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A.C Milan 1899

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Nient'affatto, magari ci considerava più come un'azienda, ma ha instillato nel Milan quella mentalità vincente che ci mancava (già presente solo in Franz), una mentalità che non si era mai vista in alcuna squadra, e scelse lui Sacchi, e avvallò lui i primi grandi acquisti. Quello non lo fa un presidente assente. E poi era quasi sempre presente in tribuna. E parlava anche di tattica...

Vero.

Verissimo.

Ma non l’ha fatto certo perché amasse il Milan ma perché, instillando nel Milan suddetta mentalità, il club diventasse una leggenda che desse lustro al creatore della medesima.

Anche passare per colui che oltre a vincere creò “lo stile Milan” era funzionale a questo scopo.

Tanto è vero che, una volta che l’A.C Milan 1899 cessò di essere un asset strategico, gli è stato tolto tutto, dalla sicurezza finanziaria agli uomini che potessero tramandare la mentalità di cui parli.

La (s)vendita di Thiago ed Ibra proprio nell’anno del ritiro di tutti i senatori, oltre che essere paragonabile ad una retrocessione in Lega Pro (la Juve in B nel 2006/2007 non smantellò come facemmo noi in quell’estate maledetta, basti pensare che aveva ancora gente come Nedved, Buffon, Chiellini, Marchisio, Del Piero, Trezeguet, roba fantascientifica per il Milan 2012/2013 e successivi), aveva proprio quella funzione: tagliare tutti i ponti col passato. Ormai era tutto deciso, il Milan era in vendita già dal 2012, e del Milan vincente non doveva restare più nulla. Nè la forza economica, nè una (seppur minima) base tecnica (in questo si comportò molto differentemente da Farina che avrebbe potuto vendere Baresi, Maldini, Costacurta e Tassotti e intascarsi i soldi delle cessioni, ma non lo fece), nè tantomeno lo stile e la mentalità vincente.

Proprio perché la cosa che non poteva sopportare era questa: lasciare una base finanziaria e tecnica tale che un nuovo proprietario potesse vincere in tempi non biblici.

Quindi dicevamo, una volta che il Milan ha cessato di servirgli è stato non solo smantellato, ma annichilito, di modo che non ci potesse essere continuità tra il prima e il dopo.

La “”””””vendita””””””” ad uno scappato di casa cinese col fine di trasformare il secondo club più glorioso al mondo in una lavanderia di capitali da far rientrare (roba mai successa nella storia del calcio)! è il suggello della spietatezza Bellusconiana verso il Milan una volta che non gli era più utile.

Il piccolo Milan debole, indifeso e perdente che si aggira con occhi spauriti come un nanetto in mezzo ai giganti che abbiamo davanti agli occhi da sette anni è frutto programmato di quella Hiroshima rossonera voluta e ricercata, il closing farsa ne è stato solo il suggello.

Possiamo dire che una certa quota di sentimenti ci fossero, ma erano solo quelli inerenti al suo folle ego: l’hybris di chi tuona “apres nous le deluge!”. E ha agito di conseguenza, eccome se l’ha fatto.

Tolto questo, per lui il Milan è sempre stato solo un asset. Forse essendo interista se avesse comprato l’Inter si sarebbe comportato diversamente, chissà. Per fortuna nostra non riuscì a prenderla quando provò a farlo.

Sì, capisco la morale e dove vuoi arrivare.

Da una parte è meglio avere un proprietario, magari non eccessivamente coinvolto, ma serio e che non ti combina questi scherzi.

Da quell'altra, è difficile che senza coinvolgimento si prodighi in acquisti di campioni e persegua un obiettivo di trionfi. Magari prende la squadra solo per un tornaconto personale.

BungaBungusconi è stato forse unico nel panorama calcistico: ci ha fatto raggiungere vette mai eguagliate, ma con la solita potenza ci ha sotterrato negli inferi più profondi.

La sua partecipazione emotiva vera forse non la scopriremo mai. Magari l'ha avuta e gli è passata, magari non l'ha mai avuta, dimostrando però tangibilmente come si fa a far diventare grande un club, anche meglio di un vero amante della squadra.

Unico, come il demonio.

Perfetto.

Aggiungo solo che, col mio post in risposta al tuo, volevo dire che il tuo desiderio di trovare un proprietario che sia tanto vincente quanto innamorato del Milan è anche il mio, ma è difficilmente realizzabile.

Per cominciare mi accontenterei di uno col potere economico e politico necessario alla Resurrezione e disposto a metterlo in campo per noi per tornare a vincere. :)

Per il resto, come ho detto, post perfetto.
 
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