Mou
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L'ultimo caso è la storia dell'umanità, sempre è stato e sempre così sarà, in tutti i campi lavorativi dell'universo.
I due esempi precedenti sono strettamente collegati a un problema che hai giustamente rilevato: il mercato degli avvocati è non saturo, di più. Ce ne sono molti di più di quanti ne servirebbero in realtà, e questo porta ad un abbassamento pietoso della qualità del servizio. Zero deontologia, zero rispetto per il cliente, solo una grossa lotta per mungere i clienti paganti, per sopravvivere e basta. In queste condizioni non mi stupisce che nessun praticante abbia voluto aprirsi uno studio proprio, se non hai un nome pesante e una credibilità pluridecennale è difficile attirare i pochi clienti in questo momento.
Sull'esame da avvocato, direi che giustamente e finalmente è più selettivo. La storia della Spagna e delle crocette direi che è un demerito delle tue amiche, con tutto il rispetto
L'obiettivo di un avvocato in questo momento non può essere "apro lo studio e i clienti mi vengono a cercare". Ormai bisogna buttarsi in qualche grosso studio e fare il più possibile carriera lì dentro, per poi, dopo 20/30 anni, con l'esperienza sviluppata e le conoscenza conquistate, mettersi in proprio.
Per questo secondo me, ripeto, se sei un fuoriclasse lavoro lo trovi al 100%, negli studi legali si vuole guadagnare, non fare favori agli asini.
Aggiungo un commento sulla storia rimborsi: è brutto dirlo ma un praticante non sa fare niente nel momento in cui mette piede nello studio legale...