Beh, tecnicamente, la proteina spike è veleno. Così come può essere veleno qualunque cosa. La gente “studiata” ti direbbe: «omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit».
Persino l’acqua diventa veleno se assunta in quantità eccessive e può causare danni gravissimi all’organismo(intossicazione acuta da acqua).
La medicina si basa sulla somministrazione di sostanze potenzialmente velenose, sia a fini terapeutici che diagnostici, ma per ognuna di queste sostanze è prevista una specifica posologia da rispettare per poter sfruttare solo gli effetti benefici, evitando i danni gravi che potrebbero causare se assunte in dosi eccessive: “dosis sola facit ut venenum non fit”, per l’appunto.
Da qui, si capisce facilmente che una somministrazione controllata di proteina spike sia svariati ordini di grandezza meno pericolosa rispetto a una somministrazione naturale e, in quanto tale, incontrollata.
Su questo non dovrebbe proprio esserci dibattito.
Il dibattito dovrebbe essere un altro: quante somministrazioni controllate, e quindi quante “micro-intossicazioni”, servono per raggiungere la soglia di un vero e proprio avvelenamento? Sul punto non c’è ancora chiarezza. Da qui le perplessità che ho già espresso nelle scorse settimane sul voler fare dosi a tappeto per non si sa quanto tempo.