Al netto di una volontà tutta itagliana di quattro adoratori del duc3 (magari anche in termini omosessuali, buon per loro, calvo è bello) , è chiaro che bisogna premere sulla vicenda e salvare la faccia di questa nazione ridotta a un colabrodo. Che in ogni caso non può certo salvarsi: basta citare il "bisogna salvare il brand" da parte di colui che dovrebbe essere il garantista di questo gioco in Itaglia. Se poi consideriamo che molti dei presidenti sono invischiati con le curve, costituite da feccia estremista che andrebbe solamente azzerata da John Wick, capiamo bene che l'Itaglia è clinicamente morta anche da un punto di vista sportivo.
Chi ha un minimo di conoscenza storica e onestà intellettuale capisce facilmente che se dopo 80 anni l'antisemitismo è ancora e giustamente oggetto di attenzioni, figurarsi se fanno passare in sordina un probabilissimo caso di "sei solo un N...", detto pubblicamente, nel giorno contro il razzismo, quando per dirne uno l'apartheid è esistito fino agli anni 90.
I numerosi razzisti presenti sul territorio itagliano fanno finta di non capire perché si è diventati ultra sensibili verso certe categorie. E il motivo, shock totale, è la storia. Mi sa che vivono tutti tra le montagne con quattro capre (bianche) a sbraitare insulti e bestemmie davanti la partita di pallone la domenica. Quindi per loro il problema del razzismo non esiste e/o è già bello che risolto. Sono fondamentalmente dei disadattati. Immagino che sotto sotto faranno fatica a godere appieno del gol di un Leao (che, alla fine, è solo un N). Hehe.
Comunque brutta la vita di un razzista. Gente impregnata h24, 7 giorni su 7, a vita, di odio e di acido interno, che è talmente tanto che non può far altro che sputarlo fuori bersagliando qualcuno, e che non risolve neanche con un scopatina il sabato, con prostituta o ragazzetta. Dura la vita così in effetti.
