Moncada:"La differenza tra i giovani in Italia e in Francia".

Marilson

Milano vende moda
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L'importante è che siano promesse interessanti, poi il colore della pelle, conta poco, o il continente da dove provengono. Ben vengano questi investimenti alla Kalulu, tentare non nuoce.

il colore della pelle non vuol dire nulla come giustamente dici, ma dice tutto di cosa e' oggi il potenziale del calcio francese e come si proietta nel futuro
 

Super_Lollo

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Moncada a L'Equipe:"Ho visto Strasburgo-Troyes, c'erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale. Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia il mercato è incredibile: in ogni club si trovano giocatori interessanti. Io vedo che le squadre comprano anche all'estero, ma questo non funziona molto e quindi poi mettono in campo i prodotti dei loro settori giovanili. Il Rennes ha acquistato Doku e Sulemana, che sono dei buoni giocatori, ma alla fine giocano Doué (17 anni), Kalimuendo (20) e Ugochukwu (18). Il Monaco ha preso Boadu e Minamino, ma il 17enne Seghir che gioca. A Lione, fortunatamente hanno Gusto (19 anni), Lukeba (20) e Cherki (19): sono loro che vengono a vedere gli osservatori stranieri, non gli altri. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia. Molti club stranieri hanno due scout nel paese, uno per il Nord e uno per il Sud".

"In Francia, i club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l'Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. L'esempio della Coppa Gambardella è sorprendente: è la coppa dei migliori under 19. La maggior parte delle volte non sono i top club ad essere rappresentati, mentre in Italia i grandi club devono essere sempre presenti. Nella Coppa Gambardella fanno vedere a malapena la finale, mentre il campionato Primavera italiano viene trasmesso tutto in tv. C'è pressione. La Juventus, il Milan o l'Inter devono vincerlo, altrimenti vengono criticati dalla stampa. Nella Youth League di quest'anno, il Marsiglia è stato demolito, ma non se n'è parlato. Noi del Milan non abbiamo perso nemmeno una partita (4 vittorie e due pareggi) e ci sono stati diversi articoli che dicevano che avevamo rispettato la competizione e dato una bella immagine dell'Italia".

"Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco ha paura di fallire. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po'. In Francia no".
Credo che chiunque gli dia ragione.
 
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Moncada a L'Equipe:"Ho visto Strasburgo-Troyes, c'erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale. Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia il mercato è incredibile: in ogni club si trovano giocatori interessanti. Io vedo che le squadre comprano anche all'estero, ma questo non funziona molto e quindi poi mettono in campo i prodotti dei loro settori giovanili. Il Rennes ha acquistato Doku e Sulemana, che sono dei buoni giocatori, ma alla fine giocano Doué (17 anni), Kalimuendo (20) e Ugochukwu (18). Il Monaco ha preso Boadu e Minamino, ma il 17enne Seghir che gioca. A Lione, fortunatamente hanno Gusto (19 anni), Lukeba (20) e Cherki (19): sono loro che vengono a vedere gli osservatori stranieri, non gli altri. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia. Molti club stranieri hanno due scout nel paese, uno per il Nord e uno per il Sud".

"In Francia, i club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l'Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. L'esempio della Coppa Gambardella è sorprendente: è la coppa dei migliori under 19. La maggior parte delle volte non sono i top club ad essere rappresentati, mentre in Italia i grandi club devono essere sempre presenti. Nella Coppa Gambardella fanno vedere a malapena la finale, mentre il campionato Primavera italiano viene trasmesso tutto in tv. C'è pressione. La Juventus, il Milan o l'Inter devono vincerlo, altrimenti vengono criticati dalla stampa. Nella Youth League di quest'anno, il Marsiglia è stato demolito, ma non se n'è parlato. Noi del Milan non abbiamo perso nemmeno una partita (4 vittorie e due pareggi) e ci sono stati diversi articoli che dicevano che avevamo rispettato la competizione e dato una bella immagine dell'Italia".

"Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco ha paura di fallire. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po'. In Francia no".
Se penso che qualche anno fa in dirigenza avevamo il gatto e la volpe e successivamente Max & Fax premiata ditta, quasi mi commuovo a sentire qualcuno di competente affrontare un tema sensato senza trashate varie.

Sarebbe bello sentire anche Maldini e Massara (che secondo me è uno che ne sa a pacchi), è finito il tempo dei misteri, comunicativamente parlando, ma siccome i giocatori non hanno nulla di utile da dire, sarebbero i dirigenti/staff a doversi mettere per un'oretta la settimana davanti alla videocamera ad aggiornare i tifosi su quello che succede. Ormai la strategia comunicativa migliore per i giovani di oggi mi pare evidente sia questa
 

Djici

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Moncada a L'Equipe:"Ho visto Strasburgo-Troyes, c'erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale. Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia il mercato è incredibile: in ogni club si trovano giocatori interessanti. Io vedo che le squadre comprano anche all'estero, ma questo non funziona molto e quindi poi mettono in campo i prodotti dei loro settori giovanili. Il Rennes ha acquistato Doku e Sulemana, che sono dei buoni giocatori, ma alla fine giocano Doué (17 anni), Kalimuendo (20) e Ugochukwu (18). Il Monaco ha preso Boadu e Minamino, ma il 17enne Seghir che gioca. A Lione, fortunatamente hanno Gusto (19 anni), Lukeba (20) e Cherki (19): sono loro che vengono a vedere gli osservatori stranieri, non gli altri. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia. Molti club stranieri hanno due scout nel paese, uno per il Nord e uno per il Sud".

"In Francia, i club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l'Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. L'esempio della Coppa Gambardella è sorprendente: è la coppa dei migliori under 19. La maggior parte delle volte non sono i top club ad essere rappresentati, mentre in Italia i grandi club devono essere sempre presenti. Nella Coppa Gambardella fanno vedere a malapena la finale, mentre il campionato Primavera italiano viene trasmesso tutto in tv. C'è pressione. La Juventus, il Milan o l'Inter devono vincerlo, altrimenti vengono criticati dalla stampa. Nella Youth League di quest'anno, il Marsiglia è stato demolito, ma non se n'è parlato. Noi del Milan non abbiamo perso nemmeno una partita (4 vittorie e due pareggi) e ci sono stati diversi articoli che dicevano che avevamo rispettato la competizione e dato una bella immagine dell'Italia".

"Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco ha paura di fallire. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po'. In Francia no".
Tutto giusto.
Ma perché non va fino in fondo al ragionamento?
In Francia puoi sbagliare tranquillamente perché a loro non interessa vincere (non dico che non abbiano la voglia di vincere, dico che sanno che non possono competere) e sono pieni di club che non hanno mai vinto nulla di nulla.
Sono solo vetrine.
Li mettono in mostra per venderli ai costi più alti possibile.
Questo si può fare in Belgio, in Olanda, in Francia (ma non nel PSG che ovviamente vuole vincere).

E più difficile in spagna e Italia.
I club vogliono risultati. Non possono mandare giocatori non pronti a fare i titolari per tutto l'anno.
Poi non si qualificano in Europa... O vanno in Serie B.

In Francia anche se vanno in B ci guadagnano più soldi con una sola cessione buona...
 

bobbylukr

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notate una cosa.. tutti i nomi che ha citato sono africani

Non è strano: in un calcio in cui conta sempre di più la forza fisica e l'esplosività è normale che i subsahariani primeggino, basta vedere cosa succede da decenni negli usa nel basket e nel football. Anche se credo che il calcio - per la sua particolarità di essere un gioco dove contano molto anche la resistenza fisica e una dote totalmente casuale e da lotteria genetica come la destrezza- resterà sempre trasversale come sport, senza essere monopolizzato da una specifico aplogruppo(così dovrebbe essere sufficientemente corretto politicamente 😌)
 
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Moncada a L'Equipe:"Ho visto Strasburgo-Troyes, c'erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale. Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia il mercato è incredibile: in ogni club si trovano giocatori interessanti. Io vedo che le squadre comprano anche all'estero, ma questo non funziona molto e quindi poi mettono in campo i prodotti dei loro settori giovanili. Il Rennes ha acquistato Doku e Sulemana, che sono dei buoni giocatori, ma alla fine giocano Doué (17 anni), Kalimuendo (20) e Ugochukwu (18). Il Monaco ha preso Boadu e Minamino, ma il 17enne Seghir che gioca. A Lione, fortunatamente hanno Gusto (19 anni), Lukeba (20) e Cherki (19): sono loro che vengono a vedere gli osservatori stranieri, non gli altri. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia. Molti club stranieri hanno due scout nel paese, uno per il Nord e uno per il Sud".

"In Francia, i club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l'Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. L'esempio della Coppa Gambardella è sorprendente: è la coppa dei migliori under 19. La maggior parte delle volte non sono i top club ad essere rappresentati, mentre in Italia i grandi club devono essere sempre presenti. Nella Coppa Gambardella fanno vedere a malapena la finale, mentre il campionato Primavera italiano viene trasmesso tutto in tv. C'è pressione. La Juventus, il Milan o l'Inter devono vincerlo, altrimenti vengono criticati dalla stampa. Nella Youth League di quest'anno, il Marsiglia è stato demolito, ma non se n'è parlato. Noi del Milan non abbiamo perso nemmeno una partita (4 vittorie e due pareggi) e ci sono stati diversi articoli che dicevano che avevamo rispettato la competizione e dato una bella immagine dell'Italia".

"Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco ha paura di fallire. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po'. In Francia no".


volendo abbiamo una squadra satellite in Francia, il Tolosa. Speriamo venga utilizzato come vivaio francese per potenziali acquisti futuri
 

Andris

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Tutto giusto.
Ma perché non va fino in fondo al ragionamento?
In Francia puoi sbagliare tranquillamente perché a loro non interessa vincere (non dico che non abbiano la voglia di vincere, dico che sanno che non possono competere) e sono pieni di club che non hanno mai vinto nulla di nulla.
Sono solo vetrine.
Li mettono in mostra per venderli ai costi più alti possibile.
Questo si può fare in Belgio, in Olanda, in Francia (ma non nel PSG che ovviamente vuole vincere).

E più difficile in spagna e Italia.
I club vogliono risultati. Non possono mandare giocatori non pronti a fare i titolari per tutto l'anno.
Poi non si qualificano in Europa... O vanno in Serie B.

In Francia anche se vanno in B ci guadagnano più soldi con una sola cessione buona...
sì ma devi comunque avere dei settori giovanili importanti con un grande lavoro non solo di acquisizione ma anche sul territorio.
per dire la primavera del Milan sono anni che è scarsa, non è che mandandoli in prima squadra diventerebbero campioni
dopo Donnarumma e Calabria (non va neanche in nazionale) si è fermato tutto, non sembrano di alto livello Gabbia e Pobega
 
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Andris

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il colore della pelle non vuol dire nulla come giustamente dici, ma dice tutto di cosa e' oggi il potenziale del calcio francese e come si proietta nel futuro
se sono figli di immigrati che hanno sempre vissuto in Francia neanche se ne accorgono che sono africani, per loro sono francesi dalla nascita sul territorio francese e fine della storia.
diverso sarebbe prelevarli da ragazzini residenti in Africa tramite settori giovanili
 
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Moncada a L'Equipe:"Ho visto Strasburgo-Troyes, c'erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale. Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. Non vado matto per quello brasiliano: è troppo costoso e comporta difficoltà di adattamento. In Francia il mercato è incredibile: in ogni club si trovano giocatori interessanti. Io vedo che le squadre comprano anche all'estero, ma questo non funziona molto e quindi poi mettono in campo i prodotti dei loro settori giovanili. Il Rennes ha acquistato Doku e Sulemana, che sono dei buoni giocatori, ma alla fine giocano Doué (17 anni), Kalimuendo (20) e Ugochukwu (18). Il Monaco ha preso Boadu e Minamino, ma il 17enne Seghir che gioca. A Lione, fortunatamente hanno Gusto (19 anni), Lukeba (20) e Cherki (19): sono loro che vengono a vedere gli osservatori stranieri, non gli altri. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia. Molti club stranieri hanno due scout nel paese, uno per il Nord e uno per il Sud".

"In Francia, i club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l'Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. L'esempio della Coppa Gambardella è sorprendente: è la coppa dei migliori under 19. La maggior parte delle volte non sono i top club ad essere rappresentati, mentre in Italia i grandi club devono essere sempre presenti. Nella Coppa Gambardella fanno vedere a malapena la finale, mentre il campionato Primavera italiano viene trasmesso tutto in tv. C'è pressione. La Juventus, il Milan o l'Inter devono vincerlo, altrimenti vengono criticati dalla stampa. Nella Youth League di quest'anno, il Marsiglia è stato demolito, ma non se n'è parlato. Noi del Milan non abbiamo perso nemmeno una partita (4 vittorie e due pareggi) e ci sono stati diversi articoli che dicevano che avevamo rispettato la competizione e dato una bella immagine dell'Italia".

"Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco ha paura di fallire. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. Può essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po'. In Francia no".

Bell'intervista.
Oltre ad essere discorsi molto interessanti, sono anche ampiamente condivisibili e chiari nel far capire le idee che ha in testa il nostro Moncada.
Poi ovviamente ogni nome, ogni pensiero va circostanziato e relazionato al singolo club, al singolo campionato, al singolo Paese... Non è affatto automatico che un giovane di prospettiva possa far bene, oltretutto da subito e oltretutto in squadre blasonate... Ma uno che ragiona così me lo tengo stretto.
 

ROSSO NERO 70

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Per me è anche una questione sociale
Da noi i ragazzi maturano fisicamente ma più che altro caratterialmente più tardi perché passatemi il termine "cullati" dalle proprie famiglie per troppo tempo
 
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