Maldini:"Il ritorno al Milan fu un disastro. Non possiamo più dominare".

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Non c'è nulla di male secondo me, piuttosto che prendere lo stipendio senza responsabilità o facendo numero, preferisce stare a casa in pantofole.

Che male c'è?

Io sono uguale, con la differenza che se perdessi il lavoro andrei per forza di cose anche a separare i fili di rame dalla guaina esterna dei cavi elettrici altrimenti non campo :lol:
Non c'è nulla di male,è solo che ora dovrebbe essere più chiaro che se il Milan vince o perde per lui non fa differenza,ma l'importante è che venga soddisfatto il suo ego.
 

Raryof

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"Io devo sentirmi protagonista"...Ecco perché rifiutò l'offerta di Fassone che ritenne non seria,accettando invece quella di Elliot dove può disporre come vuole della marmellata,per il resto da mesi va ripetendo ad ogni intervista l'impossibilità di competere,e questo denota ulteriormente che del progetto se ne sbatte ma gli importa il bastone del comando,per il resto ne apprezzo la chiarezza,almeno io che non sono EVOLUTO potrò dedicarmi ad altro in attesa del "principe azzurro",perché se aspetto lo stadio mi viene l'artrite e non sarà comunque la panacea poiché il divario sarà ormai incolmabile tra 8-9 anni col resto delle big.
Ma infatti sarà così, Paolo sa bene che se arriva sempre quarto la maggior parte del tifo brinda, per arrivare quarti bastano pure acquisti come Billy Ballo o 3/4 di rosa sempre sciancata, niente di che, la Serie A è di livello basso ma il Milan dà grande visibilità, anche perché senza Milan cosa farebbe ora? dirette su youtube?
Tutto molto easy in questo Milan, perché non goderselo senza più Galliani tra le balle? anche perché pure Galliani vedeva nel Giannino un Milan easy aggiustato a proprio piacimento per poter raggiungere solamente l'obbiettivo minimo (salvezza e quasi coppe se va bene), così come il Milan attuale deve semplicemente arrivare tra le 4 facendo credere ai tifosi che dopo 3-4 anni si potrà lottare per qualcosa di più grande (cosa che non è in programma, quanto meno ora che siamo senza proprietà).
 
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Non c'è nulla di male,è solo che ora dovrebbe essere più chiaro che se il Milan vince o perde per lui non fa differenza,ma l'importante è che venga soddisfatto il suo ego.
Penso la visione di Maldini, sia come me e te che vediamo il riccone di turno sulla barca circondato da 4 modelle stra fighe.

Non è che non ci piacerebbe farlo, ma è inutile arrabbiarsi perchè noi non ce lo possiamo permettere.

Il Milan deve investire, lo penso assolutamente anche io, ma al tempo stesso non puoi pensare di asfaltare le vere BIG tra 6 mesi.

Serve lo stadio, quantomeno.
Da parte sua serve che inizi a rinnovare i giocatori prima vadano via gratis.

E iniziare ad investire su un centravanti, chiaro.

Ma insomma, voglio dire, è solo realista.
Figurati se non gli piacerebbe "stare sulla barca circondato da 4 modelle stra fighe"
 

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Paolo Maldini a Sette:"Addio a San Siro? Credo e spero che possa essere così. Fa impressione, me ne rendo conto. Anche a me. Ci ha giocato mio padre, ci ho giocato io, ci gioca mio figlio. È stata la mia casa. Se la mettiamo sui ricordi, chi più di me potrebbe sentirsi ferito per un cambio così epocale? San Siro è un pezzo della storia di Milano. Ma se è diventato un luogo così iconico, lo deve alle imprese dei club e dei calciatori che ci hanno giocato. A questo dobbiamo pensare. Se noi vogliamo che Milan e Inter tornino ai piani alti del calcio europeo, scrivendo pagine bellissime come quelle di San Siro, non possiamo che avere uno stadio nuovo. Le alternative non esistono. Questa non è una opinione, è una certezza. Non voglio cancellare un passato meraviglioso. Solo che a me piace guardare avanti. È un po’ l’idea della mia vita".

"Pensare di tornare al dominio dei primi anni del nuovo secolo è irreale. Proprietari alla Berlusconi o alla Moratti non ce ne saranno più. Lo dice la finanza, lo dice come va il mondo. E intanto gli altri, la Premier League inglese ma anche la Bundesliga tedesca grazie al Mondiale del 2006, si sono organizzati e ci hanno superati. In che modo? Semplice, hanno rifatto gli stadi. Che poi è il modo per generare profitto e rendersi più competitivi. Lo avessimo fatto prima noi, saremmo rimasti competitivi, come dimostra la Juventus. Ma non è avvenuto finora, per la prevalenza dell’interesse particolare. Quando si parla di Lega calcio, servirebbe un minimo di visione comune, meglio se a lungo termine. L’investimento nelle infrastrutture è l’unica opportunità possibile, se vogliamo tornare alle grandi imprese europee. Altrimenti non resta che sognare l’arrivo del principe azzurro".

"Come mi vedo tra 10 anni? Con i capelli bianchi, spero felice. In quanto a questo lavoro, o lo faccio con il Milan o non lo faccio. Forse all’estero, ma sinceramente dovrei pensarci. Sono contento di avere avuto questa opportunità. Perché so che se non lo avessi fatto, avrei sempre avuto il rimpianto di non averci provato. Anche per questo, il futuro non mi fa paura".

"Il ritorno al Milan? All’inizio, ogni sera tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era un disastro. Non facevo che ripetere a Leonardo, che mi aveva voluto con sé, che mi sentivo inutile. Non capivo la parte amministrativa del lavoro, mi chiedevo cosa ci stessi a fare. Io devo sentirmi protagonista. Cosa dissi a Leonardo quando decise di andare al PSG? Che c… dici Leo, fu la mia risposta. Con gli occhi di fuori. Mi sono sentito perso. Ma sinceramente, subito dopo ho avuto anche la sensazione di essere per la prima volta a mio agio. Ero tornato in una situazione dove non avevo nessuno che mi faceva da scudo. Quello che ho sempre cercato. A Leonardo sono molto grato, l’apprendistato con lui è stato fondamentale. Ci sentiamo spesso".

Donnarumma? volte so di sembrare quasi fatalista. Gianluigi Donnarumma è una bella persona, piena di emozioni. Io credo che in un mondo ideale l’unica vera motivazione di un calciatore dovrebbe essere la passione. Ma se il tuo obiettivo è quello di ottenere un riscatto sociale, e denaro da dare alla tua famiglia, che ha stretto la cinghia per te negli anni della tua infanzia, beh, anche quelle sono motivazioni. Da capire e rispettare. Per raggiungere certi risultati e una certa statura come giocatore, le motivazioni sportive sono fondamentali. Può succedere che le necessità di un giocatore non si combinino con quelle di una società. C’è chi riesce ad aspettare, e chi invece ha fretta. Non sta a me giudicare certe scelte".

“I fischi il giorno dell’addio?
Una minoranza, che fa sempre più rumore della massa. Non facevo parte di quel mondo, ho cercato di vivere la mia professione dando il massimo, chiedendo rispetto e accettando le sconfitte. Sono stato me stesso e se vogliamo anche con quei fischi ho sono andato lasciando un segnale non banale”.

Peggio le luci spente a Marsiglia o il secondo tempo di Istanbul?
“La prima. Col Liverpool c’era un risultato, per quanto doloroso. A Marsiglia fummo influenzati dalla mancanza di abitudine alla sconfitta, dall’incapacità di accettarla”.
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marcus1577

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In poche parole ha detto quello che gia si sapeva !!!
Lo stadio è grazie lo sapevamo
Donnarumma dietro i soldi è grazie lo sapevamo
Potere senza intralci è grazieeee
Senza il milan staresti a bordo campo con la leotta..
Per me boban rimane il meglio come dirigente..
Pk non ci spiega come mai abbiamo perso 4 titolari a 0 senza averli venduti prima??
Pk non ci spiega pk ci sono tutti questi infortuni???
 
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"Io devo sentirmi protagonista"...Ecco perché rifiutò l'offerta di Fassone che ritenne non seria,accettando invece quella di Elliot dove può disporre come vuole della marmellata,per il resto da mesi va ripetendo ad ogni intervista l'impossibilità di competere,e questo denota ulteriormente che del progetto se ne sbatte ma gli importa il bastone del comando,per il resto ne apprezzo la chiarezza,almeno io che non sono EVOLUTO potrò dedicarmi ad altro in attesa del "principe azzurro",perché se aspetto lo stadio mi viene l'artrite e non sarà comunque la panacea poiché il divario sarà ormai incolmabile tra 8-9 anni col resto delle big.
2-3 passaggi sono da codice penale, ma detti da lui si trovano sottigliezze che non esistono e tutto va bene.
su donnarumma fa ribrezzo, riscatto sociale e denaro da dare alla tua famiglia? sembra di stare in un film di natale.
con gente che non arriva a fine mese lui non poteva accontentarsi di 8M di euro x 5 anni.

io sarei curioso di sapere un tifoso neutrale cosa ne pensa di questa storia.
 
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2-3 passaggi sono da codice penale, ma detti da lui si trovano sottigliezze che non esistono e tutto va bene.
su donnarumma fa ribrezzo, riscatto sociale e denaro da dare alla tua famiglia? sembra di stare in un film di natale.
con gente che non arriva a fine mese lui non poteva accontentarsi di 8M di euro x 5 anni.

io sarei curioso di sapere un tifoso neutrale cosa ne pensa di questa storia.
Ride.
 
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Paolo Maldini a Sette:"Addio a San Siro? Credo e spero che possa essere così. Fa impressione, me ne rendo conto. Anche a me. Ci ha giocato mio padre, ci ho giocato io, ci gioca mio figlio. È stata la mia casa. Se la mettiamo sui ricordi, chi più di me potrebbe sentirsi ferito per un cambio così epocale? San Siro è un pezzo della storia di Milano. Ma se è diventato un luogo così iconico, lo deve alle imprese dei club e dei calciatori che ci hanno giocato. A questo dobbiamo pensare. Se noi vogliamo che Milan e Inter tornino ai piani alti del calcio europeo, scrivendo pagine bellissime come quelle di San Siro, non possiamo che avere uno stadio nuovo. Le alternative non esistono. Questa non è una opinione, è una certezza. Non voglio cancellare un passato meraviglioso. Solo che a me piace guardare avanti. È un po’ l’idea della mia vita".

"Pensare di tornare al dominio dei primi anni del nuovo secolo è irreale. Proprietari alla Berlusconi o alla Moratti non ce ne saranno più. Lo dice la finanza, lo dice come va il mondo. E intanto gli altri, la Premier League inglese ma anche la Bundesliga tedesca grazie al Mondiale del 2006, si sono organizzati e ci hanno superati. In che modo? Semplice, hanno rifatto gli stadi. Che poi è il modo per generare profitto e rendersi più competitivi. Lo avessimo fatto prima noi, saremmo rimasti competitivi, come dimostra la Juventus. Ma non è avvenuto finora, per la prevalenza dell’interesse particolare. Quando si parla di Lega calcio, servirebbe un minimo di visione comune, meglio se a lungo termine. L’investimento nelle infrastrutture è l’unica opportunità possibile, se vogliamo tornare alle grandi imprese europee. Altrimenti non resta che sognare l’arrivo del principe azzurro".

"Come mi vedo tra 10 anni? Con i capelli bianchi, spero felice. In quanto a questo lavoro, o lo faccio con il Milan o non lo faccio. Forse all’estero, ma sinceramente dovrei pensarci. Sono contento di avere avuto questa opportunità. Perché so che se non lo avessi fatto, avrei sempre avuto il rimpianto di non averci provato. Anche per questo, il futuro non mi fa paura".

"Il ritorno al Milan? All’inizio, ogni sera tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era un disastro. Non facevo che ripetere a Leonardo, che mi aveva voluto con sé, che mi sentivo inutile. Non capivo la parte amministrativa del lavoro, mi chiedevo cosa ci stessi a fare. Io devo sentirmi protagonista. Cosa dissi a Leonardo quando decise di andare al PSG? Che c… dici Leo, fu la mia risposta. Con gli occhi di fuori. Mi sono sentito perso. Ma sinceramente, subito dopo ho avuto anche la sensazione di essere per la prima volta a mio agio. Ero tornato in una situazione dove non avevo nessuno che mi faceva da scudo. Quello che ho sempre cercato. A Leonardo sono molto grato, l’apprendistato con lui è stato fondamentale. Ci sentiamo spesso".

Donnarumma? volte so di sembrare quasi fatalista. Gianluigi Donnarumma è una bella persona, piena di emozioni. Io credo che in un mondo ideale l’unica vera motivazione di un calciatore dovrebbe essere la passione. Ma se il tuo obiettivo è quello di ottenere un riscatto sociale, e denaro da dare alla tua famiglia, che ha stretto la cinghia per te negli anni della tua infanzia, beh, anche quelle sono motivazioni. Da capire e rispettare. Per raggiungere certi risultati e una certa statura come giocatore, le motivazioni sportive sono fondamentali. Può succedere che le necessità di un giocatore non si combinino con quelle di una società. C’è chi riesce ad aspettare, e chi invece ha fretta. Non sta a me giudicare certe scelte".

“I fischi il giorno dell’addio?
Una minoranza, che fa sempre più rumore della massa. Non facevo parte di quel mondo, ho cercato di vivere la mia professione dando il massimo, chiedendo rispetto e accettando le sconfitte. Sono stato me stesso e se vogliamo anche con quei fischi ho sono andato lasciando un segnale non banale”.

Peggio le luci spente a Marsiglia o il secondo tempo di Istanbul?
“La prima. Col Liverpool c’era un risultato, per quanto doloroso. A Marsiglia fummo influenzati dalla mancanza di abitudine alla sconfitta, dall’incapacità di accettarla”.

Bella intervista.
Mostra personalità, quella che l'ha fatto diventare quello che è stato da calciatore, ed onestà.

Su Donnarumma perfetto, ha fatto capire le motivazioni che Gigio & co hanno fatto per andare via....ovviamente ridicole dato che se prendi 7 o prendi 11 milioni, la tua famiglia la fame non la fa.
Noi possiamo dirlo, lui no.

Grande Capitano.
 
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In poche parole ha detto quello che gia si sapeva !!!
Lo stadio è grazie lo sapevamo
Donnarumma dietro i soldi è grazie lo sapevamo
Potere senza intralci è grazieeee
Senza il milan staresti a bordo campo con la leotta..
Per me boban rimane il meglio come dirigente..
Pk non ci spiega come mai abbiamo perso 4 titolari a 0 senza averli venduti prima??
Pk non ci spiega pk ci sono tutti questi infortuni???
Scusate ragazzi, ma chi è lo scemo che acquista un giocatore in scadenza. Non lo fanno a grandi livelli per Mbappe, nè a livelli mediocri come per Rabiot, Ramsey o Calhanoglu.
 

7AlePato7

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Paolo Maldini a Sette:"Addio a San Siro? Credo e spero che possa essere così. Fa impressione, me ne rendo conto. Anche a me. Ci ha giocato mio padre, ci ho giocato io, ci gioca mio figlio. È stata la mia casa. Se la mettiamo sui ricordi, chi più di me potrebbe sentirsi ferito per un cambio così epocale? San Siro è un pezzo della storia di Milano. Ma se è diventato un luogo così iconico, lo deve alle imprese dei club e dei calciatori che ci hanno giocato. A questo dobbiamo pensare. Se noi vogliamo che Milan e Inter tornino ai piani alti del calcio europeo, scrivendo pagine bellissime come quelle di San Siro, non possiamo che avere uno stadio nuovo. Le alternative non esistono. Questa non è una opinione, è una certezza. Non voglio cancellare un passato meraviglioso. Solo che a me piace guardare avanti. È un po’ l’idea della mia vita".

"Pensare di tornare al dominio dei primi anni del nuovo secolo è irreale. Proprietari alla Berlusconi o alla Moratti non ce ne saranno più. Lo dice la finanza, lo dice come va il mondo. E intanto gli altri, la Premier League inglese ma anche la Bundesliga tedesca grazie al Mondiale del 2006, si sono organizzati e ci hanno superati. In che modo? Semplice, hanno rifatto gli stadi. Che poi è il modo per generare profitto e rendersi più competitivi. Lo avessimo fatto prima noi, saremmo rimasti competitivi, come dimostra la Juventus. Ma non è avvenuto finora, per la prevalenza dell’interesse particolare. Quando si parla di Lega calcio, servirebbe un minimo di visione comune, meglio se a lungo termine. L’investimento nelle infrastrutture è l’unica opportunità possibile, se vogliamo tornare alle grandi imprese europee. Altrimenti non resta che sognare l’arrivo del principe azzurro".

"Come mi vedo tra 10 anni? Con i capelli bianchi, spero felice. In quanto a questo lavoro, o lo faccio con il Milan o non lo faccio. Forse all’estero, ma sinceramente dovrei pensarci. Sono contento di avere avuto questa opportunità. Perché so che se non lo avessi fatto, avrei sempre avuto il rimpianto di non averci provato. Anche per questo, il futuro non mi fa paura".

"Il ritorno al Milan? All’inizio, ogni sera tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era un disastro. Non facevo che ripetere a Leonardo, che mi aveva voluto con sé, che mi sentivo inutile. Non capivo la parte amministrativa del lavoro, mi chiedevo cosa ci stessi a fare. Io devo sentirmi protagonista. Cosa dissi a Leonardo quando decise di andare al PSG? Che c… dici Leo, fu la mia risposta. Con gli occhi di fuori. Mi sono sentito perso. Ma sinceramente, subito dopo ho avuto anche la sensazione di essere per la prima volta a mio agio. Ero tornato in una situazione dove non avevo nessuno che mi faceva da scudo. Quello che ho sempre cercato. A Leonardo sono molto grato, l’apprendistato con lui è stato fondamentale. Ci sentiamo spesso".

Donnarumma? volte so di sembrare quasi fatalista. Gianluigi Donnarumma è una bella persona, piena di emozioni. Io credo che in un mondo ideale l’unica vera motivazione di un calciatore dovrebbe essere la passione. Ma se il tuo obiettivo è quello di ottenere un riscatto sociale, e denaro da dare alla tua famiglia, che ha stretto la cinghia per te negli anni della tua infanzia, beh, anche quelle sono motivazioni. Da capire e rispettare. Per raggiungere certi risultati e una certa statura come giocatore, le motivazioni sportive sono fondamentali. Può succedere che le necessità di un giocatore non si combinino con quelle di una società. C’è chi riesce ad aspettare, e chi invece ha fretta. Non sta a me giudicare certe scelte".

“I fischi il giorno dell’addio?
Una minoranza, che fa sempre più rumore della massa. Non facevo parte di quel mondo, ho cercato di vivere la mia professione dando il massimo, chiedendo rispetto e accettando le sconfitte. Sono stato me stesso e se vogliamo anche con quei fischi ho sono andato lasciando un segnale non banale”.

Peggio le luci spente a Marsiglia o il secondo tempo di Istanbul?
“La prima. Col Liverpool c’era un risultato, per quanto doloroso. A Marsiglia fummo influenzati dalla mancanza di abitudine alla sconfitta, dall’incapacità di accettarla”.
Ma quando era insieme a Boban non andava dicendo che se il Milan non fosse tornato in tempi decenti al top lui e Boban non sarebbero stati più lí? Ricordo male io? Poi si è compreso dalle sue parole che il motivo per cui rifiutò la proposta di Fessone era rappresentato dal fatto che non avrebbe potuto comandare nel ruolo che era stato ritagliato.
 

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