Milan: passo indietro e allarme. Strada lunga, ancora.

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CorSera in edicola: Tre partite, tre sconfitte. Il Milan torna dalla tournée americana con un peso sull’anima. Pioli sparge ottimismo, come è giusto che sia in questo momento della stagione: «Il bilancio è positivo». Ma il campionato si avvicina e un pizzico di allarme è motivato. L’ultima sconfitta contro il Barcellona, provocata da una magia di Ansu Fati, uno dei tanti prodotti della cantera catalana, è coincisa con un deciso passo indietro. Il Milan ha fatto fatica: difesa distratta e attacco sterile, manovra macchinosa e troppi palloni persi. Anche molti singoli hanno fallito: Tomori ha ballato e ormai non è più una novità, Theo Hernandez non è riuscito a innescare il turbo e al contrario è andato in affanno contro l’agile Raphinha, Pulisic non ha mai saltato l’uomo. Sprazzi di Leao a cui però manca il gol e buone indicazioni da Reijnders, che ha brillato in mezzo al campo.

Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
 

ROSSO NERO 70

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CorSera in edicola: Tre partite, tre sconfitte. Il Milan torna dalla tournée americana con un peso sull’anima. Pioli sparge ottimismo, come è giusto che sia in questo momento della stagione: «Il bilancio è positivo». Ma il campionato si avvicina e un pizzico di allarme è motivato. L’ultima sconfitta contro il Barcellona, provocata da una magia di Ansu Fati, uno dei tanti prodotti della cantera catalana, è coincisa con un deciso passo indietro. Il Milan ha fatto fatica: difesa distratta e attacco sterile, manovra macchinosa e troppi palloni persi. Anche molti singoli hanno fallito: Tomori ha ballato e ormai non è più una novità, Theo Hernandez non è riuscito a innescare il turbo e al contrario è andato in affanno contro l’agile Raphinha, Pulisic non ha mai saltato l’uomo. Sprazzi di Leao a cui però manca il gol e buone indicazioni da Reijnders, che ha brillato in mezzo al campo.

Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
Purtroppo siamo un libro aperto non una squadra tutta da scoprire
 

KILPIN_91

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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
Con Pinoli il futuro è questo,grigio.
Se avessimo cambiato questo cesso di allenatore avrei sperato di vincere qualcosa. Purtroppo sarà impossibile e spero verrà esonerato a novembre.
 
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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
Tomori è un problema.
 
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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.

Si preoccupassero di chi non ha fatto mercato o di chi è senza portiere e prima punta. Ridicoli.
 

jumpy65

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Il milan torna con un peso sull'anima è bellissima... delle due sconfitte e un pareggio credo non importi a nessuno. Alcuni dei gol presi sono infortuni di singoli e non imputabili a niente. Comunque valutazioni a pochi giorni dall'inizio della preparazione per la maggior parte dei giocatori mi sembrano almeno premature. Addirittura si giudica okafor che non ha ancora giocato. Resto basito...
 
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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
A leggere questo articolo, sembra che il reparto che ha giocato meglio contro il Barça sia stato il centrocampo…
 

Mika

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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
Potevamo fare come tutte le altre, giocare tre partite contro il Villafranca, il Castrocaro e il Loano e fare 30 goal.

PS: l'Inter contro il PSG ha vinto perché il PSG ha Donnarumma.

Fra poco scriveranno che siamo da lotta retrocessione :sisi:
 
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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
E' sempre brutto e deprimente perdere, ovviamente.

Ma non ci vedo cosi drammaticità.

Siamo più indietro degli altri nella preparazione, i vari Theo e Leao si allenano da poco, abbiamo tanti giocatori nuovi, addirittura 3 dei nuovi ancora non sono arruolabili.

Abbiamo sempre perso di misura.

Non credo ci sia "troppo" da preoccuparsi.
 

Swaitak

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Pioli non può lamentarsi, rispetto ai suoi colleghi. Il Milan ha lavorato tanto sul mercato e lo ha fatto nei tempi giusti. Però l’assemblaggio non è semplice. Otto nuovi giocatori da inserire sono tanti. Il Milan intende cambiare pelle, diventare più europeo, quindi più fisico e più verticale. Una rivoluzione intrigante, che ha bisogno dei suoi tempi. Ma nel calcio il tempo è spesso il peggior nemico. Dal guizzante Brahim Diaz ai più strutturati Reijnders e Loftus-Cheek, in attesa di Musah, il salto è bello grosso. Da qui all’esordio a Bologna, la prima partita ufficiale della stagione, il 21 agosto, mancano meno di tre settimane e Pioli, una volta rientrato a Milanello, ha molte questioni da mettere a punto. La difesa, per esempio, non è stata toccata sul mercato ma sino adesso è sempre stata in difficoltà, tanto da subire 6 gol in tre partite. E l’attacco non brilla: quattro gol nelle medesime tre partite, ma uno solo su azione, gli altri su palla inattiva. Servono più coraggio e freddezza negli ultimi sedici metri. Soprattutto il coraggio di voler determinare nei duelli, negli uno contro uno che devono diventare il marchio di fabbrica del nuovo Diavolo. Leao senza l’ansia del contratto, deve diventare lo spacca difese rossonero ma Pulisic e Chukwueze dovranno sostenerlo. Okafor è lesto nel dribbling anche se, per il momento, sembra destinato al ruolo di vice Giroud. Insomma, c’è da lavorare. Le sconfitte non devono agitare il popolo rossonero, ma spronare la squadra a trovare la condizio- ne e gli equilibri necessari. Il Milan è intrigante, ma ancora tutto da scoprire.
Nel frattempo l'Inda batte il PSG e la Juve il Real..
Guarpioli non è certo il tipo piu veloce al mondo quando si tratta di trovare soluzioni
 
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