Incubo Milan, scelte sbagliate. Inter stratosferica. I quotidiani sul KO

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GDS: e' un'Inter divina. L'Inter trionfa per 5-1. Capolavoro di Inzaghi. Errori di Pioli. Manica totale: 5 gol e quinta vittoria di fila per i nerazzurri. Il Milan torna sulla Terra. Le scelte di Pioli non hanno funzionato né convinto. Calabria di fianco a Krunic rischia di risultare una scelta troppo "hard" se protratta per tutta la partita. Tanto possesso palla ma pericolosità ridotta. Rossoneri troppo lenti in difesa con Thiaw e Kjaer. Pulisic non si è mai visto. Loftus e Rejnders da leoni si sono trasformati in gattini.

Sempre la GDS: stavolta i nuovi steccano. Reijnders, Pulisic e Loftus non incidono. Male Chukwueze. Pochi palloni per Jovic e Okafor. Ora con i tanti impegni bisogna cambiare e affidarsi a forse fresche. Compito non facile, considerato che fino ad ora Pioli si era sempre affidato allo stesso blocco di titolari.

CorSera: super Inter, Milan travolto. Cinque gol e quinto derby consecutivo vinto. Nerazzurri quasi perfetti avanzano a punteggio pieno. Al Milan resta l'inutile primato del possesso palla. Ma tenere palla non è necessariamente un vantaggio se giochi lento. I pilastri della rivoluzione sono stati inguardabili. Loftus macchinoso, Pulisic un fantasma e Reijnders si perde dietro a Barella.

Tuttosport: InterRegno, il Milan si inchina. Cinque, come i derby persi nell’anno solare 2023. Cinque, come le reti incassate ieri. Ora tregua fino al confronto in programma - da calendario - il 21 aprile, sette mesi in cui il Milan avrà tempo per risolvere l’enigma Inter, che mai aveva vinto cinque derby consecutivi. Un enigma che in realtà tale non è. Perché Pioli sa benissimo come gioca Inzaghi, il problema è che non riesce a venirne a capo. Ricordate Arjen Robben? Tutti conoscevano la sua finta, sempre la stessa, nessuno riusciva a impedirgli di segnare. L'Inter ha proposto ieri la versione più scintillante delle proprie capacità: compattezza, ferocia, concretezza. Una determinazione da provinciale nei panni di una squadra metropolitana. Tutto quello che è mancato al Milan, apertosi docilmente dopo una manciata di minuti e poi squagliatosi senza scuse dopo l'illusoria rete di Leao. Quando, se possibile, l'Inter ha ulteriormente alzato il ritmo sotto un cielo che dispensava pioggia, trasformando i venti minuti finali in un doloroso calvario rossonero, per un 5-1 che definisce in maniera plastica la differenza attuale.

Inter capolista a punteggio pieno dopo quattro giornate, Milan che cade dopo tre vittorie, superato in classifica dalla Juventus al secondo posto. E Inter che vince il derby come lo vince una grande squadra. Con la capacità di colpire al momento giusto, innanzitutto, come si vedeva nel primo tempo. Mkhitaryan metteva in discesa il pomeriggio segnando al 5', su conclusione di Dimarco, dopo azione avviata da Thuram. E lo stesso francese confezionava il raddoppio al 38', spegnendo il momento migliore dei rossoneri, che avevano preso in mano il gioco. Un raddoppio spettacolare, con tiro all'incrocio dopo secco dribbling sul povero Thiaw a limite area, per una rete che accendeva qualche rimpianto nel tifo rossonero, visto che Thuram era stato obiettivo di mercato, soffiato sotto il naso dai nerazzurri. Un primo tempo che raccontava di una Inter attenta a chiudere le vie di gioco dopo l'1-0, impedendo alla controparte l'avanzata a suon di triangolazioni che aveva caratterizzato l'inizio di stagione. Un atteggiamento costruito sulla fisicità nell'uno contro uno e sulla capacità di sporcare ogni pallone, negando agli avversari l'opportunità di ragionare. In questo gli uomini di Inzaghi erano aiutati da un Milan prevedibile sulle fasce (specie a destra, dove Loftus-Cheek e Pulisic avevano saputo fare la differenza), con il pallone gestito a lungo senza trovare sbocchi. Ne individuava uno solamente Theo Hernandez, dopo dialogo in verticale con Giroud: il sinistro usciva di poco.
Il risultato era un primo tempo regalato, come capitato nei quattro precedenti annuali. Una situazione da cui i rossoneri provavano a tirarsi fuori nella ripresa, cominciata con un atteggiamento almeno più convinto. La rete di Leao, nata da una azione in verticale sull’asse Theo-Giroud, aveva però soltanto il gusto dell’illusione. L’Inter si ricompattava anche grazie ai cambi, ben più incisivi, sfruttando anche le difficoltà di un centrocampo milanista che improvvisamente perdeva le misure, creando spazi in cui le maglie nerazzurre si infilavano che era una meraviglia. Un atteggiamento dovuto a un minore sagacia tattica, quella che portava al cambio di direzione di Calhanoglu per Martinez, bravo a confezionare l’assist di Mkhitaryan. E un atteggiamento dovuto anche un collasso mentale collettivo, vedi la scarsa reattività di Hernandez nel movimento su Martinez, che procurava il rigore trasformato da Calhanoglu. Il 5-1 era buono per regalare il gol a un altro esordiente nel derby (Frattesi, su invito di Mkhitaryan) e per consegnare agli annali un risultato che mancava dal 24 marzo 1974, con un 5-1 dell’Inter in casa Milan contrassegnato da un 3-0 nei primi 9’. Un derby che offre all’Inter la prima fuga solitaria, consapevole della forza di un collettivo che si muove senza esitazioni, e al Milan una serie di aspetti su cui lavorare, senza comunque cancellare quanto di buono proposto nelle prime tre giornate.

Sempre Tuttosport: è un Milan da riequilibrare. Cinque derby persi in nove mesi: dal 3-0 del 18 gennaio a Riad nella Supercoppa italiana, passando per l'1-0 in campionato e i due in semifinale di Champions, fino all’umiliante 5-1 di ieri. Già, perché è difficile definirlo in maniera diversa. È vero che il Milan sull’1-0 stava premendo per pareggiare, che Leao ha cercato a inizio ripresa di raddrizzare la partita, ma il crollo della squadra successivo al 3-1 ha poche giustificazioni. E per ritrovare un derby perso con 5 reti bisogna tornare al 24 marzo 1974. Un 5-1 che, unito ai quattro precedenti ko contro i nerazzurri, assume un valore ancora più significativo e sicuramente è ben più pesante delle due rotonde sconfitte che sempre la squadra di Pioli aveva incassato a fine gennaio scorso, prima il 4-0 in casa della Lazio e poi il 2-5 con il Sassuolo. È più pesante perché quel Milan era in crisi, mentre questo arrivava da tre belle vittorie. È più umiliante perché è l’ennesima debacle contro l’Inter nel 2023. Una partita che il Milan sognava diversa e che è terminata con la dirigenza al completo nello spogliatoio a fine gara. E chissà se oggi qualche rappresentante della Curva Sud si vedrà dalle parti di Milanello perché l’atteggiamento avuto da molti giocatori dopo il 3-1 è apparso completamente sbagliato, come se il Diavolo avesse non solo alzato bandiera bianca, ma proprio lasciata strada all’Inter. Da oggi a Milanello tecnico, staff e squadra dovranno capire come intervenire. Il progetto cominciato quest'estate è interessante, sta dando i suoi frutti, ma la differenza con l'Inter ieri è stata lampante. Soprattutto in alcune partite, contro avversari di spessore come i nerazzurri, probabilmente andrà rivisto l'atteggiamento e l'equilibrio tattico, evitare di lasciare troppo isolati i difensori centrali. Aggiustamenti da fare, ovvi a metà settembre. Ma servirà intervenire in fretta, resettare la mente e ripartire, perché martedì sarà già Champions contro il Newcastle di Tonali.


CorSpor: doppia manita. L'Inter vince il quinto derby di fila per 5-1. Pioli is... on five. Clamorosa prova di forza della squadra nerazzurra. Lezione pesante di Inzaghi a Pioli.

Repubblica: c'è solo l'Inter. Derby senza storia e nerazzurri in fuga. La constatazione asettica è che il calciomercato, malgrado le sensazioni delle prime tre giornate, non abbia in realtà colmato il divario tecnico. La campagna acquisti davvero faraonica del Milan americano ieri è impallidita rispetto a quella, con budget ridottissimo, praticata dall’Inter cinese. Dopo avere sorpreso gli avversari nelle sue prime tre esibizioni, il non molto economico trio Pulisic-Reijnders-Loftus Cheek si è inceppato, mentre il figlio d’arte Thuram, arrivato a parametro zero, ha scavallato inafferrabile dentro una difesa indebolita dalla squalifica di Tomori, dall’infortunio del suo primo sostituto Kalulu e dalla mollezza di Thiaw e Kjaer, poco protetti da un assetto assai sbilanciato. La quinta vittoria interista in fotocopia, ma ancora più a colori delle altre volte


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GDS: e' un'Inter divina. L'Inter trionfa per 5-1. Capolavoro di Inzaghi. Errori di Pioli. Manica totale: 5 gol e quinta vittoria di fila per i nerazzurri. Il Milan torna sulla Terra. Le scelte di Pioli non hanno funzionato né convinto. Calabria di fianco a Krunic rischia di risultare una scelta troppo "hard" se protratta per tutta la partita. Tanto possesso palla ma pericolosità ridotta. Rossoneri troppo lenti in difesa con Thiaw e Kjaer. Pulisic non si è mai visto. Loftus e Rejnders da leoni si sono trasformati in gattini.
La kazzetta in un brodo di giuggiole. Patetici.
 
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GDS: e' un'Inter divina. L'Inter trionfa per 5-1. Capolavoro di Inzaghi. Errori di Pioli. Manica totale: 5 gol e quinta vittoria di fila per i nerazzurri. Il Milan torna sulla Terra. Le scelte di Pioli non hanno funzionato né convinto. Calabria di fianco a Krunic rischia di risultare una scelta troppo "hard" se protratta per tutta la partita. Tanto possesso palla ma pericolosità ridotta. Rossoneri troppo lenti in difesa con Thiaw e Kjaer. Pulisic non si è mai visto. Loftus e Rejnders da leoni si sono trasformati in gattini.

Sempre la GDS: stavolta i nuovi steccano. Reijnders, Pulisic e Loftus non incidono. Male Chukwueze. Pochi palloni per Jovic e Okafor. Ora con i tanti impegni bisogna cambiare e affidarsi a forse fresche. Compito non facile, considerato che fino ad ora Pioli si era sempre affidato allo stesso blocco di titolari.

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Ora che giocheremo ogni 3 giorni, voglio proprio vedere che si inventa Pioli. Conoscendolo mi aspetto che faccia due formazioni cambiando 11/11. Ci sarà da divertirsi…
 

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GDS: e' un'Inter divina. L'Inter trionfa per 5-1. Capolavoro di Inzaghi. Errori di Pioli. Manica totale: 5 gol e quinta vittoria di fila per i nerazzurri. Il Milan torna sulla Terra. Le scelte di Pioli non hanno funzionato né convinto. Calabria di fianco a Krunic rischia di risultare una scelta troppo "hard" se protratta per tutta la partita. Tanto possesso palla ma pericolosità ridotta. Rossoneri troppo lenti in difesa con Thiaw e Kjaer. Pulisic non si è mai visto. Loftus e Rejnders da leoni si sono trasformati in gattini.

Sempre la GDS: stavolta i nuovi steccano. Reijnders, Pulisic e Loftus non incidono. Male Chukwueze. Pochi palloni per Jovic e Okafor. Ora con i tanti impegni bisogna cambiare e affidarsi a forse fresche. Compito non facile, considerato che fino ad ora Pioli si era sempre affidato allo stesso blocco di titolari.

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CorSera: super Inter, Milan travolto. Cinque gol e quinto derby consecutivo vinto. Nerazzurri quasi perfetti avanzano a punteggio pieno. Al Milan resta l'inutile primato del possesso palla. Ma tenere palla non è necessariamente un vantaggio se giochi lento. I pilastri della rivoluzione sono stati inguardabili. Loftus macchinoso, Pulisic un fantasma e Reijnders si perde dietro a Barella.
 

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Tuttosport: InterRegno, il Milan si inchina. Cinque, come i derby persi nell’anno solare 2023. Cinque, come le reti incassate ieri. Ora tregua fino al confronto in programma - da calendario - il 21 aprile, sette mesi in cui il Milan avrà tempo per risolvere l’enigma Inter, che mai aveva vinto cinque derby consecutivi. Un enigma che in realtà tale non è. Perché Pioli sa benissimo come gioca Inzaghi, il problema è che non riesce a venirne a capo. Ricordate Arjen Robben? Tutti conoscevano la sua finta, sempre la stessa, nessuno riusciva a impedirgli di segnare. L'Inter ha proposto ieri la versione più scintillante delle proprie capacità: compattezza, ferocia, concretezza. Una determinazione da provinciale nei panni di una squadra metropolitana. Tutto quello che è mancato al Milan, apertosi docilmente dopo una manciata di minuti e poi squagliatosi senza scuse dopo l'illusoria rete di Leao. Quando, se possibile, l'Inter ha ulteriormente alzato il ritmo sotto un cielo che dispensava pioggia, trasformando i venti minuti finali in un doloroso calvario rossonero, per un 5-1 che definisce in maniera plastica la differenza attuale.

Inter capolista a punteggio pieno dopo quattro giornate, Milan che cade dopo tre vittorie, superato in classifica dalla Juventus al secondo posto. E Inter che vince il derby come lo vince una grande squadra. Con la capacità di colpire al momento giusto, innanzitutto, come si vedeva nel primo tempo. Mkhitaryan metteva in discesa il pomeriggio segnando al 5', su conclusione di Dimarco, dopo azione avviata da Thuram. E lo stesso francese confezionava il raddoppio al 38', spegnendo il momento migliore dei rossoneri, che avevano preso in mano il gioco. Un raddoppio spettacolare, con tiro all'incrocio dopo secco dribbling sul povero Thiaw a limite area, per una rete che accendeva qualche rimpianto nel tifo rossonero, visto che Thuram era stato obiettivo di mercato, soffiato sotto il naso dai nerazzurri. Un primo tempo che raccontava di una Inter attenta a chiudere le vie di gioco dopo l'1-0, impedendo alla controparte l'avanzata a suon di triangolazioni che aveva caratterizzato l'inizio di stagione. Un atteggiamento costruito sulla fisicità nell'uno contro uno e sulla capacità di sporcare ogni pallone, negando agli avversari l'opportunità di ragionare. In questo gli uomini di Inzaghi erano aiutati da un Milan prevedibile sulle fasce (specie a destra, dove Loftus-Cheek e Pulisic avevano saputo fare la differenza), con il pallone gestito a lungo senza trovare sbocchi. Ne individuava uno solamente Theo Hernandez, dopo dialogo in verticale con Giroud: il sinistro usciva di poco.
Il risultato era un primo tempo regalato, come capitato nei quattro precedenti annuali. Una situazione da cui i rossoneri provavano a tirarsi fuori nella ripresa, cominciata con un atteggiamento almeno più convinto. La rete di Leao, nata da una azione in verticale sull’asse Theo-Giroud, aveva però soltanto il gusto dell’illusione. L’Inter si ricompattava anche grazie ai cambi, ben più incisivi, sfruttando anche le difficoltà di un centrocampo milanista che improvvisamente perdeva le misure, creando spazi in cui le maglie nerazzurre si infilavano che era una meraviglia. Un atteggiamento dovuto a un minore sagacia tattica, quella che portava al cambio di direzione di Calhanoglu per Martinez, bravo a confezionare l’assist di Mkhitaryan. E un atteggiamento dovuto anche un collasso mentale collettivo, vedi la scarsa reattività di Hernandez nel movimento su Martinez, che procurava il rigore trasformato da Calhanoglu. Il 5-1 era buono per regalare il gol a un altro esordiente nel derby (Frattesi, su invito di Mkhitaryan) e per consegnare agli annali un risultato che mancava dal 24 marzo 1974, con un 5-1 dell’Inter in casa Milan contrassegnato da un 3-0 nei primi 9’. Un derby che offre all’Inter la prima fuga solitaria, consapevole della forza di un collettivo che si muove senza esitazioni, e al Milan una serie di aspetti su cui lavorare, senza comunque cancellare quanto di buono proposto nelle prime tre giornate.
 

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Ora che giocheremo ogni 3 giorni, voglio proprio vedere che si inventa Pioli. Conoscendolo mi aspetto che faccia due formazioni cambiando 11/11. Ci sarà da divertirsi…
Più che da divertirsi ho paura che ci sarà da piangere.
Questa batosta rischia di avere strascichi pesanti, e per come abbiamo già visto, mandare completamente in tilt l'allenatore.
Se col Newcastle non ci sarà una reazione positiva saranno dolori.
 

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Sempre Tuttosport: è un Milan da riequilibrare. Cinque derby persi in nove mesi: dal 3-0 del 18 gennaio a Riad nella Supercoppa italiana, passando per l'1-0 in campionato e i due in semifinale di Champions, fino all’umiliante 5-1 di ieri. Già, perché è difficile definirlo in maniera diversa. È vero che il Milan sull’1-0 stava premendo per pareggiare, che Leao ha cercato a inizio ripresa di raddrizzare la partita, ma il crollo della squadra successivo al 3-1 ha poche giustificazioni. E per ritrovare un derby perso con 5 reti bisogna tornare al 24 marzo 1974. Un 5-1 che, unito ai quattro precedenti ko contro i nerazzurri, assume un valore ancora più significativo e sicuramente è ben più pesante delle due rotonde sconfitte che sempre la squadra di Pioli aveva incassato a fine gennaio scorso, prima il 4-0 in casa della Lazio e poi il 2-5 con il Sassuolo. È più pesante perché quel Milan era in crisi, mentre questo arrivava da tre belle vittorie. È più umiliante perché è l’ennesima debacle contro l’Inter nel 2023. Una partita che il Milan sognava diversa e che è terminata con la dirigenza al completo nello spogliatoio a fine gara. E chissà se oggi qualche rappresentante della Curva Sud si vedrà dalle parti di Milanello perché l’atteggiamento avuto da molti giocatori dopo il 3-1 è apparso completamente sbagliato, come se il Diavolo avesse non solo alzato bandiera bianca, ma proprio lasciata strada all’Inter. Da oggi a Milanello tecnico, staff e squadra dovranno capire come intervenire. Il progetto cominciato quest'estate è interessante, sta dando i suoi frutti, ma la differenza con l'Inter ieri è stata lampante. Soprattutto in alcune partite, contro avversari di spessore come i nerazzurri, probabilmente andrà rivisto l'atteggiamento e l'equilibrio tattico, evitare di lasciare troppo isolati i difensori centrali. Aggiustamenti da fare, ovvi a metà settembre. Ma servirà intervenire in fretta, resettare la mente e ripartire, perché martedì sarà già Champions contro il Newcastle di Tonali.
 

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Sempre la GDS: stavolta i nuovi steccano. Reijnders, Pulisic e Loftus non incidono. Male Chukwueze. Pochi palloni per Jovic e Okafor. Ora con i tanti impegni bisogna cambiare e affidarsi a forse fresche. Compito non facile, considerato che fino ad ora Pioli si era sempre affidato allo stesso blocco di titolari.

CorSera: super Inter, Milan travolto. Cinque gol e quinto derby consecutivo vinto. Nerazzurri quasi perfetti avanzano a punteggio pieno. Al Milan resta l'inutile primato del possesso palla. Ma tenere palla non è necessariamente un vantaggio se giochi lento. I pilastri della rivoluzione sono stati inguardabili. Loftus macchinoso, Pulisic un fantasma e Reijnders si perde dietro a Barella.

Tuttosport: InterRegno, il Milan si inchina. Cinque, come i derby persi nell’anno solare 2023. Cinque, come le reti incassate ieri. Ora tregua fino al confronto in programma - da calendario - il 21 aprile, sette mesi in cui il Milan avrà tempo per risolvere l’enigma Inter, che mai aveva vinto cinque derby consecutivi. Un enigma che in realtà tale non è. Perché Pioli sa benissimo come gioca Inzaghi, il problema è che non riesce a venirne a capo. Ricordate Arjen Robben? Tutti conoscevano la sua finta, sempre la stessa, nessuno riusciva a impedirgli di segnare. L'Inter ha proposto ieri la versione più scintillante delle proprie capacità: compattezza, ferocia, concretezza. Una determinazione da provinciale nei panni di una squadra metropolitana. Tutto quello che è mancato al Milan, apertosi docilmente dopo una manciata di minuti e poi squagliatosi senza scuse dopo l'illusoria rete di Leao. Quando, se possibile, l'Inter ha ulteriormente alzato il ritmo sotto un cielo che dispensava pioggia, trasformando i venti minuti finali in un doloroso calvario rossonero, per un 5-1 che definisce in maniera plastica la differenza attuale.

Inter capolista a punteggio pieno dopo quattro giornate, Milan che cade dopo tre vittorie, superato in classifica dalla Juventus al secondo posto. E Inter che vince il derby come lo vince una grande squadra. Con la capacità di colpire al momento giusto, innanzitutto, come si vedeva nel primo tempo. Mkhitaryan metteva in discesa il pomeriggio segnando al 5', su conclusione di Dimarco, dopo azione avviata da Thuram. E lo stesso francese confezionava il raddoppio al 38', spegnendo il momento migliore dei rossoneri, che avevano preso in mano il gioco. Un raddoppio spettacolare, con tiro all'incrocio dopo secco dribbling sul povero Thiaw a limite area, per una rete che accendeva qualche rimpianto nel tifo rossonero, visto che Thuram era stato obiettivo di mercato, soffiato sotto il naso dai nerazzurri. Un primo tempo che raccontava di una Inter attenta a chiudere le vie di gioco dopo l'1-0, impedendo alla controparte l'avanzata a suon di triangolazioni che aveva caratterizzato l'inizio di stagione. Un atteggiamento costruito sulla fisicità nell'uno contro uno e sulla capacità di sporcare ogni pallone, negando agli avversari l'opportunità di ragionare. In questo gli uomini di Inzaghi erano aiutati da un Milan prevedibile sulle fasce (specie a destra, dove Loftus-Cheek e Pulisic avevano saputo fare la differenza), con il pallone gestito a lungo senza trovare sbocchi. Ne individuava uno solamente Theo Hernandez, dopo dialogo in verticale con Giroud: il sinistro usciva di poco.
Il risultato era un primo tempo regalato, come capitato nei quattro precedenti annuali. Una situazione da cui i rossoneri provavano a tirarsi fuori nella ripresa, cominciata con un atteggiamento almeno più convinto. La rete di Leao, nata da una azione in verticale sull’asse Theo-Giroud, aveva però soltanto il gusto dell’illusione. L’Inter si ricompattava anche grazie ai cambi, ben più incisivi, sfruttando anche le difficoltà di un centrocampo milanista che improvvisamente perdeva le misure, creando spazi in cui le maglie nerazzurre si infilavano che era una meraviglia. Un atteggiamento dovuto a un minore sagacia tattica, quella che portava al cambio di direzione di Calhanoglu per Martinez, bravo a confezionare l’assist di Mkhitaryan. E un atteggiamento dovuto anche un collasso mentale collettivo, vedi la scarsa reattività di Hernandez nel movimento su Martinez, che procurava il rigore trasformato da Calhanoglu. Il 5-1 era buono per regalare il gol a un altro esordiente nel derby (Frattesi, su invito di Mkhitaryan) e per consegnare agli annali un risultato che mancava dal 24 marzo 1974, con un 5-1 dell’Inter in casa Milan contrassegnato da un 3-0 nei primi 9’. Un derby che offre all’Inter la prima fuga solitaria, consapevole della forza di un collettivo che si muove senza esitazioni, e al Milan una serie di aspetti su cui lavorare, senza comunque cancellare quanto di buono proposto nelle prime tre giornate.

Sempre Tuttosport: è un Milan da riequilibrare. Cinque derby persi in nove mesi: dal 3-0 del 18 gennaio a Riad nella Supercoppa italiana, passando per l'1-0 in campionato e i due in semifinale di Champions, fino all’umiliante 5-1 di ieri. Già, perché è difficile definirlo in maniera diversa. È vero che il Milan sull’1-0 stava premendo per pareggiare, che Leao ha cercato a inizio ripresa di raddrizzare la partita, ma il crollo della squadra successivo al 3-1 ha poche giustificazioni. E per ritrovare un derby perso con 5 reti bisogna tornare al 24 marzo 1974. Un 5-1 che, unito ai quattro precedenti ko contro i nerazzurri, assume un valore ancora più significativo e sicuramente è ben più pesante delle due rotonde sconfitte che sempre la squadra di Pioli aveva incassato a fine gennaio scorso, prima il 4-0 in casa della Lazio e poi il 2-5 con il Sassuolo. È più pesante perché quel Milan era in crisi, mentre questo arrivava da tre belle vittorie. È più umiliante perché è l’ennesima debacle contro l’Inter nel 2023. Una partita che il Milan sognava diversa e che è terminata con la dirigenza al completo nello spogliatoio a fine gara. E chissà se oggi qualche rappresentante della Curva Sud si vedrà dalle parti di Milanello perché l’atteggiamento avuto da molti giocatori dopo il 3-1 è apparso completamente sbagliato, come se il Diavolo avesse non solo alzato bandiera bianca, ma proprio lasciata strada all’Inter. Da oggi a Milanello tecnico, staff e squadra dovranno capire come intervenire. Il progetto cominciato quest'estate è interessante, sta dando i suoi frutti, ma la differenza con l'Inter ieri è stata lampante. Soprattutto in alcune partite, contro avversari di spessore come i nerazzurri, probabilmente andrà rivisto l'atteggiamento e l'equilibrio tattico, evitare di lasciare troppo isolati i difensori centrali. Aggiustamenti da fare, ovvi a metà settembre. Ma servirà intervenire in fretta, resettare la mente e ripartire, perché martedì sarà già Champions contro il Newcastle di Tonali.


CorSpor: doppia manita. L'Inter vince il quinto derby di fila per 5-1. Pioli is... on five. Clamorosa prova di forza della squadra nerazzurra. Lezione pesante di Inzaghi a Pioli.

Repubblica: c'è solo l'Inter. Derby senza storia e nerazzurri in fuga. La constatazione asettica è che il calciomercato, malgrado le sensazioni delle prime tre giornate, non abbia in realtà colmato il divario tecnico. La campagna acquisti davvero faraonica del Milan americano ieri è impallidita rispetto a quella, con budget ridottissimo, praticata dall’Inter cinese. Dopo avere sorpreso gli avversari nelle sue prime tre esibizioni, il non molto economico trio Pulisic-Reijnders-Loftus Cheek si è inceppato, mentre il figlio d’arte Thuram, arrivato a parametro zero, ha scavallato inafferrabile dentro una difesa indebolita dalla squalifica di Tomori, dall’infortunio del suo primo sostituto Kalulu e dalla mollezza di Thiaw e Kjaer, poco protetti da un assetto assai sbilanciato. La quinta vittoria interista in fotocopia, ma ancora più a colori delle altre volte


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