Djerry
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Io credo che tutte le singole mosse perfettamente analizzate qui, siano in realtà l'effetto del disastro e del fallimento di Vincenzo.
La vera causa è a monte, ovvero non essere riuscito a far sposare un progetto al gruppo.
Non è entrato nelle teste, non è riuscito a dare ai vari giocatori uno scopo, e così facendo non è mai uscito dai problemi tattici così bene tracciati.
Si è rivelato banalmente inadeguato nell'amalgama non solo di individualità tecniche diverse (e così difficili da mettere insieme), ma anche nel creare un gruppo assegnando ruoli, posizioni, certezze, convinzioni, utilità. Una lingua comune insomma.
E' questo problema gestionale alla base che a mio parere si è riverberato su quei disastri tattici, che hanno soprattutto matrice nella testa, nel cuore e direi anche nelle gambe dei ragazzi (non correvano, per mille motivi, ma non correvano).
Ho la quasi totale convinzione che Ringhio partendo dall'estate avrebbe avuto le stesse identiche difficoltà iniziali, ma forse per salvare se stesso avrebbe avuto l'approccio opposto nel risolvere i problemi, ovvero ciò che ha fatto dopo Benevento: smettere di sperimentare, andare dritto per una sola strada, e se fallisco lo faccio coi miei 13 giocatori e le mie idee.
Di Montella non sappiamo nemmeno cosa non ha funzionato in campo, proprio perché nel marasma di quei tentativi non sappiamo nemmeno cosa fossimo in campo.
E, cosa più agghiacciante, non lo sapevano i giocatori.
La vera causa è a monte, ovvero non essere riuscito a far sposare un progetto al gruppo.
Non è entrato nelle teste, non è riuscito a dare ai vari giocatori uno scopo, e così facendo non è mai uscito dai problemi tattici così bene tracciati.
Si è rivelato banalmente inadeguato nell'amalgama non solo di individualità tecniche diverse (e così difficili da mettere insieme), ma anche nel creare un gruppo assegnando ruoli, posizioni, certezze, convinzioni, utilità. Una lingua comune insomma.
E' questo problema gestionale alla base che a mio parere si è riverberato su quei disastri tattici, che hanno soprattutto matrice nella testa, nel cuore e direi anche nelle gambe dei ragazzi (non correvano, per mille motivi, ma non correvano).
Ho la quasi totale convinzione che Ringhio partendo dall'estate avrebbe avuto le stesse identiche difficoltà iniziali, ma forse per salvare se stesso avrebbe avuto l'approccio opposto nel risolvere i problemi, ovvero ciò che ha fatto dopo Benevento: smettere di sperimentare, andare dritto per una sola strada, e se fallisco lo faccio coi miei 13 giocatori e le mie idee.
Di Montella non sappiamo nemmeno cosa non ha funzionato in campo, proprio perché nel marasma di quei tentativi non sappiamo nemmeno cosa fossimo in campo.
E, cosa più agghiacciante, non lo sapevano i giocatori.