Come riportato da La Stampa in edicola oggi, 3 luglio 2018, la strategia difensiva del Milan al TAS di Losanna sarà la seguente:
1) Il Milan non può pagare le colpe imputabili alla proprietà precedente
2) Sentenza troppo severa rispetto a quella che è la vera situazione economica del club rossonero
3) Società messe peggio rispetto al Milan hanno ricevuto altre sanzioni meno severe e non sono state escluse dall'Europa.
Tutto bene ma bisogna partire dalle basi, dai principi cui era ispirato il FPF e che la Uefa, nell'applicazione, ha del tutto prevaricato, abusando della propria posizione.
Va citato "Money and Football" di Szymanski perché la Uefa, che ha molti tifosi anche qui, così facendo impedisce, perfino alle nuove proprietà, di intaccare l'oligopolio ormai cristallizzato, limitando la libertà d'investimento (in contrasto con ogni normativa europea esistente), senza ottenere società più sane, anzi, mettendo in difficoltà quelle che stanno cercando di rialzarsi, senza avere la competenza tecnica per giudicare buono o no un business plan, vero ago della bilancia, la cui validità non ha ancorata a parametri oggettivi.
Nel caso del Milan nessun può dire con certezza, tanto meno la Uefa, a quanto potrebbe vendere Donnarumma, Suso e Cutrone, per fare tre nomi ovvero se chi ha la proprietà del Milan sia in grado, anche ex se, di estinguere il debito con Elliott quando e come vuole, questo senza neanche toccare la questione Milan China.