Milan: avanti con Pioli. Poi si vedrà. Conte...

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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?
 

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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?
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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?
Ma parliamo dei meriti di Pioli: inizia la partita con Calabria-Gabbia-Hernandez-Jimenez e la finisce con Simic-Kjaer-Hernandez-Terracciano. Ma quando lo cacciano? Metà dei giocatori fuori ruolo.
 
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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?
La riconoscenza nel calcio non dovrebbe esistere, la peggiore nemica per un club
 
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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?
La netta impressione è che chiuderemo questa stagione fuori ai quarti di EL e quarti in campionato.
E che ai blocchi di partenza del 2025/2025, le big avranno i seguenti allenatori

Inter - S. Inzaghi
Juventus - Allegri
Roma - Thiago Motta
Napoli - Conte
Atalanta - Gasperini
Fiorentina - Italiano
Lazio - Sarri

Milan - Pioli

E per l'ennesimo anno consecutivo, avremo il peggiore allenatore del lotto big (vista anche la partenza di Mourinho che se la gioca con Pioli).
Pioli sarà portato a scadenza, con la scusa che non ha fiducia non gli faranno mercato e andremo avanti praticamente con questa rosa.
 
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Come riportato dalla GDS, tra confusione, partite flop e obiettivi che se vanno uno dopo l'altro, il Milan continuerà comunque con Pioli. L'intenzione del club è quella di arrivare col tecnico in panchina fino al termine della stagione ma la sensazione sempre più incombente è che in estate sarà più probabile assistere a una separazione da Pioli rispetto al contrario. L'uscita dalla Coppa Italia ha fatto calare ulteriormente le quotazioni. Nulla è ancora stato deciso, questo va sottolineato ed è un dato di fatto. Ma il nome di Conte è destinato ad aleggiare fino a fine campionato e la stagione corrente ha mostrato criticità che per il club sono impossibili da ignorare. Discontinuità nei risultati, in più di un'occasione confusione tattica, tenuta mentale rivedibile se è vero - come è vero - che il Milan dei secondi tempi non è nemmeno lontano parente rispetto a quello dei primi. Rimonte clamorose. E poi, in cima alla lista, l'ecatombe di infortuni, tasto dolentissimo ai piani alti del club (ieri con l'Atalanta dopo il ko di Gabbia gli indisponibili per problemi fisici erano dieci). Allo stesso tempo, a Pioli continuano a essere riconosciuti meriti nella gestione del gruppo, nell'approccio alle difficoltà, ovviamente riconoscenza per i risultati pregressi, e di questi tempi anche per il lancio dei giovani che sta generando gli albori di un nuovo ciclo decisamente interessante. "Si mette sempre in discussione il mister e non è giusto", aveva detto Furlani a fine anno, mentre ieri nel dopogara con l'Atalanta l'a.d. rossonero ha puntato il dito sull'arbitraggio. Quasi una primizia nel Milan americano, che ha sempre rimarcato l'orgoglio di chiamarsi fuori dalle chiacchiere sulla classe arbitrale. Oppure era, anche, un modo per distogliere l'attenzione da Pioli?

Certo certo, "poi si vedrà".
Tanto a loro mica importa se a gennaio siamo già fuori da 3 competizioni su 3: campionato, Champions League e Coppa Italia.

Quando qualche squadra vietnamita ci butterà fuori anche dall'inutile Europa League, poi i nostri si vanteranno della solita Coppa del bilancio.
Coppa che verrà celebrata in primis dai tifosotti della curva che di calcio non capiscono un emerito c, poi da tanti altri "tifosi" che di calcio ne capiscono quanto Malgioglio di figa.
 
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Ibra non fa interviste ?
guarda solo la partita ?

Mica scemo, si presenterà davanti alle telecamere dopo qualche vittoria inutile contro la Salernitana di turno, così, giusto per poter dire "effetto Ibra"
Avrà imparato bene da tanti suoi predecessori: guai a rispondere a delle domande subito dopo una sconfitta.
 

Zenos

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Ma parliamo dei meriti di Pioli: inizia la partita con Calabria-Gabbia-Hernandez-Jimenez e la finisce con Simic-Kjaer-Hernandez-Terracciano. Ma quando lo cacciano? Metà dei giocatori fuori ruolo.
Secondo me le sta privando tutte per farsi cacciare e succhiare un'altro anno e mezzo di stipendio. Solo che ha trovato dei tirchi che non lo mollano
 

Milanismo

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La netta impressione è che chiuderemo questa stagione fuori ai quarti di EL e quarti in campionato.
E che ai blocchi di partenza del 2025/2025, le big avranno i seguenti allenatori

Inter - S. Inzaghi
Juventus - Allegri
Roma - Thiago Motta
Napoli - Conte
Atalanta - Gasperini
Fiorentina - Italiano
Lazio - Sarri

Milan - Pioli

E per l'ennesimo anno consecutivo, avremo il peggiore allenatore del lotto big (vista anche la partenza di Mourinho che se la gioca con Pioli).
Pioli sarà portato a scadenza, con la scusa che non ha fiducia non gli faranno mercato e andremo avanti praticamente con questa rosa.
Pensa se faranno uno scambio con la Roma. Pioli ai giallorossi e Merdinho al Milan🤣
Immagino nelle interviste dopo partita, fuoco e fiamme, almeno ci sarebbe da ridere...
 
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