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Oggi le autorità separatiste del Nagorno Karabakh, autonomo dal 1991 seppur in territorio azero, hanno dichiarato che dal 1 gennaio 2024 le istituzioni repubblicane saranno dismesse.
Non sono riusciti a resistere all'ultimo attacco militare dell'Azerbajgian, circa duecento morti da ambo le parti, che ha approfittato verosimilmente della guerra in Ucraina per sviare l'aiuto russo ai separatisti.
Nel panorama occidentale c'è molta indifferenza sulla questione, al contrario Erdogan supporta da sempre i musulmani azeri.
Il presidente Aliyev, al governo da vent'anni e figlio dell'ex presidente che ha governato dall'indipendenza, paventa addirittura un corridoio di terra in Armenia per unire la regione autonoma di Nachivan al resto del paese.
Da fonti turche si parla di miliardi di dollari di richiesta per gli anni di occupazione che Baku ha sempre considerato terrorismo.
Nella capitale armena forti proteste contro il primo ministro, che non è intervenuto militarmente forse sapendo di non poter rispondere poichè il paese confinante negli anni si è fortemente rinforzato, e anche contro Putin che era il garante del flebile accordo tra le parti con dei militari nella striscia contesa di terra
Già nel 2020 gran parte della popolazione era fuggita e poi tornata, perchè i separatisti allora avevano resistito.
E' anche una guerra religiosa, perchè ci sono prevalentemente cristiani che pregavano nei rifugi con le loro bibbie.
Oltre metà della popolazione è già scappata in Armenia tramite l'unico corridoio disponibile (una strada tortuosa di montagna, ndr) temendo la pulizia etnica di vendetta azera, ma meno di 3.000 su 65.000 hanno trovato alloggio quindi è plausibile una forte crisi umanitaria.
Ieri è stato arrestato al confine l'ex premier separatista, rischia una condanna per terrorismo e molti anni di galera
Erdogan ha già salutato festante la riconquista territoriale e progetta con l'omologo azero di costruire un gasdotto che collegherà i due paesi attraverso la regione di Nachivan
Non sono riusciti a resistere all'ultimo attacco militare dell'Azerbajgian, circa duecento morti da ambo le parti, che ha approfittato verosimilmente della guerra in Ucraina per sviare l'aiuto russo ai separatisti.
Nel panorama occidentale c'è molta indifferenza sulla questione, al contrario Erdogan supporta da sempre i musulmani azeri.
Il presidente Aliyev, al governo da vent'anni e figlio dell'ex presidente che ha governato dall'indipendenza, paventa addirittura un corridoio di terra in Armenia per unire la regione autonoma di Nachivan al resto del paese.
Da fonti turche si parla di miliardi di dollari di richiesta per gli anni di occupazione che Baku ha sempre considerato terrorismo.
Nella capitale armena forti proteste contro il primo ministro, che non è intervenuto militarmente forse sapendo di non poter rispondere poichè il paese confinante negli anni si è fortemente rinforzato, e anche contro Putin che era il garante del flebile accordo tra le parti con dei militari nella striscia contesa di terra
Già nel 2020 gran parte della popolazione era fuggita e poi tornata, perchè i separatisti allora avevano resistito.
E' anche una guerra religiosa, perchè ci sono prevalentemente cristiani che pregavano nei rifugi con le loro bibbie.
Oltre metà della popolazione è già scappata in Armenia tramite l'unico corridoio disponibile (una strada tortuosa di montagna, ndr) temendo la pulizia etnica di vendetta azera, ma meno di 3.000 su 65.000 hanno trovato alloggio quindi è plausibile una forte crisi umanitaria.
Ieri è stato arrestato al confine l'ex premier separatista, rischia una condanna per terrorismo e molti anni di galera
Erdogan ha già salutato festante la riconquista territoriale e progetta con l'omologo azero di costruire un gasdotto che collegherà i due paesi attraverso la regione di Nachivan
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