Maldini:"Milan alti e bassi, da sempre":

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Paolo Maldini, intervistato da DAZN in occasione del suo compleanno di oggi 26 giugno:"In carriera ho perso una finale dell’Europeo all’ultimo secondo, ho perso tre finali di Champions League. Diciamo che di delusioni, anche grandi, ne ho avute. Istanbul? Pensavo fosse stata la mia ultima finale, condirla con un gol e riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di rifarmi. Il Liverpool? Mi viene in mente la prima persa. Strano ma quando penso al Liverpool penso principalmente a Istanbul, vincevamo 3-0 e abbiamo dominato per 110 minuti su 120 eppure non riuscimmo a vincerla. Inoltre mi fa pensare a quanto il calcio sia strano. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo per via del ginocchio ma volevo assolutamente esserci. Due giorni dopo i festeggiamenti andai ad operarmi. La identifico come la fine della mia carriera. Dopo la finale c’era una partita di campionato che nessuno voleva giocare. C’è stata una vacanza dove credo in pochi abbiano dormito bene. Credo che la forza di quel gruppo sia stata arrivare in finale in una stagione difficile come il 2007. Ho rivisto quella partita dopo un anno e mi resi conto di quanto giocammo bene dominando il Liverpool per il 90% di quella partita. Atene? C’è tanto di Ancelotti. Carlo è sempre stato un allenatore capace di trasmettere bene le emozioni positive e poco le preoccupazioni. Quell’anno facemmo fatica a qualificarci e preparammo la stagione per provare a vincerla. Nei mesi decisivi vedemmo che le gambe andavano meglio di prima e nei momenti difficili Seedorf c’era, Inzaghi segnava e Pirlo non perdeva mai la calma. Avevamo tanti valori in campo Io capitano? Nel 2007 intorno a gennaio iniziai a rompere un po’ le scatole, buttai l’idea che potessimo arrivare in Finale nonostante la stagione non stesse andando benissimo. L’autoconvincimento a volte funziona. Il Milan? E' sempre stata una squadra di alti e bassi. Siamo stati in B e abbiamo toccato vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io credo che sia importante avere una mentalità del genere, dove si può sbagliare veramente ma poi balzare più in alto possibile".
 

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Paolo Maldini, intervistato da DAZN in occasione del suo compleanno di oggi 26 giugno:"In carriera ho perso una finale dell’Europeo all’ultimo secondo, ho perso tre finali di Champions League. Diciamo che di delusioni, anche grandi, ne ho avute. Istanbul? Pensavo fosse stata la mia ultima finale, condirla con un gol e riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di rifarmi. Il Liverpool? Mi viene in mente la prima persa. Strano ma quando penso al Liverpool penso principalmente a Istanbul, vincevamo 3-0 e abbiamo dominato per 110 minuti su 120 eppure non riuscimmo a vincerla. Inoltre mi fa pensare a quanto il calcio sia strano. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo per via del ginocchio ma volevo assolutamente esserci. Due giorni dopo i festeggiamenti andai ad operarmi. La identifico come la fine della mia carriera. Dopo la finale c’era una partita di campionato che nessuno voleva giocare. C’è stata una vacanza dove credo in pochi abbiano dormito bene. Credo che la forza di quel gruppo sia stata arrivare in finale in una stagione difficile come il 2007. Ho rivisto quella partita dopo un anno e mi resi conto di quanto giocammo bene dominando il Liverpool per il 90% di quella partita. Atene? C’è tanto di Ancelotti. Carlo è sempre stato un allenatore capace di trasmettere bene le emozioni positive e poco le preoccupazioni. Quell’anno facemmo fatica a qualificarci e preparammo la stagione per provare a vincerla. Nei mesi decisivi vedemmo che le gambe andavano meglio di prima e nei momenti difficili Seedorf c’era, Inzaghi segnava e Pirlo non perdeva mai la calma. Avevamo tanti valori in campo Io capitano? Nel 2007 intorno a gennaio iniziai a rompere un po’ le scatole, buttai l’idea che potessimo arrivare in Finale nonostante la stagione non stesse andando benissimo. L’autoconvincimento a volte funziona. Il Milan? E' sempre stata una squadra di alti e bassi. Siamo stati in B e abbiamo toccato vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io credo che sia importante avere una mentalità del genere, dove si può sbagliare veramente ma poi balzare più in alto possibile".

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Konrad

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Paolo Maldini, intervistato da DAZN in occasione del suo compleanno di oggi 26 giugno:"In carriera ho perso una finale dell’Europeo all’ultimo secondo, ho perso tre finali di Champions League. Diciamo che di delusioni, anche grandi, ne ho avute. Istanbul? Pensavo fosse stata la mia ultima finale, condirla con un gol e riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di rifarmi. Il Liverpool? Mi viene in mente la prima persa. Strano ma quando penso al Liverpool penso principalmente a Istanbul, vincevamo 3-0 e abbiamo dominato per 110 minuti su 120 eppure non riuscimmo a vincerla. Inoltre mi fa pensare a quanto il calcio sia strano. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo per via del ginocchio ma volevo assolutamente esserci. Due giorni dopo i festeggiamenti andai ad operarmi. La identifico come la fine della mia carriera. Dopo la finale c’era una partita di campionato che nessuno voleva giocare. C’è stata una vacanza dove credo in pochi abbiano dormito bene. Credo che la forza di quel gruppo sia stata arrivare in finale in una stagione difficile come il 2007. Ho rivisto quella partita dopo un anno e mi resi conto di quanto giocammo bene dominando il Liverpool per il 90% di quella partita. Atene? C’è tanto di Ancelotti. Carlo è sempre stato un allenatore capace di trasmettere bene le emozioni positive e poco le preoccupazioni. Quell’anno facemmo fatica a qualificarci e preparammo la stagione per provare a vincerla. Nei mesi decisivi vedemmo che le gambe andavano meglio di prima e nei momenti difficili Seedorf c’era, Inzaghi segnava e Pirlo non perdeva mai la calma. Avevamo tanti valori in campo Io capitano? Nel 2007 intorno a gennaio iniziai a rompere un po’ le scatole, buttai l’idea che potessimo arrivare in Finale nonostante la stagione non stesse andando benissimo. L’autoconvincimento a volte funziona. Il Milan? E' sempre stata una squadra di alti e bassi. Siamo stati in B e abbiamo toccato vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io credo che sia importante avere una mentalità del genere, dove si può sbagliare veramente ma poi balzare più in alto possibile".

Questo era il Milan. Nelle parole di Paolo c'è quasi poesia.
Non fu solo oro...ma il nostro oro risplendeva tanto da abbagliare gli occhi
 

gabri65

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Paolo Maldini, intervistato da DAZN in occasione del suo compleanno di oggi 26 giugno:"In carriera ho perso una finale dell’Europeo all’ultimo secondo, ho perso tre finali di Champions League. Diciamo che di delusioni, anche grandi, ne ho avute. Istanbul? Pensavo fosse stata la mia ultima finale, condirla con un gol e riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di rifarmi. Il Liverpool? Mi viene in mente la prima persa. Strano ma quando penso al Liverpool penso principalmente a Istanbul, vincevamo 3-0 e abbiamo dominato per 110 minuti su 120 eppure non riuscimmo a vincerla. Inoltre mi fa pensare a quanto il calcio sia strano. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo per via del ginocchio ma volevo assolutamente esserci. Due giorni dopo i festeggiamenti andai ad operarmi. La identifico come la fine della mia carriera. Dopo la finale c’era una partita di campionato che nessuno voleva giocare. C’è stata una vacanza dove credo in pochi abbiano dormito bene. Credo che la forza di quel gruppo sia stata arrivare in finale in una stagione difficile come il 2007. Ho rivisto quella partita dopo un anno e mi resi conto di quanto giocammo bene dominando il Liverpool per il 90% di quella partita. Atene? C’è tanto di Ancelotti. Carlo è sempre stato un allenatore capace di trasmettere bene le emozioni positive e poco le preoccupazioni. Quell’anno facemmo fatica a qualificarci e preparammo la stagione per provare a vincerla. Nei mesi decisivi vedemmo che le gambe andavano meglio di prima e nei momenti difficili Seedorf c’era, Inzaghi segnava e Pirlo non perdeva mai la calma. Avevamo tanti valori in campo Io capitano? Nel 2007 intorno a gennaio iniziai a rompere un po’ le scatole, buttai l’idea che potessimo arrivare in Finale nonostante la stagione non stesse andando benissimo. L’autoconvincimento a volte funziona. Il Milan? E' sempre stata una squadra di alti e bassi. Siamo stati in B e abbiamo toccato vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io credo che sia importante avere una mentalità del genere, dove si può sbagliare veramente ma poi balzare più in alto possibile".

Da rileggere tutte le sere prima di addormentarsi.
 
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Paolo Maldini, intervistato da DAZN in occasione del suo compleanno di oggi 26 giugno:"In carriera ho perso una finale dell’Europeo all’ultimo secondo, ho perso tre finali di Champions League. Diciamo che di delusioni, anche grandi, ne ho avute. Istanbul? Pensavo fosse stata la mia ultima finale, condirla con un gol e riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di rifarmi. Il Liverpool? Mi viene in mente la prima persa. Strano ma quando penso al Liverpool penso principalmente a Istanbul, vincevamo 3-0 e abbiamo dominato per 110 minuti su 120 eppure non riuscimmo a vincerla. Inoltre mi fa pensare a quanto il calcio sia strano. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo per via del ginocchio ma volevo assolutamente esserci. Due giorni dopo i festeggiamenti andai ad operarmi. La identifico come la fine della mia carriera. Dopo la finale c’era una partita di campionato che nessuno voleva giocare. C’è stata una vacanza dove credo in pochi abbiano dormito bene. Credo che la forza di quel gruppo sia stata arrivare in finale in una stagione difficile come il 2007. Ho rivisto quella partita dopo un anno e mi resi conto di quanto giocammo bene dominando il Liverpool per il 90% di quella partita. Atene? C’è tanto di Ancelotti. Carlo è sempre stato un allenatore capace di trasmettere bene le emozioni positive e poco le preoccupazioni. Quell’anno facemmo fatica a qualificarci e preparammo la stagione per provare a vincerla. Nei mesi decisivi vedemmo che le gambe andavano meglio di prima e nei momenti difficili Seedorf c’era, Inzaghi segnava e Pirlo non perdeva mai la calma. Avevamo tanti valori in campo Io capitano? Nel 2007 intorno a gennaio iniziai a rompere un po’ le scatole, buttai l’idea che potessimo arrivare in Finale nonostante la stagione non stesse andando benissimo. L’autoconvincimento a volte funziona. Il Milan? E' sempre stata una squadra di alti e bassi. Siamo stati in B e abbiamo toccato vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io credo che sia importante avere una mentalità del genere, dove si può sbagliare veramente ma poi balzare più in alto possibile".

Mi viene quasi da piangere.
 

Jino

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...e qui di spiega l'azzardo Giampaolo...io lo considero un grosso rischio, uno senza vie di mezzo, con Giampaolo o parte un nuovo grande ciclo oppure a novembre viene cacciato.

E' evidente che Maldini preferisca rischiare tanto per avere qualcosa di bello piuttosto di galleggiare per niente...portando un esempio pratico, sarebbe stato meglio non arrivare quarti rischiando qualcosa di più piuttosto di una stagione aggrappati con le unghie come abbiamo fatto e non arrivarci comunque.
 
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Caro Paolo adesso che abbiamo quasi toccato il fondo tocca a te riportarci in alto nel più breve tempo possibile

Maldini è il Milan sono una cosa sola, se ci fosse un altro Maldini in questo Milan sarebbe perfetto darebbe un senso di appartenenza impagabile
 

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