Sta passando un principio che io trovo aberrante: "i soldi ci sono, quindi i soldi non sono un problema".
Non può essere così, non si può più ragionare senza essere ragionieri, non esiste più quel calcio.
I milioni liquidi che stiamo spendendo (male, a prescindere) sul mercato non sono un gettito di cui potremmo disporre ogni anno, e non è che se questi ragazzi vanno male possiamo dire "pazienza, tanto avremo altri 100 milioni da spendere per riprovarci". No, non funziona così.
Questo mercato con queste disponibilità sono la classica "una tantum", una condizione speciale per le ragioni che sappiamo e per l'esigenza di Berlusconi di lasciare la società al vertice.
Prendere fattispecie intorno ai 30 anni, con quegli ingaggi mostruosi per cifre+durata e pure quel costo dei cartellini sempre sproporzionato ed eccessivo, sono gli stessi costi ed errori che ci sono costati il tracollo degli ultimi anni, il bilancio in grave passivo ed in un certo senso pure Thiago Silva, al quale abbiamo rinunciato perché non potevamo più permetterci i costi per Ibra.
Doveva essere un mercato per costruire le fondamenta, con 7-8 tra i migliori talenti under 25 in giro per il mondo (che non è affatto detto avrebbero reso meno di Bacca e Adriano) che avrebbero dato il via ad un circolo virtuoso in cui valorizzando quei beni avremmo vinto sia in campo che fuori nei bilanci.
Invece ammortamenti ed ingaggi rischiano di spazzarci via nel brevissimo periodo, e non avremo alcun asset nel patrimonio giocatori per poterci rilanciare, anzi ci servirà cedere le uniche cose belle che si saranno nel frattempo sviluppate (penso all'esplosione del Faraone) per ripianare i soliti debiti causati da questi acquisti a fondo perso.
Navighiamo a vista, pensando solo all'oggi, o la va o la spacca. Tanto chi se ne frega del domani, se saranno tutti problemi di quello venuto da Oriente?