Milan: Lopetegui direbbe sì. Ecco chi è.

Mika

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Diciamo che andando avanti così si rischia di tornare ai tempi dell'ultimo Milan di Berlusconi e primi 3/4 anni post
Non penso, sicuramente di scudetti nemmeno l'ombra. Ma sicuramente in CL tutti gli anni ci andremo. I soldi entreranno e abbiamo cmq giocatori vendibili, una primavera con dei talenti buoni. Un Simic, un Jimenez, un Bartesaghi sarebbero stati titolari nel Milan di Paletta e Mesbah, per dire. La possibilità della squadra B, uno stadio che oramai ha superato la parte politica. Poi ci sta, noi si vuole vincere è giusto, sacrosanto, ma non vedo i presupposti anche per motivi di bilancio, avere quelle cadute. Noi possiamo fare mercato, quegli anni non si poteva perché c'erano -200M di passivi di bilancio.
 

Mika

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Diciamo che andando avanti così si rischia di tornare ai tempi dell'ultimo Milan di Berlusconi e primi 3/4 anni post. Se nel 2011 ti avessi detto che non saremmo più andati in Champion's per 7/8 anni ci avresti creduto ?
Sono sincero, al tempo me lo immaginavo che sarebbero arrivati quegli anni, un grande ciclo era finito e già in quel periodo si iniziavano a vedere i primi P0 riserve. Solo che c'erano ancora i vecchi Nesta, Gattuso, Pirlo... ma già si intravedeva che non si stavano prendendo i ricambi. Quando hanno venduto Thiago Silva+Ibra al saldo era palese e lampante la smobilitazione.

Poi mettici che la Serie A è diventata davvero scarsa rispetto a quei tempi. Basta un Leao che gioca una partita buona e due no per fare secondi. Metti che con tutti gli infortuni, errori tecnici, sbagli di partite, errori arbitrali, senza un attaccante che sia arrivato a 15/18 goal, a 7 partite dalla fine siamo a +18 dalla sesta, la terza, la Juventus in tre mesi l'abbiamo messa da -10 a +8. La quarta è a +9 (+11 se vinciamo). In sta serie A con 5 in CL non andare in CL è impossibile con questa rosa, basta un Pioli e fai secondo o terzo, per dire...
 

Tifo'o

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Il CorSport traccia un profilo di Lopetegui, tecnico che come ampiamente riferito da ieri, è in pole (e già contattato) per il post Pioli:

Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. E se c’è una qualità che certo non manca a Julen Lopetegui, basco di Asteasu, mille e cinquecento anime a 25 km da San Sebastian, è proprio il coraggio. Non tutti, infatti, avrebbero accettato la panchina della Spagna dopo Del Bosque, che con la Roja ha completato lo strepitoso doblete Mundial-Europeo, né quella del Real del dopo Zidane, all’indomani della conquista di tre Champions di flla. La prima delle due esperienze - peraltro strettamente legate tra loro - pareva poter svolgersi in maniera esaltante, salvo poi interrompersi di colpo. La seconda, invece, si è rivelata sfortunata sin dall’inizio ed è durata appena quattro mesi, chiudendosi con un esonero a seguito di una dolorosa manita, incassata al Camp Nou di Barcellona.

MALATO DI CALCIO. Dovesse davvero arrivare la chiamata uffi ciale del Milan, pare scontato attendersi il sì di Lopetegui, uno che senza calcio proprio non sa vivere. Basti chiedere agli impiegati del Siviglia - dove il tecnico basco ha conquistato un’Europa League, imponendosi sull'Inter nella fi nale di Colonia - che non ci potevano credere che potesse esistere un allenatore più meticoloso e ligio di Unai Emery, un altro che tira fi no a tarda notte a studiare video nella cittadella sportiva. Lopetegui è fermo dallo agosto 2023, quando davanti alle promesse di mercato non mantenute dal Wolverhampton, si congedò a una settimana dall’inizio della Premier.

LO STRAPPO. La qualità che è mancata finora a Lopetegui, forse, è la tempistica. E a riguardo basti citare la repentina interruzione della sua relazione con la nazionale spagnola, arrivata a soli due giorni dall’esordio a Russia 2018. L’accordo col Real, per il dopo Mondiale, in eff etti, poteva essere gestito meglio, anche se all’epoca ci mise del suo anche l’impulsivo ex presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, che prese malissimo la decisione del suo ct e lo cacciò via su due piedi, senza badare al suo cammino immacolato fatto di 14 vittorie e 6 pareggi, zero sconfi tte (36 gol fatti e solo 3 subiti nelle 10 gare uffi ciali).


I MAESTRI. Tattico raffinato, fine conoscitore del 4-3-3 e delle sue infi nite varianti, Lopetegui vanta un passato da portiere di discrete qualità, che gli hanno permesso, nell’epoca in cui difendeva la porta del Logroñes, di far parte della spedizione spagnola a Usa 1994. Una manciata di presenze in Liga, prima col Real, poi con il Barça della coppia Bobby Robson-Mourinho, con in campo Guardiola e Luis Enrique, hanno fatto da premessa alla sua seconda vita da allenatore. Positiva, soprattutto, l’esperienza nel settore giovanile della Spagna, con cui ha festeggiato i trionfi agli Europei Under 19 e Under 21. Non benissimo, invece, nella successiva avventura alla guida del Porto, chiusa senza titoli, prima di tornare in auge sulla panchina della Roja. Qualche caduta - fece epoca, nel 2006, anche un suo svenimento in diretta tv - seguita sempre, però, dalla capacità di rialzarsi e di riprendere il lavoro con grinta e determinazione.

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Si sono già attivati gli zoomati con l'ordine di Paperino.. l'obiettivo è tirare fuori nomi di allenatori peggiori di Pioli cosi alla fine il tifoso preherà per la permanenza di Pioli.
 

Swaitak

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Il CorSport traccia un profilo di Lopetegui, tecnico che come ampiamente riferito da ieri, è in pole (e già contattato) per il post Pioli:

Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. E se c’è una qualità che certo non manca a Julen Lopetegui, basco di Asteasu, mille e cinquecento anime a 25 km da San Sebastian, è proprio il coraggio. Non tutti, infatti, avrebbero accettato la panchina della Spagna dopo Del Bosque, che con la Roja ha completato lo strepitoso doblete Mundial-Europeo, né quella del Real del dopo Zidane, all’indomani della conquista di tre Champions di flla. La prima delle due esperienze - peraltro strettamente legate tra loro - pareva poter svolgersi in maniera esaltante, salvo poi interrompersi di colpo. La seconda, invece, si è rivelata sfortunata sin dall’inizio ed è durata appena quattro mesi, chiudendosi con un esonero a seguito di una dolorosa manita, incassata al Camp Nou di Barcellona.

MALATO DI CALCIO. Dovesse davvero arrivare la chiamata uffi ciale del Milan, pare scontato attendersi il sì di Lopetegui, uno che senza calcio proprio non sa vivere. Basti chiedere agli impiegati del Siviglia - dove il tecnico basco ha conquistato un’Europa League, imponendosi sull'Inter nella fi nale di Colonia - che non ci potevano credere che potesse esistere un allenatore più meticoloso e ligio di Unai Emery, un altro che tira fi no a tarda notte a studiare video nella cittadella sportiva. Lopetegui è fermo dallo agosto 2023, quando davanti alle promesse di mercato non mantenute dal Wolverhampton, si congedò a una settimana dall’inizio della Premier.

LO STRAPPO. La qualità che è mancata finora a Lopetegui, forse, è la tempistica. E a riguardo basti citare la repentina interruzione della sua relazione con la nazionale spagnola, arrivata a soli due giorni dall’esordio a Russia 2018. L’accordo col Real, per il dopo Mondiale, in eff etti, poteva essere gestito meglio, anche se all’epoca ci mise del suo anche l’impulsivo ex presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, che prese malissimo la decisione del suo ct e lo cacciò via su due piedi, senza badare al suo cammino immacolato fatto di 14 vittorie e 6 pareggi, zero sconfi tte (36 gol fatti e solo 3 subiti nelle 10 gare uffi ciali).


I MAESTRI. Tattico raffinato, fine conoscitore del 4-3-3 e delle sue infi nite varianti, Lopetegui vanta un passato da portiere di discrete qualità, che gli hanno permesso, nell’epoca in cui difendeva la porta del Logroñes, di far parte della spedizione spagnola a Usa 1994. Una manciata di presenze in Liga, prima col Real, poi con il Barça della coppia Bobby Robson-Mourinho, con in campo Guardiola e Luis Enrique, hanno fatto da premessa alla sua seconda vita da allenatore. Positiva, soprattutto, l’esperienza nel settore giovanile della Spagna, con cui ha festeggiato i trionfi agli Europei Under 19 e Under 21. Non benissimo, invece, nella successiva avventura alla guida del Porto, chiusa senza titoli, prima di tornare in auge sulla panchina della Roja. Qualche caduta - fece epoca, nel 2006, anche un suo svenimento in diretta tv - seguita sempre, però, dalla capacità di rialzarsi e di riprendere il lavoro con grinta e determinazione.

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lo prendono come controfigura di Abruzzi
 

Jack92

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Una scelta del genere mostra un incapacità evidente.
Spero non siano così scemi
 

Lineker10

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Diciamo che andando avanti così si rischia di tornare ai tempi dell'ultimo Milan di Berlusconi e primi 3/4 anni post. Se nel 2011 ti avessi detto che non saremmo più andati in Champion's per 7/8 anni ci avresti creduto ?
È impossibile tornare a quei livelli e per un motivo semplice e chiaro: se arrivassimo a metà classifica e fosse necessario un aumento di capitale, Cardinale porterebbe i libri in tribunale dichiarando il fallimento piuttosto...

La nuova banter era sarà fatta di qualificazioni champions, stagioni anonime, umiliazioni negli scontri diretti e tanto cash flow positivo.
 

bmb

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Il CorSport traccia un profilo di Lopetegui, tecnico che come ampiamente riferito da ieri, è in pole (e già contattato) per il post Pioli:

Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. E se c’è una qualità che certo non manca a Julen Lopetegui, basco di Asteasu, mille e cinquecento anime a 25 km da San Sebastian, è proprio il coraggio. Non tutti, infatti, avrebbero accettato la panchina della Spagna dopo Del Bosque, che con la Roja ha completato lo strepitoso doblete Mundial-Europeo, né quella del Real del dopo Zidane, all’indomani della conquista di tre Champions di flla. La prima delle due esperienze - peraltro strettamente legate tra loro - pareva poter svolgersi in maniera esaltante, salvo poi interrompersi di colpo. La seconda, invece, si è rivelata sfortunata sin dall’inizio ed è durata appena quattro mesi, chiudendosi con un esonero a seguito di una dolorosa manita, incassata al Camp Nou di Barcellona.

MALATO DI CALCIO. Dovesse davvero arrivare la chiamata uffi ciale del Milan, pare scontato attendersi il sì di Lopetegui, uno che senza calcio proprio non sa vivere. Basti chiedere agli impiegati del Siviglia - dove il tecnico basco ha conquistato un’Europa League, imponendosi sull'Inter nella fi nale di Colonia - che non ci potevano credere che potesse esistere un allenatore più meticoloso e ligio di Unai Emery, un altro che tira fi no a tarda notte a studiare video nella cittadella sportiva. Lopetegui è fermo dallo agosto 2023, quando davanti alle promesse di mercato non mantenute dal Wolverhampton, si congedò a una settimana dall’inizio della Premier.

LO STRAPPO. La qualità che è mancata finora a Lopetegui, forse, è la tempistica. E a riguardo basti citare la repentina interruzione della sua relazione con la nazionale spagnola, arrivata a soli due giorni dall’esordio a Russia 2018. L’accordo col Real, per il dopo Mondiale, in eff etti, poteva essere gestito meglio, anche se all’epoca ci mise del suo anche l’impulsivo ex presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales, che prese malissimo la decisione del suo ct e lo cacciò via su due piedi, senza badare al suo cammino immacolato fatto di 14 vittorie e 6 pareggi, zero sconfi tte (36 gol fatti e solo 3 subiti nelle 10 gare uffi ciali).


I MAESTRI. Tattico raffinato, fine conoscitore del 4-3-3 e delle sue infi nite varianti, Lopetegui vanta un passato da portiere di discrete qualità, che gli hanno permesso, nell’epoca in cui difendeva la porta del Logroñes, di far parte della spedizione spagnola a Usa 1994. Una manciata di presenze in Liga, prima col Real, poi con il Barça della coppia Bobby Robson-Mourinho, con in campo Guardiola e Luis Enrique, hanno fatto da premessa alla sua seconda vita da allenatore. Positiva, soprattutto, l’esperienza nel settore giovanile della Spagna, con cui ha festeggiato i trionfi agli Europei Under 19 e Under 21. Non benissimo, invece, nella successiva avventura alla guida del Porto, chiusa senza titoli, prima di tornare in auge sulla panchina della Roja. Qualche caduta - fece epoca, nel 2006, anche un suo svenimento in diretta tv - seguita sempre, però, dalla capacità di rialzarsi e di riprendere il lavoro con grinta e determinazione.

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È il profilo caliente del maestro Giampollo. Palese.
 
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Non so quanti anni hai, forse sarà che tifavo Milan quando alle elementari mi sfottevano nei periodi di Farina perché l'Inter e la Juventus vincevano e noi non sapevamo se ci iscrivevamo al campionato e quindi mi sono "rafforzato" in quegli anni dagli sfotto altrui. Che rispetto a quelli, questi sono poca roba. Quindi ci sta. Ho realizzato da molto tempo che il periodo dei trenta anni di vittorie non era la norma ma solo un evento straordinario che capita una volta nella vita.

Sai cosa sono per me le stalle?

Prendere P0, fare decimi in classifica, non avere giocatori adatti nemmeno per la panchina. Questo sono le stalle.
Una semifinale in CL e un secondo o terzo posto in campionato per me sono una delusione ma non "le stalle".

Le stalle sono l'era post Allegri, 6 anni senza vedere una partecipazione delle coppe Europee, l'esclusione dalle competizione UEFA per FPF non rispettato, i noni posti con Montella, Inzaghi e Brocchi. Vedere i Mesbah e i Cerci vestire la nostra maglia. Galliani che citofona a Destro per convincerlo di venire in prestito da noi, l'Haka a San Siro con la nostra maglia per spot pubblicitario. Quelli sono cose che ti tirano le bolas giù a terra, non un secondo posto o una eliminazione in un quarto di finale di EL o una semifinale persa in CL.

Ricordi questo? Sono passati 10 anni è ancora fresco:

Suso_Destro_Bocchetti_Paletta_Antonelli.png


Queste sono le stalle. Non certo stagioni come le ultime due. Deludenti, (a parte la semifinale CL) ma non da strapparsi i capelli.
Anche se io sono stato fortunato, ho iniziato a seguire proprio quando è arrivato Berlusconi (l'anno prima che arrivasse Sacchi), ma la penso come te.
Credo che se si sta sempre nelle prime posizioni prima o poi si vince.
La cosa che mi preoccuperebbe è se vendessero Leao, Theo e Maignan riempendo la squadra di medioman.
 
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