Milan: rabbia ma niente proteste ufficiali. Il dossier dei torti subiti...

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Come riportato dal CorSera, nel Milan c'è ancora rabbia dopo quanto accaduto col Chelsea. Ma non ci saranno né proteste ufficiali né dossier perché il club non vuole alibi e ritiene d’aver già detto ciò che doveva dire attraverso le dichiarazioni post partita di Pioli, ma la verità è che il fastidio del Milan per quella decisione arbitrale costata la sconfitta contro il Chelsea è ancora forte, fortissimo. Solo la qualificazione agli ottavi potrebbe cancellare questo senso di ingiustizia. Ora c’è però rialzare subito la testa, perché il tour de force non consente soste. Pioli e i suoi devono rimettere la testa sul campionato, con l’obiettivo di fare punteggio pieno a Verona domenica e col Monza il 22 ottobre a San Siro. Solo poi si tornerà a pensare alla rimonta Champions.

Tuttosport: Il Milan non ci sta e davanti all’ennesimo, grave, torto arbitrale subito in Champions League, ha fatto sentire la sua voce. Pubblicamente affidando la linea societaria a Stefano Pioli, che davanti alle telecamere delle televisioni e in conferenza stampa non ha nascosto il disappunto per la decisione dell’arbitro Siebert di concedere il calcio di rigore, poi trasformato da Jorginho per lo 0-1 del Chelsea, e la seguente espulsione di Fikayo Tomori. Anche Sandro Tonali e Pierre Kalulu non hanno usato mezzi termini per esprimere il dissenso di tutto lo spogliatoio, della società – che probabilmente si sarà fatta sentire con i vertici arbitrali dell’Uefa, in primis con Roberto Rosetti – e dell’intera tifoseria milanista, che si è sentita depredata della possibilità di giocarsela alla pari con i blues. Non è una situazione nuova per il Milan, che nelle ultime due stagioni, tra l'Europa League 2020-21 e la scorsa Champions League, ha visto contro di sé una serie di errori arbitrali che hanno pregiudicato le qualificazioni. Il primo è quello relativo al gol annullato a Franck Kessie all’Old Trafford durante l’ottavo di finale contro il Manchester United. L’ivoriano sbloccò la gara con un gran gol, ma lo sloveno Vincic annullò per un fallo di mano che, alla fine, non c’era. La partita finì 1-1 con gol nel finale di Kjaer, ma quell’episodio condizionò la gara e la qualificazione, poi sfumata al ritorno a seguito della sconfitta per 1-0 con gol di Pobga. Il fascicolo più corposo degli errori arbitrali contro il Milan è quello della scorsa fase a gironi della Champions League. Seconda giornata, arbitra il turco Cakir che a metà primo tempo espelle per doppia ammonizione Kessie. In pieno recupero, poi, concede il rigore della vittoria dei colchoneros per un fallo di mano di Kalulu che è figlio di un precedente tocco con la mano di Lemar che si porta avanti il pallone. Qui male anche il Var che non ha aiutato Cakir. Quindici giorni dopo, al Do Dragao, è il tedesco Brych e il suo Var Fritz a punire i rossoneri. Dapprima non concedendo un rigore al Milan per fallo di mano di Uribe su cross di Krunic, con il giocatore del Porto che ha il brac cio largo. Poi, in occasione del gol-vittoria di Luis Diaz, è il contatto tra Taremi e Bennacer a spianare la strada alla rete portoghese. L’attaccante biancoblu non guarda minimamente il pallone che sta scendendo “a candela” verso il limite dell’area milanista e colpisce Bennacer con una spallata volontaria che impedisce al regista milanista di entrare in possesso del pallone. Emblematica la mimica di Ibrahimovic che indica all’arbitro la dinamica dell’accaduto. Nella gara di ritorno a San Siro, ancora Bennacer protagonista. Questa volta è il francese Turpin a interpretare come veniale il contatto tra Grujc e l’algerino, con il centrocampista del Porto che colpisce il 4 milanista sulla caviglia destra prima di portargli via il pallone e avviare l’azione del gol, ancora a firma di Luis Diaz.
 
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Come riportato dal CorSera, nel Milan c'è ancora rabbia dopo quanto accaduto col Chelsea. Ma non ci saranno né proteste ufficiali né dossier perché il club non vuole alibi e ritiene d’aver già detto ciò che doveva dire attraverso le dichiarazioni post partita di Pioli, ma la verità è che il fastidio del Milan per quella decisione arbitrale costata la sconfitta contro il Chelsea è ancora forte, fortissimo. Solo la qualificazione agli ottavi potrebbe cancellare questo senso di ingiustizia. Ora c’è però rialzare subito la testa, perché il tour de force non consente soste. Pioli e i suoi devono rimettere la testa sul campionato, con l’obiettivo di fare punteggio pieno a Verona domenica e col Monza il 22 ottobre a San Siro. Solo poi si tornerà a pensare alla rimonta Champions.
Figurarsi, societariamente fanno la figura dei pigl... vabbè non scrivo niente. Tanto siamo inclusivi.
 

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Tuttosport: Il Milan non ci sta e davanti all’ennesimo, grave, torto arbitrale subito in Champions League, ha fatto sentire la sua voce. Pubblicamente affidando la linea societaria a Stefano Pioli, che davanti alle telecamere delle televisioni e in conferenza stampa non ha nascosto il disappunto per la decisione dell’arbitro Siebert di concedere il calcio di rigore, poi trasformato da Jorginho per lo 0-1 del Chelsea, e la seguente espulsione di Fikayo Tomori. Anche Sandro Tonali e Pierre Kalulu non hanno usato mezzi termini per esprimere il dissenso di tutto lo spogliatoio, della società – che probabilmente si sarà fatta sentire con i vertici arbitrali dell’Uefa, in primis con Roberto Rosetti – e dell’intera tifoseria milanista, che si è sentita depredata della possibilità di giocarsela alla pari con i blues. Non è una situazione nuova per il Milan, che nelle ultime due stagioni, tra l'Europa League 2020-21 e la scorsa Champions League, ha visto contro di sé una serie di errori arbitrali che hanno pregiudicato le qualificazioni. Il primo è quello relativo al gol annullato a Franck Kessie all’Old Trafford durante l’ottavo di finale contro il Manchester United. L’ivoriano sbloccò la gara con un gran gol, ma lo sloveno Vincic annullò per un fallo di mano che, alla fine, non c’era. La partita finì 1-1 con gol nel finale di Kjaer, ma quell’episodio condizionò la gara e la qualificazione, poi sfumata al ritorno a seguito della sconfitta per 1-0 con gol di Pobga. Il fascicolo più corposo degli errori arbitrali contro il Milan è quello della scorsa fase a gironi della Champions League. Seconda giornata, arbitra il turco Cakir che a metà primo tempo espelle per doppia ammonizione Kessie. In pieno recupero, poi, concede il rigore della vittoria dei colchoneros per un fallo di mano di Kalulu che è figlio di un precedente tocco con la mano di Lemar che si porta avanti il pallone. Qui male anche il Var che non ha aiutato Cakir. Quindici giorni dopo, al Do Dragao, è il tedesco Brych e il suo Var Fritz a punire i rossoneri. Dapprima non concedendo un rigore al Milan per fallo di mano di Uribe su cross di Krunic, con il giocatore del Porto che ha il brac cio largo. Poi, in occasione del gol-vittoria di Luis Diaz, è il contatto tra Taremi e Bennacer a spianare la strada alla rete portoghese. L’attaccante biancoblu non guarda minimamente il pallone che sta scendendo “a candela” verso il limite dell’area milanista e colpisce Bennacer con una spallata volontaria che impedisce al regista milanista di entrare in possesso del pallone. Emblematica la mimica di Ibrahimovic che indica all’arbitro la dinamica dell’accaduto. Nella gara di ritorno a San Siro, ancora Bennacer protagonista. Questa volta è il francese Turpin a interpretare come veniale il contatto tra Grujc e l’algerino, con il centrocampista del Porto che colpisce il 4 milanista sulla caviglia destra prima di portargli via il pallone e avviare l’azione del gol, ancora a firma di Luis Diaz.
 

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Tuttosport: Il Milan non ci sta e davanti all’ennesimo, grave, torto arbitrale subito in Champions League, ha fatto sentire la sua voce. Pubblicamente affidando la linea societaria a Stefano Pioli, che davanti alle telecamere delle televisioni e in conferenza stampa non ha nascosto il disappunto per la decisione dell’arbitro Siebert di concedere il calcio di rigore, poi trasformato da Jorginho per lo 0-1 del Chelsea, e la seguente espulsione di Fikayo Tomori. Anche Sandro Tonali e Pierre Kalulu non hanno usato mezzi termini per esprimere il dissenso di tutto lo spogliatoio, della società – che probabilmente si sarà fatta sentire con i vertici arbitrali dell’Uefa, in primis con Roberto Rosetti – e dell’intera tifoseria milanista, che si è sentita depredata della possibilità di giocarsela alla pari con i blues. Non è una situazione nuova per il Milan, che nelle ultime due stagioni, tra l'Europa League 2020-21 e la scorsa Champions League, ha visto contro di sé una serie di errori arbitrali che hanno pregiudicato le qualificazioni. Il primo è quello relativo al gol annullato a Franck Kessie all’Old Trafford durante l’ottavo di finale contro il Manchester United. L’ivoriano sbloccò la gara con un gran gol, ma lo sloveno Vincic annullò per un fallo di mano che, alla fine, non c’era. La partita finì 1-1 con gol nel finale di Kjaer, ma quell’episodio condizionò la gara e la qualificazione, poi sfumata al ritorno a seguito della sconfitta per 1-0 con gol di Pobga. Il fascicolo più corposo degli errori arbitrali contro il Milan è quello della scorsa fase a gironi della Champions League. Seconda giornata, arbitra il turco Cakir che a metà primo tempo espelle per doppia ammonizione Kessie. In pieno recupero, poi, concede il rigore della vittoria dei colchoneros per un fallo di mano di Kalulu che è figlio di un precedente tocco con la mano di Lemar che si porta avanti il pallone. Qui male anche il Var che non ha aiutato Cakir. Quindici giorni dopo, al Do Dragao, è il tedesco Brych e il suo Var Fritz a punire i rossoneri. Dapprima non concedendo un rigore al Milan per fallo di mano di Uribe su cross di Krunic, con il giocatore del Porto che ha il brac cio largo. Poi, in occasione del gol-vittoria di Luis Diaz, è il contatto tra Taremi e Bennacer a spianare la strada alla rete portoghese. L’attaccante biancoblu non guarda minimamente il pallone che sta scendendo “a candela” verso il limite dell’area milanista e colpisce Bennacer con una spallata volontaria che impedisce al regista milanista di entrare in possesso del pallone. Emblematica la mimica di Ibrahimovic che indica all’arbitro la dinamica dell’accaduto. Nella gara di ritorno a San Siro, ancora Bennacer protagonista. Questa volta è il francese Turpin a interpretare come veniale il contatto tra Grujc e l’algerino, con il centrocampista del Porto che colpisce il 4 milanista sulla caviglia destra prima di portargli via il pallone e avviare l’azione del gol, ancora a firma di Luis Diaz.
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Come riportato dal CorSera, nel Milan c'è ancora rabbia dopo quanto accaduto col Chelsea. Ma non ci saranno né proteste ufficiali né dossier perché il club non vuole alibi e ritiene d’aver già detto ciò che doveva dire attraverso le dichiarazioni post partita di Pioli, ma la verità è che il fastidio del Milan per quella decisione arbitrale costata la sconfitta contro il Chelsea è ancora forte, fortissimo. Solo la qualificazione agli ottavi potrebbe cancellare questo senso di ingiustizia. Ora c’è però rialzare subito la testa, perché il tour de force non consente soste. Pioli e i suoi devono rimettere la testa sul campionato, con l’obiettivo di fare punteggio pieno a Verona domenica e col Monza il 22 ottobre a San Siro. Solo poi si tornerà a pensare alla rimonta Champions.

Tuttosport: Il Milan non ci sta e davanti all’ennesimo, grave, torto arbitrale subito in Champions League, ha fatto sentire la sua voce. Pubblicamente affidando la linea societaria a Stefano Pioli, che davanti alle telecamere delle televisioni e in conferenza stampa non ha nascosto il disappunto per la decisione dell’arbitro Siebert di concedere il calcio di rigore, poi trasformato da Jorginho per lo 0-1 del Chelsea, e la seguente espulsione di Fikayo Tomori. Anche Sandro Tonali e Pierre Kalulu non hanno usato mezzi termini per esprimere il dissenso di tutto lo spogliatoio, della società – che probabilmente si sarà fatta sentire con i vertici arbitrali dell’Uefa, in primis con Roberto Rosetti – e dell’intera tifoseria milanista, che si è sentita depredata della possibilità di giocarsela alla pari con i blues. Non è una situazione nuova per il Milan, che nelle ultime due stagioni, tra l'Europa League 2020-21 e la scorsa Champions League, ha visto contro di sé una serie di errori arbitrali che hanno pregiudicato le qualificazioni. Il primo è quello relativo al gol annullato a Franck Kessie all’Old Trafford durante l’ottavo di finale contro il Manchester United. L’ivoriano sbloccò la gara con un gran gol, ma lo sloveno Vincic annullò per un fallo di mano che, alla fine, non c’era. La partita finì 1-1 con gol nel finale di Kjaer, ma quell’episodio condizionò la gara e la qualificazione, poi sfumata al ritorno a seguito della sconfitta per 1-0 con gol di Pobga. Il fascicolo più corposo degli errori arbitrali contro il Milan è quello della scorsa fase a gironi della Champions League. Seconda giornata, arbitra il turco Cakir che a metà primo tempo espelle per doppia ammonizione Kessie. In pieno recupero, poi, concede il rigore della vittoria dei colchoneros per un fallo di mano di Kalulu che è figlio di un precedente tocco con la mano di Lemar che si porta avanti il pallone. Qui male anche il Var che non ha aiutato Cakir. Quindici giorni dopo, al Do Dragao, è il tedesco Brych e il suo Var Fritz a punire i rossoneri. Dapprima non concedendo un rigore al Milan per fallo di mano di Uribe su cross di Krunic, con il giocatore del Porto che ha il brac cio largo. Poi, in occasione del gol-vittoria di Luis Diaz, è il contatto tra Taremi e Bennacer a spianare la strada alla rete portoghese. L’attaccante biancoblu non guarda minimamente il pallone che sta scendendo “a candela” verso il limite dell’area milanista e colpisce Bennacer con una spallata volontaria che impedisce al regista milanista di entrare in possesso del pallone. Emblematica la mimica di Ibrahimovic che indica all’arbitro la dinamica dell’accaduto. Nella gara di ritorno a San Siro, ancora Bennacer protagonista. Questa volta è il francese Turpin a interpretare come veniale il contatto tra Grujc e l’algerino, con il centrocampista del Porto che colpisce il 4 milanista sulla caviglia destra prima di portargli via il pallone e avviare l’azione del gol, ancora a firma di Luis Diaz.
Come se protestare servisse a qualcosa. Il problema non è nostro, sono le squadre italiane ad essere trattate a pesci in faccia. Solo l'Inter è stranamente fuori da questo regime.
 

Swaitak

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regalerei una giacca all'arbitro in segno di pace anche
 
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