Nessuno ha mai detto che quanto dice Sesto Giulio Africano sia vero: la risposta nasce dal fatto che tu hai evidenziato come la nascita di Gesù il 25 dicembre sia una scelta a tavolino fatta per arginare la festa del Sol Invictus; ti è stato fatto notare che più di un secolo prima che il 25 dicembre fosse stato istituzionalizzato a discapito di una celebrazione pagana, c'erano già scrittori cristiani che avevano proposto il giorno in questione.
Il contesto che hai dipinto tu in questa risposta non ha nulla a che vedere con quel ho scritto sopra. Il contesto riguarda le modalità con cui i pagani osservavano la religione cristiana, una religione nuova che pur prendendo le mosse dall'Ebraismo tradizionale se ne differenziava per un aspetto fondamentale: la credenza in Gesù come nel Messia. Che i Romani considerassero il Cristianesimo altro dal Gudaismo è testimoniato dalle azioni politiche di Tiberio e di Vitellio in Siria, che miravano a sottrarre la setta dal controllo del sinedrio di Gerusalemme, sulla falsariga di quel che avevano già fatto con i Samaritani.
Quanto alla risposta, vorrei sapere in favore di quale rivolta si sarebbe schierato Gesù (stai facendo riferimento all'episodio degli stendardi del 26 d.C. nella fortezza Antonia?), quali dati storici ci sono in favore di una presunta nobiltà di Gesù; in secondo luogo, chi sarebbero gli altri predicatori? Giuda il Galileo, Teuda, Menahem? Ognuno di loro ha una storia di ribellione testimoniata nell'Archeologia Giudaica o/e nella Guerra Giudaica che non ha gli stessi contorni di quella gesuana.
Quoto e aggiungo che non capisco perché citare Paolo per avvallare certe tesi, quando Paolo aveva le idee abbastanza chiare a proposito di
Cristo
“Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne,
egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen. “ Rm 9,1-5
“ Per noi c'è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui.“ 1 Cor 8,6
“ Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poichè per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.” Col 1,15-20
“ Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo
Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” Fil 2,5-11
Non capisco quindi perché scrivere “come racconta anche Paolo, come lui ce ne furono tanti”, quando la “specificità” (per usare un eufemismo) di Cristo era decisamente chiara all’Apostolo delle genti.
Aggiungo inoltre, riguardo alle tue annotazioni sulla discontinuità tra l’ebraismo tradizionale e l’allora neonato culto Cristiano, che la Resurrezione stessa di Cristo era alquanto in discontinuità con le loro dottrine, tale per cui non si tratta di una vecchia idea rimasticata dagli apostoli (e rimarrebbe sempre il punto da me evidenziato, cioè a che pro inventarsi una balla che sai benissimo essere tale e difenderla usque ad mortem? )
Infatti
“Nell’antico ebraismo non esisteva l’attesa di una risurrezione come un evento della storia. Certamente erano conosciute le risurrezioni dei morti, ma queste erano semplicemente rianimazioni per il ritorno alla vita terrena. Da nessuna parte nella letteratura giudaica si trova qualcosa di paragonabile alla risurrezione di Gesù” (J. Jeremias, Die älteste Schicht der Osterüberlieferungen”, in Resurrexit, Libreria Editrice Vaticana 1974, p.194).
“L’analisi storica porta all’origine brusca della fede pasquale dei discepoli” (G. Lüdemann, Zwischen Karfreitag und Ostern in Osterglaube ohne Auferstehung?, Freiburg: Herder 1995, p. 27).
“La risurrezione non era concepibile come evento privato, i rivoluzionari ebrei il cui leader era stato ucciso dalle autorità e che erano riusciti a fuggire all’arresto, avevano solo due opzioni: rinunciare alla rivoluzione o trovare un altro leader. Affermare che il leader era tornato in vita, semplicemente non era un’opzione ragionevole. A meno che, naturalmente, era accaduto davvero così” (N.T. Wright, Jesus, the final days, Westminster John Knox Press 2010, pp.100-108).