.
 
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GDS: il calcio europeo sta per entrare in un’era nuova, diversa, destinata a cambiare gli equilibri delle forze in campo: l’era della Champions con trentasei club, il girone unico, i playoff per qualificarsi agli ottavi di finale. E, soprattutto, con una montagna di denaro in palio. Dalla prossima stagione ci saranno più soldi per tutti - tutti quelli che partecipano, ovviamente - e in particolare ce ne saranno per le squadre migliori, che arriveranno in fondo alla manifestazione e per questo saranno ricoperte d’oro. Alle pagine 2 e 3, Fabio Licari spiega in esclusiva quanto si spartiranno le società che parteciperanno a questo torneo: quasi mezzo miliardo di euro in più rispetto alle ultime stagioni, inclusa quella attuale. Una festa per chiunque riesca a entrare tra le prescelte? Non c’è dubbio. Ma il solco diventerà particolarmente profondo quando si andrà avanti nella manifestazione. Un risultato che, a parte qualche sorpresa, sarà verosimilmente raggiunto con frequenza dalle società che già adesso hanno maggiori possibilità di investimento: il Manchester City, il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Paris Saint-Germain. La squadra che conquisterà il trofeo, potrà incassare una cifra mostruosa: oltre 150 milioni di euro. Ed entrerà nella nuova era dalla porta principale. Anche se in partenza non siamo ricchi come i club appena citati (e non ci andiamo nemmeno vicino), noi non saremo solo spettatori nella Champions che verrà. Del resto abbiamo dimostrato la scorsa stagione di poter essere comunque competitivi ai massimi livelli portando due squadre in semifinale di Champions e una in ciascuna delle tre finali europee. Ma di sicuro dovremo essere ancora più abili per contrastare quelle corazzate economiche. Se abbiamo tenuto loro testa grazie alle idee, d’ora in avanti queste idee dovranno essere ancora più buone, brillanti, innovative per contrastare lo strapotere del denaro. È forte la sensazione che i ricchi siano destinati a diventare sempre più ricchi, e quindi più forti, e i meno ricchi siano invece costretti a allontanarsi dai migliori. Non solo: anche all’interno dei campionati nazionali aumenteranno le distanze tra chi partecipa alla nuova Champions e chi ne rimane fuori. Se finora i club qualificati per il torneo più grande d’Europa godevano di vantaggi notevolissimi rispetto ai concorrenti, adesso avranno benefici perfino superiori.

Una situazione che avrà un peso notevole anche nella nostra Serie A. Inter, Juve e Milan, che sembrano avere in mano la qualificazione alla prossima Champions, potranno aumentare il loro potere economico, e assieme a queste tre potrà farlo la squadra che le accompagnerà in questa avventura europea (noi continuiamo a coltivare la speranza che in realtà siano cinque, e non quattro, i club italiani a partecipare: dipenderà da quanta strada percorreremo nelle coppe in questa stagione). Attenzione, però, anche solo ad avvicinare questa nuova e ricchissima Champions alla Superlega. Il torneo voluto a ogni costo dal Real, dal Barcellona e dalla Juve di Andrea Agnelli aveva un “buco nero” che lo rendeva inaccettabile per chiunque ami lo sport: non era meritocratico, non premiava le squadre migliori dei vari campionati, ma apriva le porte ad alcuni club prescelti indipendentemente dai risultati. Con situazioni che sarebbero diventate paradossali: dopo il campionato scorso, ad esempio, la Lazio arrivata seconda in classifica non avrebbe partecipato alla Superlega (e chissà se ci sarebbe stato posto per il Napoli campione d’Italia: gli azzurri non erano tra i club fondatori); avrebbero invece avuto un posto l’Inter, il Milan e la Juve, piazzatesi tutte alle spalle della stessa Lazio. Un torneo antidemocratico, insomma. Non sarà così, per fortuna, questa nuova Champions studiata per cercare di garantire introiti superiori ai grandi club, ma che non perdonerà chi sbaglierà la stagione. Tipo il Chelsea, che ha investito (male) centinaia di milioni di sterline ed è lontanissimo dal quarto posto in Premier: questa non è la Superlega, i Blues restano fuori.
Non avevo dubbi che chi fa le regole vuole sempre più soldini in tasca
 

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GDS: il calcio europeo sta per entrare in un’era nuova, diversa, destinata a cambiare gli equilibri delle forze in campo: l’era della Champions con trentasei club, il girone unico, i playoff per qualificarsi agli ottavi di finale. E, soprattutto, con una montagna di denaro in palio. Dalla prossima stagione ci saranno più soldi per tutti - tutti quelli che partecipano, ovviamente - e in particolare ce ne saranno per le squadre migliori, che arriveranno in fondo alla manifestazione e per questo saranno ricoperte d’oro. Alle pagine 2 e 3, Fabio Licari spiega in esclusiva quanto si spartiranno le società che parteciperanno a questo torneo: quasi mezzo miliardo di euro in più rispetto alle ultime stagioni, inclusa quella attuale. Una festa per chiunque riesca a entrare tra le prescelte? Non c’è dubbio. Ma il solco diventerà particolarmente profondo quando si andrà avanti nella manifestazione. Un risultato che, a parte qualche sorpresa, sarà verosimilmente raggiunto con frequenza dalle società che già adesso hanno maggiori possibilità di investimento: il Manchester City, il Real Madrid, il Bayern Monaco, il Paris Saint-Germain. La squadra che conquisterà il trofeo, potrà incassare una cifra mostruosa: oltre 150 milioni di euro. Ed entrerà nella nuova era dalla porta principale. Anche se in partenza non siamo ricchi come i club appena citati (e non ci andiamo nemmeno vicino), noi non saremo solo spettatori nella Champions che verrà. Del resto abbiamo dimostrato la scorsa stagione di poter essere comunque competitivi ai massimi livelli portando due squadre in semifinale di Champions e una in ciascuna delle tre finali europee. Ma di sicuro dovremo essere ancora più abili per contrastare quelle corazzate economiche. Se abbiamo tenuto loro testa grazie alle idee, d’ora in avanti queste idee dovranno essere ancora più buone, brillanti, innovative per contrastare lo strapotere del denaro. È forte la sensazione che i ricchi siano destinati a diventare sempre più ricchi, e quindi più forti, e i meno ricchi siano invece costretti a allontanarsi dai migliori. Non solo: anche all’interno dei campionati nazionali aumenteranno le distanze tra chi partecipa alla nuova Champions e chi ne rimane fuori. Se finora i club qualificati per il torneo più grande d’Europa godevano di vantaggi notevolissimi rispetto ai concorrenti, adesso avranno benefici perfino superiori.

Una situazione che avrà un peso notevole anche nella nostra Serie A. Inter, Juve e Milan, che sembrano avere in mano la qualificazione alla prossima Champions, potranno aumentare il loro potere economico, e assieme a queste tre potrà farlo la squadra che le accompagnerà in questa avventura europea (noi continuiamo a coltivare la speranza che in realtà siano cinque, e non quattro, i club italiani a partecipare: dipenderà da quanta strada percorreremo nelle coppe in questa stagione). Attenzione, però, anche solo ad avvicinare questa nuova e ricchissima Champions alla Superlega. Il torneo voluto a ogni costo dal Real, dal Barcellona e dalla Juve di Andrea Agnelli aveva un “buco nero” che lo rendeva inaccettabile per chiunque ami lo sport: non era meritocratico, non premiava le squadre migliori dei vari campionati, ma apriva le porte ad alcuni club prescelti indipendentemente dai risultati. Con situazioni che sarebbero diventate paradossali: dopo il campionato scorso, ad esempio, la Lazio arrivata seconda in classifica non avrebbe partecipato alla Superlega (e chissà se ci sarebbe stato posto per il Napoli campione d’Italia: gli azzurri non erano tra i club fondatori); avrebbero invece avuto un posto l’Inter, il Milan e la Juve, piazzatesi tutte alle spalle della stessa Lazio. Un torneo antidemocratico, insomma. Non sarà così, per fortuna, questa nuova Champions studiata per cercare di garantire introiti superiori ai grandi club, ma che non perdonerà chi sbaglierà la stagione. Tipo il Chelsea, che ha investito (male) centinaia di milioni di sterline ed è lontanissimo dal quarto posto in Premier: questa non è la Superlega, i Blues restano fuori.
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A me pare l'anticamera della lega europea.
Che senso ha il girone unico se poi ne affronti solo 4 di squadre ?
È come fondere 2 gironi da 5 in uno ma con una classifica unica e senza che le affronti tutte.
Si usa il ranking per creare partite di livello diverso ma il ranking non è che un parametro.
 

KILPIN_91

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A me pare l'anticamera della lega europea.
Che senso ha il girone unico se poi ne affronti solo 4 di squadre ?
È come fondere 2 gironi da 5 in uno ma con una classifica unica e senza che le affronti tutte.
Si usa il ranking per creare partite di livello diverso ma il ranking non è che un parametro.
scommetto che l'inda affronterà squadroni come Sheriff Tiraspol ,Maccabi Tel Aviv, Qarabag
 
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