Milan: Conte in pole. Klopp con gli arabi? La situazione.

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Anche Enrico Currò su Repubblica conferma tutte le news precedenti su Conte e il Milan: la stagione calcistica ha ancora molte giornate da consumare e tutti i verdetti da scrivere, con Pioli ancora in gara per l’Europa League e per la scalata dal terzo posto in campionato. Ma l’obiettivo del Milan per la panchina del 2024/25 è sempre più scoperto: Antonio Conte, l’ex ct della Nazionale ed ex vincitore del campionato in Italia (Juventus e Inter) e in Inghilterra (Chelsea). L’accelerata per riportarlo in Serie A, dopo l’addio al Tottenham nel marzo 2023 e il successivo sabbatico, l’avrebbe impressa Ibrahimovic, nella sua veste sempre più consolidata di consulente e partner in RedBird dell’azionista di maggioranza Cardinale. Di fatto dirigente in pectore — sempre più presente a Milanello e coinvolto nel settore giovanile, non solo per la presenza dei due figli calciatori — Ibra è il più ascoltato nello staff del manager statunitense ed è forte di un rapporto consolidato con Conte, giudicato l’uomo ideale per vincere e stuzzicato certamente dall’idea dello scudetto con tre grandi club diversi.

L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.

—) Milan: tutte le news del 2 febbraio 2024. Riepilogo.
 

Swaitak

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Anche Enrico Currò su Repubblica conferma tutte le news precedenti su Conte e il Milan: la stagione calcistica ha ancora molte giornate da consumare e tutti i verdetti da scrivere, con Pioli ancora in gara per l’Europa League e per la scalata dal terzo posto in campionato. Ma l’obiettivo del Milan per la panchina del 2024/25 è sempre più scoperto: Antonio Conte, l’ex ct della Nazionale ed ex vincitore del campionato in Italia (Juventus e Inter) e in Inghilterra (Chelsea). L’accelerata per riportarlo in Serie A, dopo l’addio al Tottenham nel marzo 2023 e il successivo sabbatico, l’avrebbe impressa Ibrahimovic, nella sua veste sempre più consolidata di consulente e partner in RedBird dell’azionista di maggioranza Cardinale. Di fatto dirigente in pectore — sempre più presente a Milanello e coinvolto nel settore giovanile, non solo per la presenza dei due figli calciatori — Ibra è il più ascoltato nello staff del manager statunitense ed è forte di un rapporto consolidato con Conte, giudicato l’uomo ideale per vincere e stuzzicato certamente dall’idea dello scudetto con tre grandi club diversi.

L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.
Penso che l'unica cosa vera di queste fandonie sia proprio il discorso sui calciatori in grassetto..
 

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Anche Enrico Currò su Repubblica conferma tutte le news precedenti su Conte e il Milan: la stagione calcistica ha ancora molte giornate da consumare e tutti i verdetti da scrivere, con Pioli ancora in gara per l’Europa League e per la scalata dal terzo posto in campionato. Ma l’obiettivo del Milan per la panchina del 2024/25 è sempre più scoperto: Antonio Conte, l’ex ct della Nazionale ed ex vincitore del campionato in Italia (Juventus e Inter) e in Inghilterra (Chelsea). L’accelerata per riportarlo in Serie A, dopo l’addio al Tottenham nel marzo 2023 e il successivo sabbatico, l’avrebbe impressa Ibrahimovic, nella sua veste sempre più consolidata di consulente e partner in RedBird dell’azionista di maggioranza Cardinale. Di fatto dirigente in pectore — sempre più presente a Milanello e coinvolto nel settore giovanile, non solo per la presenza dei due figli calciatori — Ibra è il più ascoltato nello staff del manager statunitense ed è forte di un rapporto consolidato con Conte, giudicato l’uomo ideale per vincere e stuzzicato certamente dall’idea dello scudetto con tre grandi club diversi.

L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.

Bisogna solo pregare negli arabi. Poi, il grande allenatore sarà la conseguenza.
 
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Anche Enrico Currò su Repubblica conferma tutte le news precedenti su Conte e il Milan: la stagione calcistica ha ancora molte giornate da consumare e tutti i verdetti da scrivere, con Pioli ancora in gara per l’Europa League e per la scalata dal terzo posto in campionato. Ma l’obiettivo del Milan per la panchina del 2024/25 è sempre più scoperto: Antonio Conte, l’ex ct della Nazionale ed ex vincitore del campionato in Italia (Juventus e Inter) e in Inghilterra (Chelsea). L’accelerata per riportarlo in Serie A, dopo l’addio al Tottenham nel marzo 2023 e il successivo sabbatico, l’avrebbe impressa Ibrahimovic, nella sua veste sempre più consolidata di consulente e partner in RedBird dell’azionista di maggioranza Cardinale. Di fatto dirigente in pectore — sempre più presente a Milanello e coinvolto nel settore giovanile, non solo per la presenza dei due figli calciatori — Ibra è il più ascoltato nello staff del manager statunitense ed è forte di un rapporto consolidato con Conte, giudicato l’uomo ideale per vincere e stuzzicato certamente dall’idea dello scudetto con tre grandi club diversi.

L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.
Questi pezzenti sarebbero benissimo capaci di mettere in giro voci su conte e su arabi sul cavallo bianco anche solo per non far calare la temperatura di questa disastrosa stagione.
Ci sono 4 mesi buoni di incassi da proteggere e il milanista comincia ad essere intollerante, un problema non banale per chi mira al sold out.
 
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L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.

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L’operazione non è semplice, sia per via della potenziale concorrza di Napoli e Juventus sia perché si tratta di un allenatore costoso (non meno di 6 milioni di euro netti l’anno) sia perché è da sempre esigente sul mercato: difficilmente accettrebbe l’uscita di uno del trio di stelle della squadra (Maignan-Hernadez-Leao), che però garantirebbero plusvalenze al Milan americano, sensibile all’argomento, come testimonia l’affare Tonali. Chiuso il mercato invernale con i soli Gabbia e Terraciano dopo i 125 milioni spesi in estate, il tema è se privarsi per una cifra dai 70 in su di Maignan (lo vuole il Bayern) e/o Hernandez (Psg, City, United, Bayern più Real, che su di lui ha i cosiddetti matching rights, la possibilità di pareggiare qualunque offerta): entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2026 e senza rinnovo nel 2025 perderebbero valore. Quanto a Leao, diventerebbe l’obiettivo del Psg, se Mbappé andasse al Real. Il tutto con lo sfondo dell’eventuale ingresso nel Milan di un socio mediorientale o americano, che avrebbe in quel caso voce in capitolo sul tema panchina: Motta, Palladino e De Zerbi, se non addirittura Klopp, entrerebbero nella corsa. Anche se Conte resta il nome che può mettere d’accordo tutti i dirigenti, attuali e futuri.

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Per me si passerà dal Conte, è fatta! a Conte in pole, al si discute su Conte, agli altri nomi ma c'è sempre Conte, al Conte tiepido, al si raffredda Conte, al No a Conte, c'è Palladino.
 

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Non venderà mai ora. Però appena approvato l’iter per lo stadio e messa la prima pietra, il giorno dopo il Milan varrà il doppio e lui lo venderà. È palese il tutto.

Lo stadio non può essere una discriminante. Soprattutto se è stata decisa da altri.

Ripeto: una proprietà seria, per me, non accetterebbe mai uno stadio del Milan fuori Milano. E non credo che gli arabi sbavino all'idea di costruire lo stadio a San Donato.
 
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