Anche questo la dice lunghissima riguardo a quello che siamo diventati. In qualsiasi altro periodo della nostra storia, anche nella prima metà degli anni ‘80 quando facevamo su e giù dalla B e poi quinti e sesti posti come oggi, uno che gioca nel campionato norvegese alla sola notizia di venire al Milan farebbe carte false per venire, altro che chiedere di finire il campionato con la sua squadra.
Posso dirlo senza problemi: il nostro status non è mai stato così basso come in questi anni, nemmeno ai tempi di Farina e dei matrimoni a Milanello.
10 punti da quelle a Gennaio ci finisci se Ibra e Rebic stessero fuori per buona parte del girone d’andata, non certo perché, eventualmente, ti manca Hauge.
Con un Ibra che gioca 15 partite su 19 (ipotesi) del girone d’andata scordati uno scenario apocalittico simile (che vorrebbe dire che questa rosa dovrebbe essere rasa al suolo completamente, perché se persino con Ibra ottenessimo risultati obbrobriosi e umilianti come quelli vorrebbe dire che in rosa avremmo giocatori da Bologna, né più né meno).
10 punti da quelle li avevamo quando nell’11 titolare c’era come Musacchio, Biglia, Rodriguez, Suso e Piatek, praticamente mezza squadra di immondizia.