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Dure parole di Giroud a L'equipe nei confronti del "collega" francese della nazionale ma anche di Deschamps.
"Non ho niente contro Karim, ma il suo ritorno in Nazionale ci ha creato un disequilibrio tattico in quella che era la nostra forma di gioco. È stato molto evidente in alcune partite, che per fortuna abbiamo saputo correggere rapidamente, come si è visto nella Nations League. Però abbiamo avuto bisogno di tempo per adattarci. Karim ha rivoluzionato la nostra maniera di giocare, che era piuttosto chiara negli ultimi anni, soprattutto con i metodi d'attacco. Il cambiamento non si può avere dalla notte alla mattina, soprattutto in un Europeo. Mi sarebbe piaciuto che Deschamps mi avvisasse prima di richiamarlo. Però è stata una sua decisione e la posso capire”.
Sul Milan:"Il mio arrivo in Italia era un po’ scritto, dopo i contatti avuti in precedenza con altri club (Inter, Lazio e Juventus, ndr). Il destino ha voluto che fosse il Milan. Volevo scoprire questo campionato molto emozionante. Volevo raccogliere una nuova sfida. Tutto era lì per dare una spinta alla mia carriera.
"Quando ho firmato il contratto a Casa Milan c'erano Pioli, Maldini, il d.s. Massara, il mio procuratore Michele Manuello e io. Il mister mi ha chiesto di Ibra e di come vedevo la convivenza con lui. Ho detto che se non pensassi di poter giocare con Zlatan, se non fossi pronto a gareggiare, non sarei stato in quell’ufficio. Ibra non mi ha spaventato. È anche un'occasione per poter crescere insieme a lui, per poter continuare a imparare con una persona che ha fatto una carriera eccezionale. Ibrahimovic è un leader: ci completiamo a vicenda. Il suo carisma, la sua presenza negli spogliatoi e la sua leadership in campo sono al di sopra di tutto. Sono qui per essere un valore aggiunto, anche per un'esperienza. Ma l'importante è che entrambi abbiamo ancora fame di competizione e di trofei. Restiamo decisi e persino complementari".
"Non ho niente contro Karim, ma il suo ritorno in Nazionale ci ha creato un disequilibrio tattico in quella che era la nostra forma di gioco. È stato molto evidente in alcune partite, che per fortuna abbiamo saputo correggere rapidamente, come si è visto nella Nations League. Però abbiamo avuto bisogno di tempo per adattarci. Karim ha rivoluzionato la nostra maniera di giocare, che era piuttosto chiara negli ultimi anni, soprattutto con i metodi d'attacco. Il cambiamento non si può avere dalla notte alla mattina, soprattutto in un Europeo. Mi sarebbe piaciuto che Deschamps mi avvisasse prima di richiamarlo. Però è stata una sua decisione e la posso capire”.
Sul Milan:"Il mio arrivo in Italia era un po’ scritto, dopo i contatti avuti in precedenza con altri club (Inter, Lazio e Juventus, ndr). Il destino ha voluto che fosse il Milan. Volevo scoprire questo campionato molto emozionante. Volevo raccogliere una nuova sfida. Tutto era lì per dare una spinta alla mia carriera.
"Quando ho firmato il contratto a Casa Milan c'erano Pioli, Maldini, il d.s. Massara, il mio procuratore Michele Manuello e io. Il mister mi ha chiesto di Ibra e di come vedevo la convivenza con lui. Ho detto che se non pensassi di poter giocare con Zlatan, se non fossi pronto a gareggiare, non sarei stato in quell’ufficio. Ibra non mi ha spaventato. È anche un'occasione per poter crescere insieme a lui, per poter continuare a imparare con una persona che ha fatto una carriera eccezionale. Ibrahimovic è un leader: ci completiamo a vicenda. Il suo carisma, la sua presenza negli spogliatoi e la sua leadership in campo sono al di sopra di tutto. Sono qui per essere un valore aggiunto, anche per un'esperienza. Ma l'importante è che entrambi abbiamo ancora fame di competizione e di trofei. Restiamo decisi e persino complementari".
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